Ovviamente lui era preoccupato di ciò che quell'uomo gli aveva detto. Ogni tanto veniva a fargli visita durante la giornata, a portargli da mangiare solo perché a detta sua doveva essere in forma. A nessuno piacevano le ossa. Ma quella sbobba era difficile da mandare giù, non era mica come il pollo che gli offrivano al suo tempio. Era così solo che si era inventato anche un amico immaginario, a volte parlava con una macchia sul muro che aveva chiamato 'schizzo', almeno c'era qualcosa che lo ascoltava e a lui piaceva anche parlare molto. Schizzo era lì quando, a notte fonda, si ritrovava a esternare i suoi pensieri a parole. Era una sera di quelle, gli occhi dell'uomo erano puntati sulla macchia. Infatti questa aveva una forma insolita: circolare, con tre vuoti a formare occhi e bocca. Non riconosceva la sostanza della quale era fatta siccome era datata, era scura sì, ma l'importante era che gli faceva compagnia.
<Sai Schizzo, penso di non voler fare da schiavo a qualche porco pervertito. Chissà cosa mi farebbe. E se poi fosse pure brutto ? A questo punto preferirei davvero la morte.>
Sussurrò, storcendo il naso sulla quale vi era una ferita ancora presente, ma era incrostata e tutte le lesioni stavano guarendo in fretta fortunatamente. Ci era andato giù pesante quel tizio. Non sapeva che ora fosse, ma sicuramente notte siccome da una piccola finestrella in alto vedeva la luna piena nel cielo circondata da tante stelle.
Era già ora di cena e quel tizio era in ritardo.
<Mi manca molto volare libero in aria. Lo sai ?>
Sussurrò a seguito di un lento sospiro. Era così stanco. Per quanto altro tempo doveva durare quella tortura?
Hawks ormai aveva perso il conto dei giorni, non riusciva a distinguere più la mattina dalla sera e ormai poco gli importava di essere preso come premio.
Tanto doveva subire, ne aveva la piena consapevolezza. Era arrivato a un punto in cui doveva sopravvivere, piuttosto che cercare di morire. La porta che si aprì di scatto, lo andò a cogliere di sorpresa, sulla soglia vi era sempre il soldato spartano e tra le mani aveva quella schifosa sbobba.
<Ah, quanto darei per del buon pollo come pasto.>
Disse sospirando, mentre l'altro lo guardò sottecchi avvicinandosi a lui con il piatto in mano.
<Scordatelo. Mangi ciò che mangiamo noi. Ed è già tanto per te, siccome sono razionate le nostre porzioni>
Mise il piatto a terra, davanti a lui.
<È un vero peccato.> Rispose il giorno e si mise seduto a terra a gambe accovacciate. Prese il cucchiaio di legno e iniziò a masticare.
<Buona fortuna, uccellino, per domani>
Disse l'altro con un sorriso sul viso, quasi contento di sbarazzarsi di lui.
<E io che mi ero quasi affezionato a te. Davvero volete mandarmi via così ?> Gli chiese con fare ironico ma che dopotutto nascondeva un fondo di verità. Da una parte avrebbe preferito rimanere lì, nonostante l'igiene e il posto non fosse uno dei migliori, piuttosto che andare a vivere da uno sconosciuto.
<Finalmente oserei aggiungere.>concluse l'altro e abbandonò la stanza. Ed ecco che era rimasto nuovamente da solo.
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War prize
Fanfiction✔︎Au - antica Grecia ✔︎Dabihawks ✔︎boys love: sesso gay ✔︎tematiche forti, no adatte ai deboli di stomaco buona lettura Hawks è un premio di guerra. Dabi è quello che lo ha conquistato.