21. Stazione di gente che viene e che va'

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Hermione stava bussando, imperterrita, alla camera di Daphne Greengrass. Ma erano ben dieci minuti che ancora non apriva. Poi, se la ritrovò alle spalle, urlando spaventata.

«Hai cambiato idea, Granger?»

«Daphne, ho sbagliato. Non stata una stupida, ma ti prego, ti prego... ho bisogno di risolvere questa cosa con Malfoy»

Gli occhi la pregavano in silenzio. Daphne sospirò e la ospitò nella sua stanza. Chiuse la porta con un incantesimo. Hermione osservava l'orologio, puntellando un piede sul pavimento. Erano le 16:26 e l'orario di partenza era più vicino che mai.

Daphne si sedette sul suo letto, accanto alla grifona.

«È da mesi che vi sto facendo da scudo, Granger. Tengo a Draco come se fosse un fratello e come l'ho visto durante la guerra...» sospirò, distogliendo lo sguardo, «vedevo che con te stava bene. Era felice. Lo conosco da tanti anni ed era cambiato con te» incollò di nuovo i suoi occhi cristallini a quelli ambrati di Hermione. La ragazza si sentì mille scintille nello stomaco. Tutti i dolori che aveva assopito sulla sua carne, parevano affievoliti per qualche semplice informazione. Quante volte gli sarebbe ceduta?

«C'è una persona... qualcuno tra di noi che lo tradisce alle spalle» Daphne si alzò, osservando il paesaggio alla finestra, persa tra i suoi pensieri.

«È qualcuno che sa tutto. Tutte le sue mosse, prima ancora che le faccia. Credevo fosse la Parkinson, ma qualcosa non mi torna»

«Io credo che potrebbe essere. Non mi sopporta»

«Sì, ma Draco non diceva gli affari suoi a Pansy. Non li dice neanche a me!» sbuffò la bionda, grattandosi la testa.

«Non possiamo pensare solo a questo. L'unica persona che sa tutto di Draco è Blaise e non credo che lui...» Hermione non terminò la frase, perché sorrise pensando al loro rapporto. Ma poi il suo sorriso si spense tutto d'un tratto.

Daphne si voltò di scatto verso di lei. Gli occhi sgranati e il cuore che le palpitava nel petto.

«No. Non può essere, Daphne...»

«Granger, pensaci! Blaise sapeva sempre tutto di Draco!»

«Ma gli vuole bene! Non lo farebbe mai. Che tornaconto dovrebbe mai avere?» Hermione si alzò dal letto, stizzita e confusa.

«Non credere che l'amicizia qui funzioni come da voi. Le persone sono opportuniste e spesso egoiste» affermò, amaramente, la ragazza bionda. Si riferiva a lei stessa e a tutto il suo gruppo di amici.

«E ora dove sarebbe Zabini?»

«Se ci va bene, in camera sua»

«E se ci va male?» Hermione non era sicura di volerlo sapere.

«Dobbiamo correre»

*

«Draco, basta così» Blaise scagliò un incantesimo contro la porta della Torre di Astronomia. La blindò di scatto. Draco si voltò verso di lui come una furia.

«Apri, Zabini, devo trovare-»

«Tu non devi trovare proprio nessuno, Draco! Piantala! Ma lo vedi? Sembri uno squilibrato! Per colpa di quella Mezzosangue stai diventando matto» le parole di Blaise, con la sua faccia corrucciata, risuonavano per l'abitacolo. Goyle e Pansy si fecero piccoli in un angolo, mentre i due si puntavano a vicenda la bacchetta contro.

«Non ho fatto altro che dirti che due come voi non sono destinati a stare insieme. Vi logorerete a vicenda. Che cos'ha fatto per te, quella ragazzina? Ti ha reso la mano? Ti ha ascoltato, nelle notti più buie? Ti ha preso da terra, quando non eri nient'altro che un ammasso di promesse bruciate?» Blaise gli ringhiava contro, mentre Draco non credeva alle sue orecchie. L'espressione esterrefatta ne era la prova.

Scusa ma ti chiamo Granger - #Dramione HPFFDove le storie prendono vita. Scoprilo ora