Capitolo 17

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Pov Rosa
Sono diversi giorni che non vedo Carmine, non lo vedo da quando abbiamo litigato e poi ha visto me e Alex nel bagno.
Quando sono in sala comune lo aspetto invano dietro la tenda rossa, ho parlato anche con Pino, lui mi ha detto che non si sente bene ma che si riprenderà presto, ma i suoi occhi dico tutt'altro, sembrano dirmi "Che cazzo hai fatto? L'hai ferito veramente..."
Ogni giorno che non lo vedo è un peso sul cuore, sto veramente male, non riesco a trovare il modo per parlare con lui, vorrei dirgli che ha frainteso quello che ha visto in bagno, che il mio cuore appartiene a lui, che amo solo lui e nessun altro.
Maddalena ci accompagnato in sala comune, i ragazzi sono già qui, il mio cuore inizia a battere più forte, illudendosi di trovare Carmine, mi avvio verso la tenda rossa, entro dentro sperando di trovarlo appoggiato al muro come è solito fare..
Ho un colpo quando mi accorgo che lui di nuovo non c'è..
Chiedo a Madda di poter andare un po' in cortile, ho bisogno di prendere un po' d'aria, lei acconsente anche perché ci sono altre ragazze in cortile intente a giocare a pallavolo. Mi allontano dai campetti, spingendomi nella parte più appartata del cortile, ho bisogno di stare da sola con me stessa.
Mentre sto fumando in sigaretta, vedo spuntare Cucciolo seguito da Dobermann e Micciarella.
<< Tutta sola? E l'innamurat tuj non c'è?>> mi sfotte Cucciolo
Io non rispondo ma gli lancio uno sguardo assassino.
<< Ormai nel suo cuore c'è un altro uomo...>> dice Cucciolo rivolgendosi agli altri due.
Tutti e tre ridono.
Inizio a sentire la rabbia aumentare.
<< T'avess fatt for O' piecuro visto quello che hai fatto. È proprio sfortunato con le donne, una è morta e tu l'hai tradito.>> continua Cucciolo sfoderandomi un sorriso a trentadue denti.
Ormai ho perso il controllo, la rabbia si è impossessata del mio corpo.
<< Ma tu che cazz we da me? Io non ho fatto niente di quello che hai detto!>> dico alzando la voce e avvicinandomi a lui.
Cucciolo sta per ribattere ma non gli do il tempo, gli sferro un calcio alle parti basse, lui geme dal dolore e si inginocchia.
Inizio a sferrargli pugni sul viso, colpisco sia il naso che il labbro, ma poi vengo fermata da Dobermann e Micciarella.
Dobermann mi ferma bloccandomi con un braccio il collo e con l'altro le mani, Micciarella invece aiuta suo fratello ad alzarsi.
Cucciolo ha il naso rotto e un profondo taglio sul labbro, infatti preme con le mani sul naso per bloccare il sangue, con scarso successo.
<< Ti sei divertita a farmi questo piccere? Ora ti farai molto male>> dice Cucciolo avvicinandosi a me.
<< Non puoi toccaremi, lavori per mio padre, saresti un uomo morto se lo facessi >> dico cercando di divincolarmi dalla presa.
<< Lo sai un detto? Occhio non vede, cuore non duole. Chi informerebbe tuo padre di quanto sta per succedere? Tu non dicerto. Quindi per ora non lo verrà a sapere.>> dice avvicinandosi a me e accarezzandomi la guancia.
<< Che vuoi farmi?>> dico cercando di rimanere impassibili anche se sto avendo davvero paura. Loro sono tre ed io invece sono una e sono sola.
Cucciolo si avventa contro di me, mi sferra due pugni uno di seguito all'altro, poi Dobermann mi lascia ed io cado a terra, cerco di rialzarmi velocemente, ma mi gira la testa e perdo un po' l'equilibrio, sento Cucciolo e gli altri ridere di me.
Poi Cucciolo si avventa di nuovo su di me, mi difendo e cerco di scansarlo ma Micciarella si pone davanti a me, mi fa arretrare finché non mi trovo con le spalle al muro.
Il fratello maggiore si avvicina e porta le sue mani intorno al mio collo, cerco di divincolarmi, riesco a sferrargli dei calci, ma non desiste.
Con la mano libera inizia a palparmi il corpo, mi sento impotente davanti a questo gesto.
<< O'piecuro perderebbe la capa se potesse vedere quello che ti sto facendo..>> dice continuando a palparmi.
<< Lassm! Ricordati una cosa: sarai un uomo morto!>> dico con quel poco di voce che mi rimane, visto la pressione se esercita sul mio collo.
Mi sento violata, non riesco a liberarmi, intanto Cucciolo continua a palparmi, divertendosi a vedere le miei reazioni.
Vedo Dobermann e Micciarella dietro Cucciolo sorridere di questa situazione, vorrebbero partecipare, ma lui non acconsente.
Ad un certo punto si avvicina pericolosamente al mio orecchio << Statt accort Ricci, ora sei sola, non c'è nessuno che ti copre le spalle... Nemmeno tuo padre..>>
Approfitto di questa vicinanza per sferrargli un calcio nelle parti basse e un pugno in faccia, riesco a liberarmi dalla presa, ma subito Micciarella interviene, si butta su di me ed inizia a colpirmi, prima con schiaffi e poi si alza ed inizia a darmi calci sulla pancia e sulla spalla.
Cerco di reagire ma sono in vantaggio numerico, sono tre contro uno.
Mi rannicchio per proteggere il mio corpo, cercando il momento migliore per scappare da lì.
Ad un certo punto udisco una voce familiare.
<< Lassatl! Rosaaaaa!>> dice Alex correndo verso di noi.
Cucciolo ordina a tutti di dileguarsi e mi lasciano lì, inerme, al suolo.
Alex mi raggiunge, si china su di me per aiutarmi ad alzarmi, mi fa male tutto, ogni centimetro del mio corpo mi fa male.
Ho un occhio un po' gonfio e il labbro un po' spaccato, mi fa male il collo, infatti inizio a tossire in modo strano.
Alex mi culla, mi abbraccia ed io mi lascio andare ad un pianto liberatorio. Se non ci fosse stato lui, non so se sarei stata ancora viva e vegeta.
<< Come stai Rosa? Che cazzo è successo?>> dice Alex preoccupato.
<< Ero da sola per i fatti miei a fumarmi una sigaretta quando mi hanno raggiunto, non gli ho nemmeno visti arrivare. Avevano già intenzione di farmi la festa, solo che si sono spinti oltre>> dico arrabbiata
Alex sembra non capire le mie ultime parole, da una parte sono felice di questo, d'altra parte ho bisogno di parlarne con qualcuno.
<< La pagheranno! Lascia fare a me piccere! Promettimi che non andrai più in giro da sola!>> dice ammonendomi Alex
Io accenno un si con la testa e ci incamminiamo verso le celle.
Visto le condizioni in cui sono, indico ad Alex un capannone dove poter entrare, devo ripulirmi sennò inizieranno a farmi troppe domande. Sul viso i segni non posso coprirli ora, ma devo cercare di coprire gli altri in più devo togliere i residui di sangue.
<< Prendi questa, almeno coprirai i segni sul collo e sulle braccia>> dice accarezzandomi la spalla mentre mi passa la sua giacca.
Gli sorrido e subito l'indosso. Mi aiuta a camminare e mi accompagna fino alla camerata femminile. Con calma raggiungo la mia cella, mi butto sul letto ed inizio a piangere.

Pittamml nsiem stu' futur (Carmine di Salvo e Rosa Ricci)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora