Parte 5

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12:30 Sabato
Finalmente un giorno della settimana decente, anche la giornata è bella oggi. C'è il sole, gli uccellini che cinguettano sui rami degli alberi, i fottutissimi cantieri che lavorano dalle 6:00.

Sono ancora nel mio letto a pensare, non so a cosa, ma giuro che sto pensando. Ma sì dai, è ancora presto; mi giro dalla parte opposta e provo a chiudere gli occhi, ma niente di ciò che faccio io può essere rilassante, entra Christopher spalancando la porta, e in un nano secondo me lo ritrovo con la testa sul mio cuscino.
«Buongiorno Biiiii» cinguetta chiamandomi con il nomignolo che da sempre mi ha assegnato.
«Buongiorno mostriciattolo»
«Mi porti al parco? Dai tu prego» mi chiede facendo gli occhioni dolci con le mani giunte appena sotto il mento.
«Ok, ma dammi due minuti»

Mi alzo barcollante e raggiungo la porta, non appena abbasso la maniglia e si apre uno spiraglio che permette il passaggio dell'aria dalla mia camera al resto della casa, un odore paradisiaco inonda le mie narici.

Non serve che mi sporga per capire che mio padre sta facendo una delle sue solite delizie, varco la soglia della mia stanza e scendo le scale dirigendomi da mio padre che sta sistemando accuratamente degli spicchi di mela su un impasto soffice e biancastro.

«Buongiorno chef!»

«Buongiorno piccolina mia» canticchia dolcemente

Gli stampo un bacio sulla guancia e vado a prepararmi per portare il piccoletto al parco. Scelgo una semplice salopette Blue jeans che abbino ad una maglietta bianca della Nike che accompagno con le Air Force 1 del medesimo colore. Lascio liberi i miei morbidi ricci scuri e dopo averlo riferito a mio padre, mi reco in giardino dal mio Ciao che metto in moto:

Arrivati sul luogo Christopher inizia a correre da una giostrina all'altra sotto il mio attento sguardo, senza lasciarlo sfuggire un secondo

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Arrivati sul luogo Christopher inizia a correre da una giostrina all'altra sotto il mio attento sguardo, senza lasciarlo sfuggire un secondo.

Torniamo a casa e mi fiondo in camera mia a leggere e cazzeggiare con i Nirvana e i Soundgarden di sottofondo. Più tardi uscirò con Apollo, uno dei nostri giri in macchina.

Eccolo lì che arriva davanti a casa mia con la sua FIAT panda color azzurro fosforescente talmente acceso che sembra che ti incendi la retina.

«Ciao bel ragazzo» dico á sfottò

«Ola bella ragazza» risponde

«Dove mi porti quest'oggi?» chiedo curiosa

«Solita fantastica meta, il MC ovviamente» dice entusiasta

Scegliamo ciò che vogliamo mangiare e ci accomodiamo al tavolo, e a quel punto la conversazione inizia a farsi alquanto strana.

«Sai Bebe, il prof... mi sembra un po' strano» confessa lui

«lui è strano.»

«Si beh poco ma sicuro, ma io intendo che... lui è strano con te»

Onestamente non comprendo quest'affermazione ma continuo la conversazione

«che vuoi dire?»

«nah dai nulla, lascia stare»

«ora sono confusa e curiosa, non vorrai mica lasciarmi con il dubbio?» lo sforzo a espormi la sua tesi

«Non saprei, come ti guarda... anche quando entra, sai. Vabbè dai lascia stare...»
afferma il biondino dinanzi a me.
Si, credo sia meglio lasciare stare

«ok, ma ti assicuro che ti sbagli

«Sarà che hai ragione, ma io rimango con la mia idea» ribatte sicuro.

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