Capitolo 13

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Aeroporto di Roma,

23 Settembre 2022

POV ARYA

«Papà.» cerco di richiamare la sua attenzione, ma lui sembra non sentirmi. Continua a parlare con l'uomo, gesticolando animatamente come se fossero vecchi amici che si ritrovano dopo anni.

Mia madre, che si era allontanata per rispondere a una chiamata dei gemelli, si avvicina notando il mio repentino cambiamento. «Figlia mia, tutto bene?» dice posando una mano sulla mia spalla.

Come può andare bene?

Non può essere lui.

Forse è il frutto della mia immaginazione, o uno di quei sogni da cui non riesco a svegliarmi.

Richiamo ancora una volta mio padre, ma mi rendo conto di non avere fiato. Tutto ciò che mi circonda inizia a sfumare, i contorni delle persone e degli oggetti diventano confusi e indistinti. Mi sento sprofondare, come se il pavimento sotto di me stesse cedendo.

Ci risiamo. Sta per succedere.

Di nuovo.

Sento il cuore battere furiosamente, quasi a voler uscire dal petto. Le mani tremano e inizio a sentire freddo, nonostante la fronte impregnata di sudore. La vista si offusca e le voci diventano un rumore di fondo indistinto, un ronzio che aumenta causandomi un forte mal di testa. L'aria sembra non entrare più nei polmoni e la paura mi paralizza.

Chiudo gli occhi e respiro profondamente, cercando di concentrarmi su qualcosa, qualsiasi cosa che possa riportarmi indietro, ma niente funziona.

Sono intrappolata in questo incubo, e non so come uscirne. Mia madre, non sentendo alcuna risposta, inizia a scuotermi delicatamente, come per svegliarmi da questo sogno o incubo. Ma non ho più controllo del mio corpo.

Poi succede tutto troppo velocemente. Vedo colui che dovrebbe essere Yamir avvicinarsi fino a trovarsi di fronte a me. Vorrei allontanarlo, ma non posso. Sono completamente bloccata. La sua figura imponente e i suoi occhi che sembrano scrutarmi nel profondo, contribuiscono a intensificare il mio stato di panico.

«Arya.» mormora, la sua voce profonda sembra provenire da un altro universo. Il suo tono è gentile, ma non riesce a calmarmi. Il suo viso, così vicino, mi fa sentire ancora più intrappolata.

«So cosa ti sta succedendo e voglio aiutarti» dice.

C'è qualcosa nel suo tono che penetra la mia confusione, come se le sue parole avessero il potere di attraversare il caos che mi sta avvolgendo in questo momento. Come può lui aiutarmi se è la causa del mio malore? Il mio corpo, quasi contro la mia volontà, inizia a reagire. Sento una leggera pressione allentarsi nel petto e i battiti del cuore diventare meno furiosi.

Distolgo lo sguardo dal suo, cercando di sottrarmi all'intensità di quel blu profondo contornato di grigio come un cielo tempestoso in un giorno di primavera.

«Respira, Arya. Concentrati su di me» continua, la sua voce è un sussurro caldo e confortevole.

Chiudo gli occhi, cercando di focalizzarmi sul suo respiro, che sembra sincronizzarsi con il mio. La tensione nei miei muscoli inizia a sciogliersi, anche se lentamente, la stretta sul mio petto si allenta un po'. Apro gli occhi e vedo il volto di Yamir, ancora così vicino. C'è una strana familiarità nei suoi lineamenti. Cerco di sforzare la mente per capire come sia possibile, ma i miei pensieri sono ancora confusi.

«Arya.» dice mia madre, distraendomi dallo strano contatto che si è creato con colui che è la causa di tutti i miei mali.

«Io e tuo padre andiamo a sistemare le valigie in auto prima che scada il parcheggio. Nel frattempo, ringrazia per bene il signor Malik e raggiungici. Siamo al numero sei» aggiunge, tirandosi dietro mio padre.

Arya -  Ricomincio da MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora