9° CAPITOLO First times & unexpected invitations/ The green monster

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9.

နσʆε🌞

Nashville, 22 febbraio 2014

ore 00.00

"First times & unexpected invitations"


Ho appena avuto un orgasmo da urlo. Nella sua bocca. Quella del Maledetto. Sarà anche uno stronzo, ma con la lingua ci sa davvero fare.

Ho perso completamente la testa e adesso sono qui, a leccargli le dita che, fino a un attimo fa, erano dentro di me. Sono ancora eccitata e voglio ricambiare il favore. Mi sistemo alla meglio e lo bacio, portandogli le braccia al collo, lo faccio voltare.

Adesso è lui a ritrovarsi di schiena contro l'albero.

Senza perder tempo mi incollo di nuovo alla sua bocca. Mi stacco e incomincio a leccarlo giù per il collo, scendendo poi sul petto, arrivando agli addominali e poi sempre più giù verso l'ombelico. Arrivata ai boxer, mi avvicino al bordo e con i denti faccio per sfilarglieli, ma lui me lo impedisce.

Mi prende con forza per il mento e reclamando i miei occhi sussurra con voce decisa «Alzati. Dobbiamo andare. Tra poco la guardia controllerà qui fuori. Non possiamo farci beccare».

Non so come, io non eseguo. Insieme a lui divento disinibita.

Il suono che emette sembra quasi un ringhio animale, quando infilo una mano nel tessuto e il mio pollice lo accarezza.

Spinge il bacino più vicino alla mia mano, muovendo i fianchi, aggrappandosi con le mani ai miei capelli. Mi accorgo che è vicino al limite, quando me li stringe in un pugno e percepisco il suo corpo tendersi. Prendendomi per il mento mi fa alzare.

«Non è il momento adatto per dare di testa tua, piccolo demonio. Rivestiamoci e filiamo via di qui», mormora affanato, toccandomi la bocca con il pollice.

In silenzio, recuperiamo gli abiti da terra e li indossiamo per poi dirigerci alla moto. Una volta lì, mi porge il casco e si avvicina per allacciarlo.

«Domani è il mio compleanno, farò diciotto anni. Darò una grande festa a casa mia, se ti va, puoi venirci... puoi portare chi vuoi».

Stupita, apro la bocca, cercando qualcosa di sagace da dire.

«Una Verginella alla tua festa? Potrei rovinarti la reputazione, lo sai, vero?».

Lui non risponde, sale sulla moto, aspetta che salga anch'io e poi parte sgommando. In poco tempo arriva davanti casa mia e mi domando come faccia a sapere dove vivo. Scendo e gli restituisco il casco, che lui indossa, e senza aggiungere altro, dando gas va via.

Non riesco a crederci.

Stasera sono passata dal ballare spensieratamente con i miei amici, all'essere quasi violentata, a introdurmi clandestinamente in piscina con la mia nemesi, al venire contro un albero, per poi fare il mio secondo pompino, e a essere invitata alla festa di diciotto anni del Maledetto.

Ripenso a quel tipo fuori dal locale e rabbrividisco di paura. Stando con lui avevo accantonato l'accaduto in un angolino della mente, ma adesso mi tramortisce come un fiume in piena. Sento ancora il suo alito fetido addosso e le sue mani toccarmi senza il mio consenso.

Per fortuna, lui è arrivato in tempo. Era furibondo, quando ha capito cosa stesse per succedere. Ho ancora davanti agli occhi la scena, come se la vivessi in questo esatto momento.

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