9- Incoerenza

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Chishiya ci accompagnò fino alla nostra classe, spiegando all'insegnante la motivazione del nostro ritardo, ovvero che la preside doveva urgentemente parlare con noi.

Il ragazzo nemmeno ci salutò, semplicemente uscì dall'aula a passo svelto.

«Prego, tornate a sedervi» ci invitò la professoressa e noi prendemmo posto.

Improvvisamente, mi ricodai di una domanda importante che avrei voluto porre al ragazzo, così mi sbattei la mano sulla fronte «Non gli ho domandato della lettera! Magari lui ne sapeva qualcosa!»

«Anche se fosse, Chishiya non mi sembrava in vena di parlare» mi ricordò l'atteggiamento freddo del biondo ed io annuii, dandole ragione.

La lezione proseguì tranquillamente, mi imposi di non pensare alla situazione in cui mi ero ficcata e distrarmi un po', magari prendendo appunti o disegnando.

Tuttavia, la mia mente non poteva fare a meno di riflettere attentamente su ogni singolo dettaglio di quella insolita giornata, concentrandomi soprattutto sulle parole della preside Kano e gli 'incarichi' che sono stati accennati da quest'ultima.

Dopo circa trenta minuti, la campanella suonò, segno che l'intervallo era appena iniziato.

Kuina sospirò pesantemente «Siamo solo a metà giornata, non ce la faccio più!»

La guardai per un paio di secondi e feci un cenno col capo «Io vado a fumare» dissi alzandomi «Non andare al quarto piano, però!» mi consigliò «Tanto cosa importa, ormai? La preside ci ha prese in simpatia, non mi succederà niente»

«Questo non puoi saperlo!» si alzò in piedi sbattendo le mani sul banco, per poi guardarsi intorno e accorgersi di aver attirato l'attenzione dei pochi compagni rimasti in aula.

Fece un sorriso imbarazzato e si mise di nuovo a sedere, abbassando la testa «Grace, forse hai troppi pochi limiti, devi renderti conto della situazione in cui ci troviamo» sussurrò chiudendo gli occhi.

«Ma se non sappiamo nemmeno nulla di questa situazione!» alzai un po' la voce «Il fatto che non sappiano nulla, è un motivo in più per fare attenzione!» mi rimproverò ed io mi ammutolii.

Feci un passo, dandole le spalle «Vieni con me?» chiesi ancora un po' speranziosa che mi facesse compagnia «Stavolta no» rispose secca «Se hai bisogno però, mandami un messaggio, d'accordo?»

«Va bene» tagliai corto, uscendo dalla classe.

Salii tutte le scale, trovando l'ultimo piano vuoto, come era solito essere.

Mi diressi verso i bagni, ma non appena feci per entrare, una grassa risata attirò la mia attenzione.

Mi guardai intorno, nessuno era lì presente.

«C'è qualcuno?» la mia voce rimbombò per tutto il corridoio, non ottenni alcuna risposta.

Cercai di capire da dove provenisse, un velo inquietata e nel frattempo curiosa.

La risata non voleva proprio saperne di cessare, si faceva sempre più forte e vicina.

Mi avvicinai sempre più, giungendo davanti alla porta che conduceva alla strana stanza piena di computer, nella quale la preside si è fatta trovare in precedenza.

La voce veniva proprio da lì.

Tuttavia, non potetti accedere, dopo un paio di tentativi impiegati nell'aprila, capii che era chiusa a chiave.

Giusto, quello strano uomo con i vestiti da spiaggia possedeva le chiavi.

Provai a bussare «Oi, chi c'è lì?» domandai ad alta voce, la risata cessò all'istante.

Rebel soul [Shuntarō Chishiya]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora