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Violetta
Erano passati quattro mesi da quell'orribile esperienza, che avevo accantonato in un angolo remoto della mia testa, mentre avevo deciso di andare avanti con la mia vita serenamente, godendomi la gravidanza e accettando ciò chi era realmente mio marito.
No che lo avrei mai lasciato, ero stata chiara dal primo momento, volevo solo che non avesse "omesso" una parte così importante della sua vita.
Ma lo avevo capito, lo avevo compreso e perdonato.
Non potevo crederci che eravamo già gennaio, e io prossima al parto.
Ero di nove mesi, e i miei cuccioli, li sentivo muoversi costantemente, come se sapessero, che quel mese, sarebbe stato il mese, che sarebbero venuti al mondo, e avrebbero incontrato la sua mamma e il suo papà.
Ero così felice, così emozionata, non vedevamo l ora che nascessero.
In quel momento mi trovavo al centro commerciale, per comprare le ultime cose per i gemelli, insieme alla mia migliore amica, e ovviamente scortata a un metro di distanza da sei uomini di mio marito.
Dopo quello che era successo, aveva voluto aumentare la nostra sicurezza, quando decidevamo di uscire un po'.
Non potevo richiudere la mia vita dentro casa, non mi avrebbe fatto bene.
Dovevo ringraziare Dio, che mi era andata abbastanza bene e alla prontezza di mio marito.
Ero stata molto fortunata e il piangersi addosso, non avrebbe cambiato la realtà dei fatti.
Avevo deciso di accantonare tutto nel dimenticatoio nella mia testa e andare avanti.
Sophia era entrata nel quinto mese e aspettava una splendida bambina, che avrebbero chiamato Alysa.
Eravamo così felici ed emozionate.
Entrambe non vedevamo l ora di incontrare i nostri piccoli angeli, e stringerli fra le nostre braccia amorevoli.
