10 𝕽𝖆𝖈𝖈𝖔𝖓𝖙𝖎

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-E così verranno tempi bui...- commentò Emilia.

Annuii. Raccontare quello che mi era successo mi aveva sfinita. Volevo solo mettermi a letto e non pensare più a quella storia. Ma c'era ancora una cosa che dovevo fare.

-Di che poteri stiamo parlando?- chiesi ad Alex ed Emilia.

Loro mi fissarono nella penombra, gli occhi di Alex di quel nocciola caldo che mi faceva pensare al sole d'autunno. Mi rivolse uno sguardo turbato, poi mi toccò la mano. Tutti i miei pensieri si dispersero e vidi qualcosa emergere nella mia mente. Eravamo nelle Lande della Desolazione. Attraverso i suoi occhi, vidi la creatura disegnata nell'ultimo riquadro della mia storia. Mi era seduta davanti ma non le riuscivo a scorgere il viso perché mi dava le spalle.

-Chi sei?- dissi con la voce di Alex.

La donna si voltò. Un brivido mi corse lungo la schiena.

-Una tua amica- rispose lei rivolgendomi un sorriso.

La visione svanì un attimo dopo.

-Sono poteri che...- esordì lui ma lo interruppi con una nuova domanda, -Chi era la donna che ti ha aiutato?

Mi guardò con aria interrogativa.

-Nelle Lande della Desolazione, chi hai incontrato?- gli chiesi.

Lui s'irrigidì e restò in silenzio. Poi con voce bassa e controllata rispose, -Credo che tu lo sappia.

Emilia, che aveva assistito alla scena, s'intromise -È stata una giornata lunga, - disse, -sarà meglio andare a letto.

Il sangue mi si era gelato nelle vene, il cuore aveva smesso di funzionare. Non poteva essere vero.

Emilia mi accompagnò nella camera segreta raccomandandomi di non fare rumore. Nessuno doveva avere il benché minimo sospetto che fossi lì, altrimenti la nostra copertura sarebbe saltata. Mi infilai nel letto mentre lei spegneva la luce e chiudeva la porta.

Non può essere.

La donna che avevo disegnato sul mio blocco, quella delle mie visioni, la donna che Alex aveva incontrato... era identica a me.

I miei sogni furono turbolenti, pieni di strane apparizioni. Mi vidi uccidere Incubi come quello che Alex nascondeva dentro; poi vidi lui a terra sanguinante davanti a un tempio. Mi chinai per aiutarlo ma il suo volto si trasformò in quello di Damian. Qualcuno gridò Eresia!, infine mi svegliai di soprassalto, la fronte madida di sudore.

-Julia- bisbigliò qualcuno nel buio della stanza.

-Sì?

-Stai bene?

-No.

Udii un lungo sospiro. Poi l'ombra si avvicinò.

-Vuoi che ti faccia compagnia?

Spalancai gli occhi per vedere il suo volto.

L'ombra si infilò nel mio letto. Avvertii il suo corpo distendersi accanto al mio, adattandosi alla linea curva della mia schiena. Sentivo il suo respiro solleticarmi il collo, il mio stomaco era stretto in una morsa. Non sapevo cosa fare, ero completamente pietrificata.

-Vuoi che ti racconti una storia?- sussurrò la voce.

Non riuscivo nemmeno a parlare, il contatto con l'ombra mi faceva sentire eccitata e terrorizzata allo stesso tempo.

La voce cominciò a parlare, -C'era una volta un ragazzo che viveva in una terra feconda. Ogni giorno si affacciava dal suo palazzo per ammirare la bellezza del suo regno. Era un tempo di pace, tutti vivevano felici. Il ragazzo trascorreva le sue giornate con il fratello, pescando lungo il fiume, rincorrendo galline e polli, giocando nel cortile del castello. Ma un giorno la loro madre morì, lasciandoli soli con il padre. Il padre, che era il re del regno, impazzì di dolore. Radunò tutti coloro che conoscevano l'antica arte dell'alchimia e chiese loro un rimedio per riportare in vita la moglie. Gli alchimisti di tutto il regno cercarono in lungo e in largo una cura per la rigida morsa della morte ma la ricerca si rivelò lunga e costosa. Si creò del malumore nel regno; le tasse aumentarono per pagare il lavoro degli alchimisti e correva voce che i più poveri venissero rapiti dalle guardie per essere usati come cavie. I due principi si schierarono dalla parte del re spinti dal desiderio di trovare una cura per la loro defunta madre. Quando le voci si trasformarono in protesta, i due combatterono contro i cittadini, l'uno accanto all'altro. Ben presto, però, si resero conto di non poter continuare a combattere contro il loro popolo. Così decisero di parlare con il re per trovare una soluzione e porre fine alla guerra. Ma il re non volle ascoltarli, ormai ossessionato dalla ricerca di un filtro salvifico che potesse riportargli indietro l'amata regina. Mentre la guerra tra cittadini e soldati imperversava, nel laboratorio del castello, dove gli alchimisti producevano i loro esperimenti, un povero uomo si svegliò dal coma e diede prova di una forza mostruosa distruggendo un'intera stanza del laboratorio. Uno degli alchimisti presenti, il Dottor K, imprigionò l'uomo e cominciò a lavorare a un programma segreto. Quello che creò fu la più grande catastrofe per gli abitanti del regno...

L'Accademia - VestalesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora