Impietrita da quella visione surreale sentii ogni singola cellula del mio corpo congelarsi mentre il panico cominciò a crescere animato da una paura angosciante.
Non volevo credere a ciò a cui stavo assistendo. Mi ripetei più volte che non era reale, eppure il tremolio insistente delle mie gambe non faceva altro che provare esattamente il contrario.
Mi ritrovai a trattenere il fiato troppo impaurita anche solo per respirare mentre centinaia, migliaia di domande ronzavano fastidiose alla disperata ricerca di risposte.
Chi erano?
Che cosa volevano?
E come avevano fatto a fare irruzione?Gli uomini fecero qualche passo ed in modo schematico ed organizzato ci circondarono con le armi ancora puntate addosso.
Ci intrappolarono come topi, all'interno di un cerchio tanto stretto che ci ritrovammo schiena contro schiena. Il battito cardiaco accelerò.
I volti irriconoscibili erano coperti da delle maschere scure e la consapevolezza che saremmo potuti morire da un momento all'altro mi risucchiò il cuore nel petto.
«Tutto ciò che dovete fare è collaborare. Consegnateci ciò per cui siamo qui e sarete liberi. Al contrario, provate ad opporre resistenza e farò in modo che la vostra pena sia insostenibile»
La voce dell'uomo giunse alle mie orecchie in un soffio appena percettibile, tetra e impostata nonostante la maschera ne camuffasse il timbro.
A quella minaccia, una risata piena di sarcasmo e zero divertimento intruse l'aria opprimente di quel bunker di ansia.
«Brucerete tutti»Quattordici lettere.
Due parole.
Mille brividi.
Un solo autore.Venni assalita da una paura paralitica, attonita dalla nonchalance con cui esclamò quelle parole. I brividi risalirono lungo tutto il corpo e mi ci volle un battito di ciglia per riconoscere il proprietario di quella voce.
Cole.«Che cosa volete?» aggiunse poi, con voce bassa ed estremamente pacata. Non sembrava aver alcuna paura di questi uomini, la sua tranquillità, se possibile, era persino più terrificante.
Quella nonchalance sembrò subito infastidirli non appena quello che sembrava essere il capo fece qualche passo per poi sparire dalla mia vista.
«Vogliamo la dominatrice dell'acqua» pausa.
«Vogliamo Alia Blake»Bastò quello. Bastò sentir nominare il mio nome, che il mio cuore prese a martellare ossessivo nel petto, quasi a voler distruggere la gabbia toracica, facendomi sprofondare in un buco nero.
Sentii a malapena la mano di June stringermi il polso e quando uno dei seguaci fece un passo avanti credetti di morire.
«Deve essere una di loro» disse indicando me, June e Mya.
Il mio corpo si irrigidì non appena sentii l'arma a contatto con il mio ventre e quando gli occhi presero a pizzicare una voce intervenne attirando l'attenzione dell'uomo armato.
«Sono io, figlio di puttana»
Mya alla mia destra fece un passo avanti, mandando in subbuglio tutti i miei organi interni. Doveva essere completamente impazzita perché in quel suo gesto gli uomini caricarono il fucile puntandoglielo alla testa.
Serrai le palpebre atterrita e quando sentii June al mio fianco tremare contro alla mia pelle, non ci capii più nulla. Concentrai gli unici neuroni disposti ancora a collaborare e non appena compresi cosa Mya stesse cercando di fare, mi agitai sul posto.
«No» esordii in fretta, terrorizzata all'idea che le potessero fare qualcosa. «Sono io. Sono io Alia Blake»
Mya mi rivolse uno sguardo frustrato e pieno di interrogativi ma lo ignorai, credeva veramente glielo avrei lasciato fare?
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Unlimited - La paura dell'ignoto
Fantasy[In fase di riscrittura] 𝐟𝐚𝐧𝐭𝐚𝐬𝐲 𝐫𝐨𝐦𝐚𝐧𝐜𝐞 🎶 «Non l'hai ancora capito? I buoni sono i cattivi.» Alia Blake è una ragazza introversa, intelligente e pericolosamente curiosa. Orfana della madre e con il padre in prigione, vive la sua vit...