[capitolo 6]

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《Non ci pensare minimamente! Ci rivedremo presto. Mi mancherai tantissimo》furono le ultime parole di Aurora per poi stringermi in uno dei suoi fantastici abbracci e piangere.

Uff. Ho le cuffie nelle orecchie e ascolto un pó di musica.

《Heyy cami mi passi la mia sacca dei giocattoli》mi urla Michele.
《Me la passi anche a mee? È anche miaaa》 inizia a lamentarsi Davide.
Ecco che ci risiamo. Una delle loro solite risse. Uff, sono stanca di questa famiglia!
《Hey voi due, finitela!》ruggí mamma.

Eccoci arrivati all'areoporto di Roma.
È la prima volta che prendo l'aereo, ma preferivo prenderlo per fare un viaggio e non per trasferirmi.
Vabbè.
Ci danno i biglietti. Lo osservo per poi capire che ho il posto A.
Almeno ce l'ho vicino il finestrino!
《Mammaaa, voglio stare io vicino al finestrino》grida Michele sbattendo i piedi.
《Anche ioo》urla Davide
E io che fantasticavo...
《Camilla spostati e fai mettere Davide. E tu Alice spostati e fai mettere Michele》disse mio padre.
《Heyyy non è giusto》urló Alice.

Vabbè, non ho voglia di descrivere il mio schifoso viaggio per arrivare a Hoboken .

Siamo appena arrivati.
Non posso dire che la casa è brutta, e nemmeno che Hoboken è brutta.
Ovviamente siamo nella parte periferica con le villette come quelle nei film americani.
Ho sempre sognato vivere in una uguale!
Inizio a pensare che magari devo cercare di godermi queste cose e abituarmi invece di avere il broncio, tanto non concludrei nulla.
Entriamo e la casa è giá arredata benissimo.
Inizio a capire che i miei genitori lo sapevano da tanto tempo.
Aspettiamo che un camion ci porti la nostra roba. Anzi aspettano.
È mezzanotte e sono strastanca.
Mi avvio per le scale

《Máá, qual è la mia stanzaa?》grido mentre salgo lentamente le scale

《Infondo a sinistra》
Mi affretto per poi trovarmi davanti una porta bianca.
Apro la porta. Mi guardo intorno per vederla nei piccoli particolari.
Niente male.
Le pareti sono arancioni e verdii. Gnaw, i miei colori preferiti.
Ammetto che questa stanza è sempre stata la stanza dei miei sogni, molto semplice ma bella.

Mi inizio a rotolare su quello che si rileva un morbidissimo letto.

Sono stanchissima.

**

Oggi la giornata è iniziata bene.
Strano che mia madre non mi abbia chiamato per mettere a posto la roba. Gironzolo per la casa.
Mi ritrovo nel salotto. C'è un oroglio che segna 11:30.
Cavoli.
È un pó tardi.
Mi si avvicina papá
《Buongiornoo. Gli altri stanno facendo colazione》

Mi affretto ad entrare in cucina
《Buongiorno!》 Mi accoglie mamma《Ci sono pancakes e un cornetto. Non ho avuto tempo di andare al supermercato》
《Okay. Grazie》
Mi siedo e inizio a ingozzarmi.
《Quando riprenderó la scuola?》chiedo, a bocca piena.
《Domani!》esclamó mia madre 《oggi mi dovrai aiutare con le faccende di casa! Dobbiamo togliere tutto dagli scatoloni, spolverare e mettere tutto apposto!》

E io che pensavo che me la fossi scoppottata! Era troppo strano per essere vero!
.
.

Mi scuso per il capitolo cortissimo.
Ma finalmente è finita la scuola. Da oggi aggiorneró quasi ogni giorno!
Spero che la mia storia vi piaccia.
Se vi piace lasciate stelline, e magari qualche commento con vostri pareri e consigli

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