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"Le anime più forti sono quelle temprate dalla sofferenza

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"Le anime più forti sono quelle temprate
dalla sofferenza. I caratteri più solidi sono
cosparsi di cicatrici."
- Khalil Gibran




La sveglia prese a suonare.

S'insinuava sotto le coperte e ti raggiungeva con la facilità con la quale i cacciatori raggiungevano le proprie prede una volta averle eliminate.

Tentai di attutirne il suono nascondendomi sotto le coperte ma come le mie preghiere fossero state accolte, questa smise pochi secondi dopo.

«Alia, sveglia.»
«Ultimo giorno di scuola. Forza, ti do un passaggio.»

Biascicai qualcosa di incomprensibile come risposta e subito dopo uno spostamento d'aria mi costrinse ad aprire gli occhi.

Le coperte finirono in fondo al letto scoprendomi al mondo e fu così che l'aria fredda m'investì violenta come una tempesta, provocandomi la pelle d'oca.

«No...» mi lamentai alla ricerca del calore che mi era appena stato portato via.

«Potrai odiarmi più tardi» parlò ancora ed un braccio mi si posò dietro la schiena accompagnandomi a mettermi seduta.

«Sembri molto stanca, sei sicura di voler affrontare il viaggio questa sera? Posso sempre farmi rimborsare il biglietto e prenotare il volo per la prossima..»

«Sean» lo interruppi e finalmente il mio sguardo addormentato incontrò il suo, fresco e mattutino.

Due occhi nocciola, profondi e rassicuranti come quelli di nessun altro. I capelli castani tirati a lucido da un gel gli donavano un aspetto frizzante e professionale.

Ero sicura nessuno gli avrebbe mai attributo i quarantacinque anni che aveva.
Se li portava troppo bene.

«Sto bene» cominciai. «Ho solo bisogno di qualche minuto. Vai pure a lavoro, andrò a scuola a piedi»

Stirai così le gambe giù dal letto, decisa a darmi una svegliata come si deve.

Sean si allontanò appena nella sua divisa nera, elegante e decisamente costosa.

Non sembrava molto convinto ma decisi di non farci troppo caso.

Passai invece a studiarne l'outfit.
Il nero gli donava davvero, quel completo sembrava essere stato fatto su misura, la stoffa fasciava perfettamente ogni angolo del corpo accentuandone la fisicità.

Abbassai lo sguardo e fu allora che i miei occhi notarono un altro dettaglio dall'aria piuttosto costosa.

Un paio di scarpe eleganti, rialzate e stringate, gli donavano quell'ultimo tocco di eleganza che era il mio padrino, Sean Crane.

«Bene..» cominciò «Fai colazione prima di uscire, sul tavolo ci sono i tuoi cereali preferiti. Tornerò a casa presto oggi per sistemare le ultime cose prima di partire. Per qualsiasi cosa hai il mio numero, non esitare a chiamarmi, okey?»

Unlimited - La paura dell'ignotoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora