XIV. PELUCHE

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2 luglio 2022, Silverstone, Inghilterra 🇬🇧

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2 luglio 2022, Silverstone, Inghilterra 🇬🇧

[Marzo 2013, 🇲🇨]

Cinque ore.
Sono passate esattamente cinque ore da quando Clarice si è chiusa in camera sua. Arthur lo sa perché le ha contate, mentre scorrevano sull'orologio digitale poggiato sul suo comodino.

Il suo sguardo non smette di guardare quella porta socchiusa, la stessa che non ha il coraggio di aprire. Stringe al petto il suo peluche, quello con un cuore giallo al centro, cercando un po' di coraggio.

Non è mai stato bravo con i sentimenti, prova sempre a mascherarli dietro a qualche scherzo o con una risata. Ha cercato di fare lo stesso, disturbando sua sorella in ogni modo possibile, rovinandole i suoi ultimi giorni a Montecarlo prima della partenza in Italia.

Si è tenuto per sé la verità, ma ora si sente in colpa perché sa che quel tempo perso non può recuperarlo. Vorrebbe andare a parlare con lei, infatti sta aspettando di sentire anche un solo un rumore provenire dalla sua stanza, per capire se è sveglia.

Domani mattina non avranno il tempo di chiarirsi, ma l'ha già disturbata abbastanza durante la cena e non vuole peggiorare la situazione. Troverà lo stesso il modo per chiederle scusa, magari tra qualche mese, quando finalmente si rivedranno.

Il pensiero di starle lontano così tanto tempo senza aver fatto pace, però, crea un nodo alla gola che lo costringe a trattenere le lacrime. Qualcuna scappa al suo controllo, ma prontamente si asciuga le guance alzandosi dal suo letto.

Quando decide di aprire la porta della stanza di Clarice sono passate cinque ore e trentotto minuti. Smette di contare solo quando i suoi occhi incontrano, nella penombra, quelli della sorella. La osserva, ancora sveglia, con una piccola lucina ad illuminare le pagine di un libro che non sta davvero leggendo.

Forse lo stava aspettando o forse, come lui, non riusciva ad addormentarsi.

Rimane lì, in piedi, con il suo peluche a forma di coniglietto con il cuoricino giallo cucito sul petto. I suoi occhi sono lucidi per via delle lacrime, il nodo alla gola non sembra scomparire, anzi è tutto più amplificato ora che ha varcato la soglia per confessare ciò che prova.

<Arthur, vattene> ordina Clarice, senza alzare troppo il tono della voce per paura di svegliare il resto della famiglia.

Il fratello scuote la testa facendo qualche passo verso di lei <Devo dirti una cosa> mormora con difficoltà. Non sa se sarà in grado di dirlo ad alta voce, non lo trova giusto, perché è infantile da parte sua anche solo il pensiero.

Clarice sospira poggiando il libro, ormai chiuso, sul comodino. Accende la piccola bajour e si volta a guardarlo stringendo a sé il suo coniglietto identico a quello del fratello a parte per un piccolo particolare, il cuore al centro è rosso.

Non avere paura || Max VerstappenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora