CAPITOLO 10

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Il suono di un clacson mi fa alzare il viso sulla strada. Ringrazio il cielo quando riconosco Phil.
Dopo che mia madre se n'è andata lasciandomi nel bel mezzo della strada, ho chiamato lui e gli ho chiesto di venirmi a prendere senza spiegargli il motivo. 

Questo quartiere è distante parecchio rispetto a dove abito, e non mi andava di restare sola a cercare un autobus, o cominciare a camminare a piedi.

Sono stanca e affamata tra le altre cose.

« Forza, sali in macchina nana! »

Solitamente a questo punto, Phil si ritroverebbe con un pizzicotto sul braccio ma sono così contenta di vederlo che per una volta lo lascerò fare, e farò finta che non mi abbia chiamata in quel modo.
Non lo capirà mai che non sono io a essere troppo bassa, ma lui troppo alto!

Una volta dentro mi sento già diversa, meglio. Starei ancora meglio se mettessi qualcosa nello stomaco.

« Mi porti a mangiare qualcosa? »

Vedo il momento esatto in cui scoppia a ridere.

« Smettila di prendermi in giro Phil! »

Alza una mano in cenno di scusa. Ma non ci credo affatto!

« Non fare la permalosa ora nana, piuttosto che vuoi mangiare? »

Vorrei rispondere che ho voglia di mangiare il mondo ma mi contengo.

« Pizza ... Sì ho voglia di pizza. »

***

Al primo morso mi sembra di andare in estasi, al primo pezzo sono in paradiso e sembra che anche pisellino mi ringrazi.

« Allora ehm... com'è andata? E soprattutto  mi spieghi cosa cazzo ci facevi sola all'altro lato della città? »

« Mia madre ha scelto di portarmi lì. » rispondo tra un morso e un altro « Poi abbiamo litigato e se n'è andata. »

« Cioè fammi capire bene, quella stronza ti ha lasciato sola in mezzo alla strada? E che cazzo non ce ne sono medici vicino casa tua? »

La situazione è un po' tragica in effetti tuttavia vedere la sua espressione inorridita mi diverte.

« Ridi pure? »

Sì e non riesco a smettere. Qualcuno dice che a volte si ride per non piangere e forse è proprio quello che sta capitando a me ora.

« Comunque... Tu come stai? Anzi, voi come state? » mi domanda ancora tenendomi la mano.

Il sorriso che gli rivolgo è sincero, è gratitudine perché la sua premura per me, per noi, ha un valore immenso.
Perciò tutto quello che faccio è prendere la cartellina che ho messo in borsa e tiro fuori la foto, la prima in assoluto, di pisellino.
Gliela mostro e credo che a un certo punto stia per svenire quando la prende tra le sue mani.

« Oh mio dio Amy! È lui? »

« Sì...o lei, non lo so ancora. » gli rispondo bevendo un sorso d'acqua.

« È tutto molto bello solo... dove cazzo sta? »

Scoppio a ridergli in faccia poverino. Ha ragione, non lo vedevo neanch'io ma quando glielo indico con il dito e lo osservo, mi rendo conto di quanto fortunato sarà mio figlio ad averlo nella sua vita. Sarà uno zio perfetto.

« Beh, mi somiglia non trovi? »

« Forse potrei avere da ridire in merito.»

***

« Fammi capire un secondo. Lui ha visto pisellino e io no? Amy! »

La mattina seguente Amber è una specie di pazza quando Phil le va incontro non appena la vede arrivare all'università cominciando a farsi vanto del fatto che fosse stato il primo a vedere pisellino.

« Ovvio che sì, sono già il suo zio preferito. »

«Vai a farti fottere Phil. »

Scuoto la testa andando verso il muretto solito dove ci mettiamo prima dell'inizio delle lezioni.
Noi tre non frequentiamo gli stessi corsi, ma generalmente gli orari coincidono più o meno.

« Ti vuoi calmare? Ora te lo faccio vedere. »

« L'hai portata? E posso tenerla? »

Annuisco mentre la prendo per dargliela. Ho fatto la stessa cosa non Phil ieri.
Amber la guarda come allucinata e mi sembra pure commossa. Questa volta è Phil che gli mostra dove si trova e lei si perde a guardare l'ecografia.

« Cazzo Amy, sono scioccata! Ma... sono tanto felice per te...dico davvero. Tu? E ti prego tralascia il pezzo di tua madre perché mi viene solo voglia di prenderla per i capelli. »

« Io...sto bene, credo. Cioè non mi piace affatto la situazione con mia madre, ieri poi non l'ho incrociata neanche per sbaglio. Sono certa che non sia rientrata. Però quando l'ho visto..e quando ho sentito il suo cuore battere...me ne sono innamorata. »

Amber mi abbraccia, e Phil mi abbraccia.

« Sarà il nostro giocattolino...»

« Phil sei uno stupido! »

***

Dopo due ore di economia d'impresa, sento un bisogno viscerale di cioccolata calda.
Detesto economia, e mi annoia da morire. Non riesco neanche a seguire le lezioni come si deve e di sicuro non sono proprio una cima in nessuna delle materie.

Quando arrivo alla macchinetta vorrei urlare di gioia per il fatto che non vedo nessuno davanti a me. Inserisco le monetine e aspetto che sia pronta. Non sarà il massimo ma mi scoccia andare fino alla caffetteria. Va bene così.
All'improvviso il rumore di una mano che sbatte sulla macchinetta e accanto alla mia testa mi fa sussultare.

Sento una presenza ingombrante alle mie spalle, ma quando faccio cadere l'occhio sulla mano, mi si blocca lo stomaco.

È lui. È la sua mano e la riconoscerei tra mille.
Mi volto lentamente e me lo ritrovo a un soffio dal viso.
Il suo sguardo è furente, la mascella rigida, così come tutto il corpo.

« Dimmi che non è vero... Dimmi che Terence ha sentito male e tu non sei incinta! Cazzo dimmelo Amy! »

Mai più soliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora