5. Suspicious behavior

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La settimana trascorse pressoché tranquilla. Dopo aver raccontato a June e a Mya delle mie divergenze con Raquel in un primo momento Mya volle andare a cercarla, ma la convinsi che non era il caso, che Raquel sapeva essere davvero una persona cattiva e violenta, che non avrebbe giovato a nessuno avercela contro.

Da quel momento non mi lasciarono mai da sola. Sembravano delle vere e proprie guardie del corpo, June alla mia destra e Mya alla mia sinistra.
Stavamo sempre insieme: quei 10 minuti fra una lezione e l'altra, nelle pause e anche quando finivano i corsi mi accompagnavano fino alla fermata.

Aprii le ante dell'armadio mentre un sorriso si allargò nel mio viso. Era tutto così nuovo per me ed era piacevole, mi rendeva estremamente felice.
Prima di Los Altos, non avevo neanche mai avuto un'amica e invece ora, ne avevo trovate ben due.

Un messaggio comparì sullo schermo del mio Mac attirando la mia attenzione, così mi avvicinai.
Era June, mi avvertiva dell'orario dell'incontro di questa sera al bar.

Non avevo molto tempo, dovevo sbrigarmi.
Mi asciugai i capelli mossi decidendo che gli avrei lasciati sciolti e mi truccai con un po' di blush e mascara. Mi diressi di nuovo verso l'armadio dove rimasi imbambolata per la bellezza di venti minuti, indecisa sul cosa indossare.

Dopo un lungo tempo di riflessione, optai per dei shorts di jeans chiari, un maglioncino nero e ai piedi le Dr. Martins, che mi regalò Sean al mio ultimo compleanno. Afferrai la mia borsa nera con all'interno il portafoglio, le airpods e il cellulare e mi avviai verso il piano terra.

Sean era a lavoro, erano giorni che rientrava tardi. Io lo aspettavo sempre per cenare insieme, anche se insisteva perché io andassi a dormire. Sapevo che faceva piacere a lui quanto a me.

Chiusi la porta d'ingresso alle mie spalle e mi avviai verso il Martin's Bar. Bar gestito dalla famiglia di June, se non avevo capito male la zia era la proprietaria e June, Set e Tyler l'aiutavano nel tempo libero.

June disse che ci sarebbero stati tutti, che avrebbe voluto mi aprissi di più con gli altri e mi fece addirittura promettere che avrei tentato di conversare come si deve, non limitandomi a rispondere a monosillabi come invece ero abituata a fare.
Avrei tanto voluto dirle che era già tanto che ci fosse qualcuno a volermi parlare, figuriamoci conoscere.

Il bar distava una decina di minuti da casa perciò ne approfittai per guardarmi un po' attorno. Vivevo in una città che si trovava tra San Francisco e San Jose, di nome Los Altos. Sean ha scelto questa città così che potessi trovarmi il più vicino possibile all'università, infatti distava dieci minuti in bus.

Questa città possedeva una vasta serie di habitat naturali, fra cui estuari e immensi boschi di querce. Il verde degli alberi decorava la città e ne abbelliva le strade, era una vista spettacolare per gli amanti delle camminate e del jogging.

Quando intravidi l'enorme insegna del bar dall'altra parte della strada, attraversai e mi ci infilai qualche minuto dopo.
La musica blues giunse alle mie orecchie bassa, quasi impercettibile, mentre l'odore di diversi liquori mi innondò le narici. Alla mia destra, dietro al bancone una donna di spalle era occupata a mischiare qualche alcolico. Mi notò poco dopo, dandomi il benvenuto per poi riprendere con il suo lavoro.

«Alia! Da questa parte»
Seguii la voce inconfondibile di June e ad un paio di tavoli da me, in fondo al bar, June e Mya tenevano la mano alzata.

Mi avviai verso il tavolo sotto gli occhi di tutti e mi sentii leggermente a disagio quando Tyler sorrise malizioso. Scorsi diversi visi e conclusi che c'erano proprio tutti.
Set, Tyler, Noah, June e Mya.

Unlimited - La paura dell'ignotoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora