9. Bad things won the balance

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Aprii gli occhi e come mi avessero catapultata a forza in uno dei miei peggiori incubi, mi risvegliai stordita in una casa che non mi apparteneva più da troppo tempo.

Riuscivo a riconoscerne lo sfondo surreale, i mobili consumati dal tempo e il pavimento ai miei piedi sommerso di una quantità ingente di bottiglie di alcol, mozziconi di sigaretta e vestiti logori.

Camminai scalza per quei corridoi che tanto cercavo di dimenticare. Avanzai a passo lento fra le pareti deturpate di quella casa e con l'indice accarezzai la parete che raffigurava il disegno di mia madre, che feci da bambina.

La ritirai quasi subito, assalita da brividi di angoscia quando, come in un'eco, urla laceranti di pura agonia sigillate nelle pareti di queste mura, graffiarono l'aria, demolendo il silenzio glaciale che tanto avevo imparato ad amare.

Mi ci volle un battito di ciglia per capire dove mi trovassi. Avrei riconosciuto quell'abitazione ad occhi chiusi, fra mille. Ero in grado di percepire l'essenza malefica di chi ci aveva vissuto, la sofferenza di chi ci aveva perso la vita e lo strazio di chi in quella casa, aveva perso la madre e riscoperto la vera natura del padre.

Fuoriuscii nel soggiorno, attirata da una melodia semplice, soave e che conoscevo molto bene.
Incontrai quella figura esile, sciupata dall'infinità di problemi che una bambina non doveva neanche essere in grado di immaginare, eppure il malessere mi si riusciva a leggere in viso, come il più semplice dei libri d'illustrazione per bambini.

Sedevo sulla panca del pianoforte, concentrata sui tasti. Ne accarezzavo la superficie liscia con la passione di chi a quell'età dovette aggrapparsi ad uno strumento per non finire risucchiata da un buco nero, di chi aveva bisogno solo di quello per isolarsi dal mondo che la circondava e avvicinarsi a l'unica persona che di quelle melodie riusciva ad interpretarne a pieno il significato.

Nell'orfanotrofio ero motivo di sguardi continui, gli altri bambini avevano paura di me.
Gli educatori, gli psicologi e perfino gli assistenti sociali, riuscivano ad afferrare il messaggio nascosto di un suono che solo chi aveva sofferto davvero, sarebbe riuscito a cogliere ed apprezzare.

Le mie melodie, spesso tristi, riuscivano a raggiungere ed accarezzare le ferite più profonde di chiunque ne avesse mai avuta una e come una coperta, avvolgerli nel loro dolore e accompagnarli verso quella luce soffusa in fondo al tunnel che, altro non era, che un po' di sollievo.

Strinsi gli occhi, presi da un leggero pizzicore e quando uno sparo rimbalzò fra le pareti del soggiorno, mi appiattì al muro, con il terrore a rovesciarmi lo stomaco e un violento tremore assalirmi il corpo.
M'impanicai, esattamente come la prima volta mentre cercai con lo sguardo la bambina di undici anni che dalla paura si nascose sotto al pianoforte, assalita da un terrore ceco, con le mani sulle orecchie e le lacrime a rigarle il viso.

Feci per avvicinarmi quando dei passi spediti e pesanti mi sorpassarono, come una violenta folata di vento in autunno. Inghiottì la saliva diventata veleno portandomi una mano alla bocca, lui era lì.

Inspirai ed espirai tentando, disperatamente, di regolare il mio battito cardiaco ma quando la sua voce cavernosa giunse alle mie orecchie rischiai di gridare così forte che perfino mia madre lassù mi avrebbe potuto sentire.

Strinsi il palmo sulle labbra. Mi strozzai con la mia stessa saliva, mentre scivolando contro la parete mi accasciai a terra, sicura che le mie gambe non avrebbero resistito a niente di più.

«Tesoro vieni qui, vieni da papà»
La bambina allontanò le mani dalle orecchie e non appena alzò lo sguardo, corse fra le braccia di colui che di padre portava solo il titolo.

«Va tutto bene. Non piangere, la mamma.. se n'è andata. Voleva farti del male tesoro mio, voleva tenerti nascosta al mondo, rinchiuderti in queste quattro mura. Era sicura fossi troppo piccola per capire ma sei intelligente Alia, tu sei una bambina intelligente, non c'è nulla che tu non possa fare»

Unlimited - La paura dell'ignotoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora