Capitolo 14

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Roma, 24 Settembre 2022

POV ARYA

«Arya.» mi sembra di udire la mia voce in un piccolo sussurro.

Mi trovo in una piccola spiaggia e sono seduta sulla sabbia.  Il cielo si tinge di sfumature rosa e arancioni, e il mare si estende fino all'orizzonte.  Il silenzio regna sovrano, rotto solo dal dolce mormorio delle onde che mi solleticano i piedi e dalla soave dolce che continua a chiamarmi.

Mi volto, chiedendomi di chi si tratti, e quello che vedo mi lascia di stucco: Yamir è lì, a pochi passi da me. Indossa un completo di lino color beige che si mimetizza con la sabbia.

Ha lo sguardo basso, ma la sua mano è tesa verso di me, invitandomi a seguirlo.

Alla mia sinistra, quasi come una presenza eterea, c'è Ferit. È vestito di bianco, un contrasto evidente con il tramonto dorato e il beige di Yamir. Nelle sue mani tiene una rosa, ma non una qualsiasi rosa: i suoi petali sono di un blu intenso quasi come una notte senza stelle, il suo sguardo è dolce ma tormentato così come il mio cuore.

Sto per afferrare la sua mano quando un lampo attraversa i miei occhi bloccandomi sui miei passi.

"FERIT MALIK"

L'intero cielo sembra squarciarsi, illuminando la spiaggia con una luce accecante per un istante. Le onde si infrangono con forza contro la riva, e il vento inizia a soffiare, sollevando granelli di sabbia che pungono la pelle. Poi, un tuono esplode sopra di noi, il suono è così assordante che mi fa sussultare. Perdo l'equilibrio, inciampando su una grande conchiglia nascosta nella sabbia, finisco  a terra sentendo una fitta acuta di dolore al ginocchio mentre una delle spine della rosa di Ferit mi graffia la mano.

Il sangue scivola velocemente lungo il mio palmo, mescolandosi con la sabbia umida e le lacrime salate.

Provo a rialzarmi con scarsa probabilità di successo, i cugini Malik sono ancora lì ad osservarmi, nessuno dei due muove un passo nella mia direzione fino a quando le loro sagome si dissolvono improvvisamente nell'aria.

Mi guardo intorno, confusa e disorientata. Porto le ginocchia al petto, nascondendo il viso tra le mani come per proteggermi dalla tempesta.

Sollevo la testa, sentendo un piccolo raggio di sole che penetra attraverso le nuvole, illuminando il mio viso. La pioggia cessa improvvisamente e il cielo torna sereno.

Dinanzi a me, in mezzo a quella luce improvvisa, vedo un ragazzo. I suoi occhi sono profondamente blu, come l'oceano, e mi guardano con una familiarità che mi tocca nell'anima.

«Aspetta» riesco a dire con voce tremante, trovando la forza di rialzarmi e di inseguirlo lungo la spiaggia. Lui sembra non sentirmi, continua a camminare con passo leggero, fino a quando un nome esce involontariamente dalle mie labbra: "Yamir."

Il ragazzo si ferma di colpo, come se quelle parole avessero avuto un effetto immediato su di lui.

Si gira verso di me, con un dolce sorriso  sulle labbra e avanza nella mia direzione con passo sicuro, fino a trovarsi a pochi passi da me.

«Arya. Sono le dieci.» mormora Adam al mio orecchio

Mi sveglio di soprassalto, con il respiro affannoso e il cuore che batte all'impazzata.

«Per l'amor del cielo! vuoi farmi venire qualcosa di prima mattina?» dice quasi cadendo dal letto vista la mia reazione.

«Sono modi di svegliare tua sorella?» dico sollevandomi dal soffice materasso e scostandomi di dosso il lenzuolo bianco a tema margherite. La luci del mattino filtra attraverso le tende color champagne, illuminando la mia camera.

Arya -  Ricomincio da MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora