Parte 8

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Mi giro e mi rigiro su me stessa ma nulla, oltre a non avere sonno ho anche sete. Mi avvalgo della facoltà di alzarmi e lenta e barcollante mi sollevo dal letto.
Con gli occhi socchiusi mi appoggio alla parete cercando la porta, una volta aperta percorro il corridoio arrivando in cucina. Non vedo niente cazzo, mi appoggio al bancone cercando la bottiglia che avevo visto qualche ora prima sul piano.
Non la trovo, sembra che sto facendo il cosplay di uno zombie, al buio, con le occhiaie e con le mani che si muovono aperte in orizzontale per aria in cerca di qualcosa: la mia fottuta bottiglia.

Improvvisamente sento qualcosa che svia le mie mani e finalmente trovo la bottiglia, no dai saranno degli scherzi del sonno. Svito lentamente il tappo per evitare di fare cadere l'acqua, giro il bicchiere e CAZZO! Che cazzo è?!
Qualcosa preme insistentemente sulle mie natiche, costringendo il mio bacino a stare immobile conto la cucina, impedendogli di scostarsi. Contemporaneamente qualcosa accarezza il mio fianco destro delicatamente, come a voler iniziare un gioco perverso ed estenuante per mai più finire. La presa sul mio fianco diventa salda e, come uno specchio, si ripete anche sull'altro. Ora il mio corpo è bloccato da... Due braccia?!
Vengo spinta ancora con più forza contro il bancone, ma mai lasciata, non vedo niente e la cosa non mi piace. Sento dei respiri caldi sul mio orecchio che scendono sul mio collo per poi lasciare spazio a due morbide labbra che a malapena mi sfiorano, la corta barba mi pizzica la pelle, la mano sul mio fianco destro si sposta sulla mia vita, per poi fermarsi al centro del mio ventre ma senza arrivare alla mia femminilità. Improvvisamente la presa si fa salda sui miei polsi, obbligandomi a voltarmi con rapidità, la situazione si ripete, ma adesso è tutto più chiaro. Lui è inanzi a me e mi sovrasta con la sua figura, mentre la sua ampia mano destra mi circonda il collo costringendomi a piegare lievemente la testa all'indietro, la mano sinistra invece è sul mio fianco e mi costringe a stare immobile.

Qualcosa di duro e rigido ma al tempo stesso delicato, tocca il mio interno coscia solleticandomi e facendomi dimenticare la figura che quest'uomo rappresenta. Le sue labbra sfiorano il mio orecchio aumentando la forza della presa che circonda mio collo, e facendo crescere in me un bisogno spropositato di lui,
«Sai piccina, ti ho ripetutamente dette che le cose da grandi devi lasciarle fare ai grandi» disse con voce gutturale. Volevo solo una cazzo di bottiglia! Ero immobile impotente, tremavo anche se impercettibilmente, «hai paura di me?» continua «non dovresti, voglio farti solo del bene» dice malizioso,
«Per favore. Io n-non»
«Io non faccio favori a nessuno piccina» mi interrompe «ma chiedo agli altri di farli a me», «e nessuno mai osa disobbedire» dice prima di sfiorare le mie labbra con il suo pollice.
Riesco a intravedere solo le sue iridi color argento che scavano nelle mie, una mano scorre veloce sulla mia natica prima di essere lasciata libera al buio della notte. Improvvisamente sento un vuoto come se mi mancasse incredibilmente il suo tocco. Rapida torno in camera confusa e sconvolta da quanto accaduto, e se prima non riuscivo a prendere sonno, beh ora è impossibile.

Nonostante tutto mi sento al sicuro vicino a lui e anche se nessuno mi ha mai toccato in quel modo, quando lo fa lui sembra che lo faccia da sempre. Lui è come una calamita per i miei occhi è davvero bello  e io mi sento così sbagliata cavolo.
La mattina seguente mi sveglio constatando di essere  riuscita a dormire almeno 3 ore. Scosto le coperte da sopra il mio corpo e vado frastornata verso la cucina, con la speranza di incontrarlo, magari senza la maglietta... Ok basta cavolo è il mio professore per quanto fico e perfetto possa essere rimane pur sempre il mio insegnante di storia.

Entro in cucina e i miei occhi girano per la stanza, ma di lui nessuna traccia, ricordo ancora a memoria tutte le sensazioni che ho provato ieri sera, è stato strano... perché l'ha fatto, non mi mi sia dispiaciuto, ma cavolo è... strano. Improvvisamente mi sento cingere i fianchi da due mani calde e sicure, voltandomi incontro i suoi luminosi occhi che mi osservano dall'alto in basso, mentre lui è senza la maglietta con solo un pantalone di tuta e i capelli umidi e gocciolanti raccolti in un morbido chignon sulla nuca, i tatuaggi sono ornati da gocce d'acqua che scorrono libere sull'ampio petto allenato e forte e la medesima visione si ripete sulle braccia. Non so cosa dire le parole mi rimangono bloccate in gola, beh insomma cosa si dice in questi casi?
«Buongiorno piccina, dormito bene?»
«B-buongiorno, sisi grazie» dico sorridendo impacciata
«Allora, cosa vorresti per colazione?»
Te. «Qualsiasi cosa»
«latte e cereali? Latte e biscotti? Latte e menta? O preferisci qualcosa di salato?»
Preferirei te. «va benissimo latte e cereali, grazie» affermo sorridendo grata
«Perfetto» ricambia il sorriso
Tu lo sei.
Avvicino la tazza, mentre lui si siede di fronte a me, «Allora, io oggi ho richiesto un giorno da scuola perché ho degli impegni,se vuoi io ti posso accompagnare»
«Non si preoccupi, i miei non ci sono, perciò posso anche saltare le lezioni dato che ho praticamente tutte le interrogazioni del mese tranne della sua materia, credo che andrò a casa.»
«Ho una richiesta da farti e spero vivamente che tu non mi dica di no»
«Mi dica tutto» dico sorridendo
«Vorrei che tu in contesti come questo, ovvero quando siamo solo noi, mi dia del tu» disse
"Quando siamo solo noi"? Ciò vuol dire che vorrà stare altre volte solo con me?
«Ok, come vuol- come vuoi, e comunque non ti preoccupare, andrò a piedi, ma grazie lo stesso»
«Va bene, come preferisci».
Finiamo di fare colazione e successivamente mi preparo per tornare a casa mia dopo una notte a dir poco... indimenticabile.
Mi accompagna alla porta cordialmente,
«Ci vediamo domani» dice con un sorriso dolce
«Va bene, a domani» ricambio il sorriso
Quando siamo sulla soglia della porta a pochi centimetri l'uno dall'altro solleva una mano e con una carezza mi scosta i capelli dal viso,«Sai, non ho mai visto degli occhi come i tuoi, sono davvero belli» confessa con la voce più bassa e seducente che io abbia mai sentito.

Credo che le mie guance abbiano assunto un colorito lievemente rossastro per via del sorriso malizioso che fa guardandomi e sollevandomi il mento con l'indice, come ad invitarmi a guardarlo negli occhi. Ovviamente non ci riesco e mentre ci maledico sposta delicatamente la mano dal mio volto per poi farla scorrere sul mio fianco, lui sa che vorrei di più, che vorrei risentirlo rilassato contro di me mentre mi studia attento sotto il suo tocco come qualche ora fa, ma ovviamente ciò non è possibile, allora ci limitiamo a qualche sguardo complice dicendoci una marea di cose senza emettere suoni o far fuoriuscire voce.

Approfitto di questo istante per sgattaiolare via senza smettere di sorridere, non riesco a non farlo, provo troppe emozioni tutte insieme ed è il mio unico modo di esternarle senza sclerare. Mi sa che non capire storia mi sta piacendo più del previsto...

Insegnami ad amareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora