Se la domanda che aleggia nelle vostre menti è se la Granger, alla fine, abbia ascoltato cosa la bionda Serpe voleva dirle, la risposta è no.
Era la mattina del sette gennaio. Un'aria gelida e grigia. Hogwarts si stagliava sovrano. L'Hogwarts Express si era fermato da pochi minuti, tutti erano in fermento nel raccontarsi le loro vacanze di Natale appena terminate. Hermione era andata dai suoi genitori, ma era riuscita solo a migliorare leggermente la cosa. Ora la credevano la loro vicina Gertrude. Però poteva migliorarci. Pian piano, si disse, passo dopo passo.
Stava meglio, Hermione. Aveva ricominciato a parlare e, qualche volta rideva pure. Sembrava che avesse acquistato un po' di autonomia in più. I suoi amici erano felici.
Erano da poco rientrati nelle mura del castello, quando Daphne Greengrass bloccò il cammino ai quattro. Hermione iniziò infossando le unghie nelle mani.«Pianatala, Daphne, io non voglio ascoltare nulla di quello che tu e le altre malvagie serpi avete da dire»
La Grifona superò la ragazza con una spallata, ma Daphne non si arrese e le si aggrappò al braccio.
«Hermione, se hai un minimo di intelligenza in quella testolina riccioluta, devi starmi a sentire. Ci sono cose che tu non sai! Ascolta, oggi pomeriggio potremmo vederci...»«Smettila, Greengrass. Hermione oggi pomeriggio partirà per la Lumos Saint Helena Academy di New York» Ginny si intromise, piazzandosi davanti all'amica come per proteggerla. Inghiottì un groppo in gola.
«È finita» bisbigliò la rossa, trascinandosi poi con l'amica verso il corridoio vuoto.
Mezz'ora dopo, i ragazzi erano radunati attorno al camino della Sala Comune Grifondoro, quasi deserto. Graticolavano e parlottavano, rossi di rabbia e di frustrazione.
«Come sono odiosi! Stupide serpi!» Hermione ringhiava, mentre riponeva i libri con forza nella libreria. Sotto le mani le capitò un libro che aveva rubato dalla camera di Malfoy. Lo prese e lo scagliò contro una sedia, che cadde con un tonfo. Poi sospirò profondamente.
«Sono tutti compatti, non possiamo fidarci di nessuno di loro» Harry si grattava la testa.
«Già, sicuramente volevano parlarti di quelle stupide lettere che Malfoy aveva lasciato in infermeria dopo l'incidente alle selezioni. Come se le avesse scritte davvero lui, assurdo» Ron sbuffò, incrociando le braccia al petto.
«Lettere di Malfoy?» Ginny si stranì, fissando il fratello con un sopracciglio inarcato.
Hermione si immobilizzò con una mano alzata che stringeva ancora un libro rilegato.
Non ebbe il coraggio di voltarsi verso i suoi amici, mentre chiedeva: «quali lettere?».Il silenzio calò nella Sala Comune. L'unico suono era il camino che scoppiettava furente. Una tensione che poteva tagliarsi in due come un foglio di carta.
Hermione si voltò verso di lui con uno scatto che avrebbe potuto spezzarle il collo.
«Ronald: Quali. Lettere.»
*
«Lettere? Io non ho mai parlato di lettere. Ragazze, ma che vi prende?» Ron si alzò dal divanetto, una risata isterica lasciò le sue labbra, mentre si passava più volte le mani tra i capelli. Ginny si alzò con uno scatto e corse verso di lui.
«Weasley, sarà meglio per i tuoi gioielli di famiglia che parli adesso o non avrai occasione per farlo ancora» la rossa ringhiava, accesa di furia.
La Granger lo fissava con gli occhi sbarrati. Lui deglutì.
«Erano solo sciocchezze, dovete credermi! L'ho fatto per il suo bene! Quelle non potevano essere le parole di Malfoy, lui non direbbe mai... certe cose. Se Hermione gli avesse creduto-»
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Scusa ma ti chiamo Granger - #Dramione HPFF
Fanfiction«Una mia amica dice che finché ci stai dentro è difficile capire pure le cose elementari» un sorriso vacillò sul volto della Grifona. «La tua amica non capisce proprio un cazzo, Granger» sbottò, divertito, la Serpe. "Ci sono cose che sono quasi succ...