8. You're one of us

3.8K 201 141
                                    

Sentii passi.. June sguazzare nell'acqua, correndo verso di me mentre voci lontane giungevano ovattate e poco chiare.
Due mani mi afferrarono e mi aiutarono ad alzarmi. Sentii una mano accarezzarmi il braccio mentre lo sguardo confuso di Raquel mi mangiava sotto quelle ciglia lunghe e nere. Il proff l'aiutò ad alzarsi e lei non staccò gli occhi dai miei. Il suo sguardò cadde sulla mia mano e scivolò sulla caviglia prima di tornare sul mio viso.

«Che cos'è successo qui?» chiese il prof in un mix di rabbia e confusione. «La campanella è suonata da un pezzo, si può sapere perché non siete in classe?»

Abbassai lo sguardo stringendomi fra le braccia di June che trovai subito confortevoli e sicure.
La mia testa si riempii di domande, si riempii di confusione dominata dallo shock. Si innondò di paure al ripensare a ciò che avevo subito solo qualche minuto prima, alla violenza, alla cattiveria di Paige.
Alzai lo sguardo, cercandola in quel bagno stretto e quando la incontrai, non sembrò affatto contenta delle mie condizioni. Il suo viso assunse un' espressione arrabbiata, triste che il suo lavoro fosse andato all'aria e io la odiai.
La odiai come non odiai nessuno prima d'ora. Come gli orsi odiavano i lupi e come i leoni odiavano le iene.
La guardai con uno sguardo che non mi apparteneva. La guardai come non riuscii mai a guardare Raquel.
Paige era un mostro.

«Ti senti bene?» la voce flebile di June mi accarezzò le orecchie. Annuii, appoggiando la testa sulla sua spalla, immensamente felice di vederla.

«Nessuna dice nulla? Bene, vedremo se sarà lo stesso in presidenza. Forza, fuori da qui»
Il proff ci fece strada e una volta fuori da quel bagno sentii un'improvvisa sensazione di benessere e libertà avvolgermi l'anima.
Raquel camminava a qualche passo davanti a me e mi ritrovai a domandarmi quale fosse la ragione del suo comportamento. Era stata lei a cominciare la cosa, perché si schierò contro a Paige? Perché cercò di difendermi?
Lei che mi tormentò per anni, che si prese gioco di me nei modi più creativi possibili, che rendeva ogni giorno della mia vita a Madrid un inferno. Perché?

Raggiunta la segreteria ci lasciarono sulle sedie in attesa e dovetti salutare June, che per ordine dei professori doveva rientrare in classe. Mi sedetti due posti più in là e rimanemmo in attesa di essere ricevute. La segretaria mi guardò preoccupata, immaginai di avere un aspetto davvero terribile cosi mi passai le mani sul viso per cercare di ricompormi e mi sistemai i capelli molto lentamente. La testa mi faceva ancora male, ma potevo sopportarlo.

«Se provi a dire una sola parola, la prossima volta te la stacco la testa» bisbigliò minacciosa, Paige.
«Fà silenzio se non vuoi che ti faccia esplodere quelle labbra piene di filler con un ago» rispose velenosa Raquel e ancora una volta non ne capii il motivo.

«È così? Ora prendi la parte delle sfigate?» domandò Paige, stizzita.
«No. Ma provo un odio profondo per le persone come te»
«Io e te siamo uguali, Raquel»
«No» scandì disgustata lanciandomi uno sguardo di sottecchi «Non lo siamo»

La segretaria le zittii avvisando che il preside era pronto a riceverci, così ci alzammo ed entrammo.
La presidenza, nonché un piccolo ufficio con al centro della stanza un enorme scrivania, ospitava un uomo di mezza età, dai capelli cortissimi, gli occhi scuri e degli occhiali sul naso a dargli quel tocco in più di professionalità. Ci indicò le sedie di fronte alla sua scrivania e una volta accomodate cominciò un vero e proprio interrogatorio.
Domande sul cosa fosse successo, perché ci trovavamo nei bagni durante l'ora di lezione e come mai i rubinetti fossero impazziti.
A tutte quelle domande rispose Paige che decise sul momento di voler parlare a nome di tutte.

S'inventò una scusa secondo la quale io mi sentii male durante la pausa pranzo e Raquel e Paige si offrirono ad accompagnami in bagno dove però, per non si sa quale motivo, i lavandini si ruppero causando l'esplosione d'acqua.
Quando poi il preside aggiunse che i professori udirono un urlo, Paige con una calma disarmante spiegò che a causa dell'acqua a terra, io scivolai e l'urlo derivò da quello.
Se non altro era brava a coprire le proprie tracce.

Unlimited - La paura dell'ignotoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora