Ventinovesima parte – La telefonata
Passarono tre mesi. Zeynep non era astata trovata. Mehdi era l'ombra di sé stesso. La barba lunga e incolta, gli occhi opachi e tristi. Pensava spesso alla sua Zeynep a come doveva essere bella con il pancione. Ormai era di otto mesi e non riusciva a darsi pace del perché lui non potesse vivere quella felicità della gravidanza come tutti gli altri, come un uomo innamorato della propria compagna. Tutto questo gli era negato. Si era lasciato andare al dolore e alla disperazione e per non pensare si imbottiva di calmanti e di sonniferi.
Finchè un bel giorno arrivo il suo amico Marco dall'Italia.
Quando lo vide gli tornarono in mente le parole di Lui quando era arrivato in Italia, più o meno disperato come adesso. Lui non sapeva del suo passato, ma i suoi occhi erano disperati e vuoti. All'epoca gli rivolse parole buone, dolci e gentili che lo convinsero a reagire alla vita. Stavolta invece no:
"Mehdi, è questo il tuo vero nome, giusto: che cazzo stai facendo? Ma ti sei visto? Sei un mezzo barbone che passa il suo tempo a letto a dormire. Ma cosa ti dice la testa?
Mehdi con una rabbia che aveva tenuto dentro di sé per troppo tempo esplose e lo prese per il colletto della camicia, dicendogli:
"E cosa cazzo devo fare? L'ho cercata dappertutto, ho chiesto a chiunque, ho collaborato con la polizia per verificare i suoi spostamenti di quella notte. E non siamo approdati a nulla! Nella casa in cui è nata – dove era andata quella notte - abbiamo trovato la sua borsa e i suoi documenti. Cosa devo fare, cosa?"
Marco lo abbracciò e gli disse di calmarsi e lo invitò a riflettere:
"In tutti questi mesi, hai trovato il suo corpo? No. Quindi finché non lo troverai, non ti arrenderai, hai capito? E io ti darò una mano."
Mehdi scoppiò a piangere disperato:
"Marco non ho più la forza, per nulla, lo capisci? Poi molti sono stati dichiarati morti, ma i corpi sotto le macerie non si sono trovati tutti"
Marco lo fece sedere e gli diede dell'acqua: "Ah per favore, Mehdi, devi combattere... la ami? Si. E allora non devi arrenderti, glielo devi così come non si è arresa lei. Intanto avete visto i tabulati telefonici del suo cellulare? Chi ha chiamato, chi l'ha chiamata? Sono indizi importanti"
Mehdi rispose: "Ma le linee erano tutte saltate, non hanno creduto necessario fare una cosa del genere".
Marco insistette: "E invece è necessario, non bisogna lasciare niente di intentato. Dai su su, vai a farti una doccia e tagliati quella barba. Torna tra gli umani".
Mehdi stranamente ubbidì. Sia Cemile che Nuh lo ringraziarono per il "miracolo" così come Nermin e Sakine. Mehdi dopo un'oretta, scese giù in salotto, completamente sbarbato e rimesso a nuovo. Prese caffè forte e andarono alla centrale.
Parlarono con Kadir e nel giro di un paio d'ore ebbero in mano i tabulati telefonici. Oltre alle chiamate di Mehdi e quelle di lei fatte a lui, alle tre e mezza di notte, mentre accadeva il terremoto, Zeynep ricevette una chiamata da un uomo che le diceva di andare alla vecchia Casa, dove era nata, perché Mehdi era in pericolo, i mafiosi lo avevano trovato e volevano ucciderlo! Si sentivano queste parole e Zeynep che rispondeva:
"Ne? Come? No Mehdi No, non uccidetelo, vi prego, no no... Mhedi Mehdi amore mio" poi il click dall'altra parte.
Mehdi si sentì subito in colpa, la sua Zeynep era uscita in piena notte per paura che gli potesse succedere qualcosa. O Allah Allah, come poteva sopravvivere a questa rivelazione sconvolgente? Questa situazione, tuttavia, gettava nuove basi su quello che poteva essere accaduto a Zeynep ed anche nuove speranze. Mehdi pensò che era stato qualcuno dei suoi nemici, ma l'ipotesi non reggeva. La chiamata era partita da un'altra parte della città, completamente sconosciuta a quella gente. L'unico indizio che avevano è che fosse vicino ad un ospedale.
Così Marco, Savas, Kadir, Mehdi e Nuh ripartirono proprio da quell'ospedale. Fecero dei controlli sul personale che vi lavorava, sui medici soprattutto ma non trovarono nulla di anomalo. Mehdi si appostava giorno e notte alla ricerca di qualche indizio, finchè una sera vide Giulia entrare all'ospedale.
In un primo momento penso: cosa ci fa Giulia ad Istanbul? Non doveva essere in America? Pensò che quella ragazza nascondesse qualcosa e prese il cellulare e la chiamò con il numero anonimo, per verificare che fosse proprio Giulia. Il telefono squillava e dopo un po' vide lei che lo cercava nella borsa e rispose in turco. Altro enigma, lei parlava turco? Ma chi era veramente quella donna? E cosa nascondeva? Con quel pallino in testa, scese dalla macchina ed entrò all'ospedale.
STAI LEGGENDO
Mehdi e Zeynep: storia di un amore interrotto
RomansaQuesta storia è frutto della mia fantasia e scritta pensando ad un finale differente da quello originale della serie tv turca che mi ha ispirata. Mi riferisco a Doğduğun Ev Kaderindir con İbrahim Çelikkol nel ruolo di Mehdi e Demet Özdemir in quello...