3. Gli doveva qualcosa

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Ginny camminava avanti e indietro, davanti la porta dell'infermeria da circa ventotto minuti e, a breve, nel punto dove camminava, si sarebbe creato un bel fosso nel pavimento. La sua mente era affollata dai pensieri.

Fu Ron ad uscire per primo. La sera era inoltrata, la luna incombeva sovrana e loro avrebbero dovuto correre come dei matti ai loro dormitori, se non avessero voluto rischiare una bella detenzione. Eppure, nessuno voleva saperne di lasciare l'ingresso della stanza in cui Hermione era entrata lo stesso pomeriggio. Nemmeno un gruppo di tre Serpeverde del primo anno, che se ne stavano quatti in un angolo, ad ispezionare la situazione.

Ginny fermò la sua corsa inarrestabile per ascoltare le parole del fratello maggiore. Un sorriso flebile fece comparsa sul suo viso. Al che, il cuore della rossa si calmò, rilasciando un sospiro.

«Madama Chips è stata straordinaria. Herm è come nuova, solo che è debole e irritata» Ronald si aprì una smorfia inasprita. Ginny sorrise e scosse la testa.

«Tu irriteresti chiunque, Ron!»

«Già, ma non la pensava così fino a qualche mese fa...»

Il Weasley maggiore borbottò quelle parole sottovoce, ma la guardinga sorella fu in grado di analizzarne l'intenzione.

«Sai bene i motivi per i quali tra te e 'Mione è finita»

«Be', se per motivi intendi una serie di paroloni incomprensibili sul fatto che i nostri caratteri non siano compatibili, non mi sembrano delle motivazioni sensate» Ron era nervoso, tirò fuori una barretta alla mela essiccata dal mantello e se la ficcò in bocca, mandandola giù senza masticare. Ginny lo guardò per un secondo impressionata, poi scosse la testa per riprendersi.

«È proprio questo quello che intende, non vedi? Non ragionate sulla stessa lunghezza d'onda, Ronald. - gli prese una mano in segno di conforto - Tu sei un'onda estiva, dal mare calmo, la brezza marina di fine agosto. Lei è uno tsunami e ti trascina e non va bene così. Tu hai bisogno di qualcuno che ti segua se, quando cade il mondo, ti sposti, perché c'è qualcosa di meglio da fare che seguire le regole. Hermione ha bisogno di qualcuno che, invece, le aiuti a spostare il mondo, se non fa ciò che vuole lei»

Ron sbuffò.

«Tu ed Hermione vi volevate un gran bene e ve ne volete ancora. Ma, forse, finisce lì. È stata una storia importante, certo, e vi ha aiutato a crescere, insieme. Però c'è dell'altro e lo meritate entrambi. Finché ci stai dentro è difficile capire pure le cose elementari»

I tre Serpeverde se ne andarono, passando affianco ai due fratelli Weasley. E Ginny, che ne sapeva una più del diavolo, storse il naso.

*

Hermione si rigirava tra quelle lenzuola asettiche. Il pensiero che l'indomani, appena il quarto giorno di scuola, non avesse potuto essere presente alle lezioni, la terrorizzava. Madama Chips le aveva dato una pozione per rilassare il cervello, ma aveva sortito l'effetto contrario: se possibile, era ancora più agitata. Era l'ultimo anno, avrebbe voluto assaporare ogni secondo, non perdersi neanche una cosa, ma il mondo pareva non essere d'accordo.

Teneva gli occhi spalancati nell'oscurità dell'infermeria, quando, dal nulla, sbucò una mano con una bacchetta.
Saltò dal letto.

«Lumos»

La luce illuminò il bel volto della piccola Weasley, che sorrideva impacciatamente per averla spaventata; lasciò che il mantello dell'invisibilità le liberasse solo il volto.

«Ginny, dovresti essere nel dormitorio a quest'ora! In quanto Caposcuola-»

«Oh, Hermione, sta' zitta! Ora sono qui in quanto amica. Credo che dovresti sapere delle cose strane che stanno succedendo ultimamente» la rossa si guardò intorno, per accorgersi che nessuno le stesse ascoltando, e si avvicinò all'orecchio dell'amica.

Scusa ma ti chiamo Granger - #Dramione HPFFDove le storie prendono vita. Scoprilo ora