Passai l'intero pomeriggio in quel bunker, rinchiusa fra le quattro mura di quell'ufficio che tutt'ora pullulava dei rimasugli dei miei repentini cambi d'umore.
Sotterrata nel cemento, dove la luce era bandita e l'aria risultava opprimente, mi sentivo dilaniata da una verità a cui non riuscivo ancora a credere.Ero una dominatrice dell'acqua.
Mi toccai la fronte allo stremo delle mie capacità cognitive. Quella conversazione mi aveva scombussolata completamente, come mi avesse strappato via dalla terra in cui da sempre avevo vissuto lanciandomi nel mare, in pasto agli squali.
Non credevo di essere in grado di elaborare tante informazioni in così poco tempo, eppure lo feci e lo stupore fu ingente.
In un primo momento di furia nei confronti dell'uomo che mi aveva cresciuta, mi ritrovai a pensare a come sarei stata in grado di rivolgergli la parola una volta tornata a casa senza dar inizio a quella che immaginai essere la lite che avrebbe definito il rapporto che si sarebbe creato d'allora.
Abbassai lo sguardo sul pavimento e studiandone le sfumature grigiastre mi ritrovai a fissarne il cemento per un tempo troppo lungo.
Mi passai le mani sul viso e riportai indietro i capelli, in un gesto pieno di frustrazione e indecisione.La sig.a Martin ignorò la mia domanda su chi fosse il signor Mark Miller, con fare piuttosto sbrigativo mi fece sapere che sarebbe stato un argomento che avremmo affrontato da lì a poche ore ma fra un quadro e un'altro, sulle guerre a cui ora sembravo riuscire a dare un senso, i ricordi mi allagarono la mente.
Io avevo già sentito quel nome.
Mi ci volle un po' prima di riuscire a scovarlo fra i mille pensieri ma non appena la sig.a Martin fece il suo ingresso comparendo dietro la scrivania, un ricordo spiccò inconfutabile.
Ken.
Quel nome glielo sentii nominare da lui.«Penso sia ora di farti fare il tour» sorrise «Dopodiché mi piacerebbe potessi rimanere. Fra qualche ora dovrebbero arrivare anche gli altri e in questo modo potremmo parlare tutt'insieme della minaccia e di ciò che t'aspetterà d'ora in poi»
Annuii.
Non volevo assolutamente trapelare indecisione o esitazione, così mi mostrai sicura e pronta ad affrontare qualsiasi cosa.Uscimmo dall'ufficio e la sig.a Martin mi spiegò che nella seconda porta in ferro, dinanzi a noi, si trovava semplicemente una piccola zona ristoro dove i suoi nipoti rimanevano quando lei doveva lavorare.
«Prima di mostrargli tutto il resto del bunker, dovetti tenerli qui, in attesa che crescessero abbastanza perché potessi parlargli di tutto il nostro mondo e così mostrargli anche quello che si cela dietro a quelle due porte» disse indicando poi le porte in fondo al corridoio.
«Come ha fatto a decidere quale fosse il momento giusto per dirglielo?» chiesi.
«Solitamente non è così facile, anzi, è una procedura piuttosto complicata. Il dominatore mostra i primi segni del gene sin da bambino, ma al giorno d'oggi per paura che questo possa essere scoperto gli si dona un gioiello, un po' come Sean fece con te, in modo da tenere a bada questo potere fino al raggiungimento di un'età consenziente in cui il ragazzo può imparare a farne uso. Devi sapere che di generazione in generazione solo uno dei figli eredita il gene. L'altro invece diventa automaticamente un combattente perché pur non avendo il dominio fa comunque parte di una famiglia di dominatori e questo significa che è automaticamente invischiato in qualsiasi pericolo. Di conseguenza costretto ad allenarsi e combattere per proteggere la propria famiglia» spiegò affascinandomi.
«June e Set quindi..» cominciai.
«Esatto. June ha ereditato il gene da suo padre, che anch'esso faceva parte del Controllo, il popolo dei dominatori della mente mentre Set è un combattente»
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Unlimited - La paura dell'ignoto
Fantasia[In fase di riscrittura] 𝐟𝐚𝐧𝐭𝐚𝐬𝐲 𝐫𝐨𝐦𝐚𝐧𝐜𝐞 🎶 «Non l'hai ancora capito? I buoni sono i cattivi.» Alia Blake è una ragazza introversa, intelligente e pericolosamente curiosa. Orfana della madre e con il padre in prigione, vive la sua vit...