"Pronta per cosa, scusa?"
"Ti ricordi la scuola che il primo giorno che sei arrivata a Fatlandia ti avevo mostrato il paese e ti avevo accennato di una scuola? Bene, da domani la frequenterai. Poi adesso che hai raggiunto i 100 kg potrai andare a mangiare dove non ingrasserai di un chilo ad ogni cosa che mangerai".
"Tu avevi detto che non era una scuola normale. Cosa intendevi?"
"Sara questa è Fatlandia, non Parigi! Qua a scuola non si studia Leopardi o le equazioni. Qua ti insegnano come ingrassare in fretta, quali alimenti hanno più calorie. Ti sarà utile per poter vivere qui. Poi c'è anche la parte pratica dove ti fanno ingozzare di cibi ipercalorici e verrai seguita nel tuo percorso, pesandoti e misurandoti. Ti piacerà vedrai".
"Wow. Non vedo l'ora che sia domani mattina per imparare ad essere una grassona come voi!"
Era ora di andare a dormire. "Domani sarà una giornata importante per te, ciccetta".
La notte trascorse tranquilla, le stelle e la luna illuminavano il cielo sereno, gli uccellini tornarono nei nidi e le luci si spensero.
"Buongiorno grassona!! Da oggi sarai una vera cittadina di Fatlandia, che bello!"
Sara arrivò davanti alla scuola, affannata e col fiatone. Ormai era diventata obesa, è normale.
'Fatlandia school' leggeva scritto in alto.
Davanti le si presentava un grande edificio di mattoni rossi, tutto intorno c'era un vasto giardino con un carrellino degli hotdog e una fila di ragazzi paffuti dietro.
Tutti erano grassi e obesi. Pensava a come era impossibile sentirsi a disagio per il peso come succedeva a Parigi. Si ricordava, infatti, quando passeggiava per le vie centrali con i suoi genitori o i suoi amici e vedeva ragazze leggermente sovrappeso prese in giro dai ragazzi più popolari.
Per raggiungere l'ingresso dell'istituto c'erano alcuni scalini da fare e si poteva notare la fatica immane che facevano le persone già al terzo gradino.
"Diventerò anch'io così" pensò Sara con un pizzico di eccitazione.
Suonò la campanella e Sara entrò.
"Quelli del primo anno qua! Primo anno! Qua quelli del primo anno!"
Era ammaliata. La scuola era enorme e non si intravedeva neanche una scalinata, ma solo degli enormi ascensori. Non sia mai che qualcuno facesse fatica!
Proseguendo vide un cartello con scritto 'PRIMO ANNO' e vicino un gruppetto di adolescenti, ma anche bambini. Capì, perciò, che si iniziava la scuola appena si arrivava ai 100 kg indipendentemente dall'età.
Un'insegnante continuava a dire di recarsi qui se si doveva entrare a far parte del primo anno.
"Bene, siamo tutti", disse sorridendo la professoressa.
"Buongiorno a tutti, sono la vostra docente per quest'anno. Mi chiamo Valentina Ferrara e vi seguirò nel vostro ingrasso". Aveva dei capelli rossi a caschetto che mettevano in risalto il suo faccione grasso. I suoi occhi erano un verde smeraldo con qualche lentiggine qua e là sul naso. Gesticolando faceva intravedere le sue dita grosse e soffici. "Vi insegnerò a scegliere gli alimenti giusti, a fare meno fatica possibile e vi farò diventare enormi come lo sono i vostri nonni e i vostri genitori. Seguitemi".
Salirono sull'ascensore che li portò al piano giusto. Una volta scesi, Sara notò che la loro classe era a un passo dall'ascensore.
Perfetto!! La fatica qua sicuramente non la proverà.
"Questa sarà la vostra classe! Sceglietevi la vostra poltrona".
Poltrona???
Quando vide la classe era ala settimo cielo! I banchi e le piccole sedie che aveva sempre visto nelle scuole che aveva frequentato erano sostituiti da delle morbide e larghe poltrone e dei lunghi tavoli stracolmi di cibo fritto.
"Bene ragazzi, oggi essendo il primo giorno ci sarà un test d'ingresso pratico. Io e la mia collega Michela Bordelli vi osserveremo e ci segneremo il vostro livello di partenza".
"Di che cosa si tratta?" chiese uno in fondo.
"La prova consisterà nel mangiare più cibo fritto possibile. Non abbiate paura di mangiarne troppo perché verrà rifornito ogni volta".
Si misero in fila indiana e iniziò il primo. Mangiava molto velocemente, magari era proprio questo il trucco. Finito tutto, punteggio massimo.
Il secondo mangiava lentamente, ma sembrava che non mangiasse da mesi. Purtroppo si fermò a metà, da migliorare.
Arrivò il turno di Sara. Lei non era abituata, non era cresciuta lì e aveva vissuto con sua madre che paragonava la bellezza alla magrezza. Non ce l'avrebbe mai fatta. Chiuse gli occhi, nascondendosi da quel senso di vergogna che l'assaliva. Finito tutto, punteggio massimo. Incredibile! Ce l'aveva fatta!! Si sentiva molto orgogliosa. Sfogò la rabbia che provava per quei cibi integrali e insipidi che le dava sua madre sul cibo.
Una volta finito tutti si sedettero e iniziò la lezione: oggi si sarebbe parlato dei cibi calorici e ipercalorici.
Era stupendo stare a scuola! C'erano due cuochi per classe e per tutta la lezione ti portavano al posto dei bei piattoni di cibo. Molto meglio fare scuola così!
10:01!
Zia Teresa e i genitori di Sara corsero in aeroporto a chiedere la posizione dell'aereo.
"Buongiorno, avete ricevuto la posizione dell'aereo Parigi-Sardegna?"
"Signora, ci scusi dovrebbero avvisarci a mom-..."
Dring! Dring!
"Va bene grazie" e riattaccò la cornetta.
"Ecco signora. Ci hanno appena comunicato che l'aereo si trova a Coti Chiavari. Sappiamo anche i nomi dei sopravvissuti".
"Sara Filiputti!", chiese la zia con voce spezzata, "la mia nipotina, vi prego! Ditemi che è viva."
"Sara Filiputti ha detto? Mi faccia cercare". Si sentirono le dita digitare sulla tastiera del computer per poi fermarsi e dire: "mi dispiace ma non trovo il suo nome".
"Non è... non può essere...", la zia si accasciò a terra in lacrime.
"Signora me la descriva che la confrontiamo con i presenti. Può essere che sia scappata".
Prese la parola la madre che la descrisse alla perfezione, per avere una risposta più accurata.
"No signora, non troviamo nessuno. Sono sicuro che Sara si sia messa in salvo da qualche parte".
"Domani prendiamo il traghetto e andiamo immediatamente in Corsica a cercarla! Devo trovare la mia bambina!!!!" urlò il padre in preda alla disperazione.
"Scusate, ma il luogo del caso è inaccessibile. Non potete andare. Al massimo, conoscendo la vostra situazione, vi consiglio di andare nei paesini vicini. Controllate anche i più piccoli! La troverete ne sono sicuro".
"Domani mattina si parte!" disse la zia con determinazione.
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FATLANDIA -il paese dove i non grassi non sono ammessi-
Short StoryQuesto libro parla di una ragazza Parigina di nome Sara. Vive in una famiglia dove la linea e il fisico vengono prima di tutto. Non le piace il suo fisico, perché troppo asciutto e magro. Sua madre però, non le da scelta e non può mai saltare una...