Capitolo 9

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Venerdì 07:55
Berenice's pov

Finalmente è l'ultimo giorno di scuola per questa settimana che sembrava infinita.

Sono davanti scuola in attesa che aprano il portone per entrare e lanciarmi sul mio banco. Oggi alla prima ora c'è educazione fisica, dovrebbe essere fottutamente illegale una cosa di queste!!

Come se non bastasse c'è scienze e oggi interroga, fortunatamente, insieme all'italiano, è la materia nella quale vado meglio quindi sono abbastanza tranquilla.

Ecco quell'odioso suono elettronico della prima campanella della giornata. Insieme da Apollo varco l'entrata e mi dirigo nella mia classe, prendo posto e mi sdraio con la testa sul banco senza emettere segnali di vita.

«Buongiorno ragazzi, mettetevi tutti in fila per uno e andiamo in palestra»

Svogliata mi alzo ed esco dalla classe, arrivati in palestra formiamo una riga e seguiamo gli ordini del prof.
Corsa sul posto al fischio due passi di corsa e squat. Per 20 fottute volte porco cazzo.

È finalmente arrivato il mio momento preferito, la tanto attesa partita di pallavolo. Facciamo due squadre oggi è il mio turno.

«Berenice e Alessandro forza, formate due squadre» ci mettiamo nelle parti opposte del campo separate dalla rete, è il turno di Alessandro.

«Marika» cazzo è forte, "ricordiamoci che è solo una partita scolastica niente di più manteniamo la calma", dico a me stessa. È il mio turno, ovviamente so già chi scegliere,

«Lara» dico sicura.

Si alterna una sfilza di nomi rispettivamente della sua e della mia squadra.

«Greta»

«Ignazio»

«Lorenzo»

«Apollo» ovviamente Apollo è SEMPRE mio, è SEMPRE con me.

«Guido»

«Giulio»

«Cristina»

«Carmelo»

«Flavio»

«Morena»

«Lea»

«Michele»

«Chanel»

«Enrico»

E così via...

Il match inizia e iniziamo a sbraitare come delle iene in calore, il primo punto e nostro come il secondo che loro contrastano con il loro primo punto che noi rendiamo insignificante grazie al nostro quarto e ultimo punto prima del suono della campanella che segna la fine dell' ora.

Dire che siamo stremati non basta, siamo distrutti ma vittoriosi

«VIVA LA COMPETITIVITÀ» dice Michael a sfottò del richiamo del professore secondo il quale dovremmo placare gli animi e non poco.

Torniamo in classe nella quale ci aspetta già la professoressa di arte che spiega e per poco non mi addormento sul banco russando in maniera tale che Shrek mi venga a dire che faccio talmente schifo che nemmeno gli orchi posso competere con me.

Successivamente abbiamo le due ore di Italiano nelle quali mi interroga e riesco a portarmi a casa un 8,5 super meritato, contrariamente all'interrogazione di francese nelle quali sia io che Cristina facciamo una performance a dir poco scadente alle quali assegna un 4 per entrambe.

Ecco avanzare nella classe la faccia della paura: la professoressa Bertini, di scienze e matematica. Quando la nominiamo nella mente di ciascuno di noi rimbomba forte il rombo di un tuono. Sta cessa non è contenta se non prendiamo più di 8, ma allo stesso tempo fa di tutto pur di metterci delle insufficienze. Fortunatamente in matematica mi sto impegnando e sto migliorando, ma quando spiega non fa altro che confonderci.

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