•capitolo 9•

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Il mio primo giorno di scuola. Che ansia. Prima ora: storia. Qui è cosí diversa la scuola, è cosí diverso tutto. L'inglese è molto piú difficile di come lo studiavo in Italia, e penso ci vorrà un bel pó per ambientarmi. Le facce mi sembrano tutte molto amiche, anche se nessuno sembra notarmi.
Muoio di imbarazzo quando la prof mi fa presentare avanti a tutti. Ho detto poche parole e mi sono seduta nell'unico posto libero.

Diciamo che il resto del giorno è stato abbastanza noioso, niente da telefiction, nessun avvenimento del tipo "sbatto al strafigo della scuola e lui si innamora". Peró nell'ora di biologia, la mia mente è andata da tutt'altra parte, e ho deciso che farò quell'audizione per il nonno.

Cosí, uscita da scuola verso le 16, raggiungo la scuola di danza. Per trovarla ho sbagliato 5 volte la strada nonostante chiedessi informazioni, e anche se non era molto lontana sono arrivata alle 18. Appena entro sento le melodia di Mazurka from Etudes e vedendo i Grand Battemant delle ragazze élite capisco il loro alto livello, non penso di avere molte opportunità. Una signora abbastanza anziana,molto probabilmente la maestra, mi nota, si avvicina e mi stringe la mano presentandosi :《Rose Kaviz, cosa posso fare per te?》
《Ehm, volevo informarmi sulle audizioni per entrare nel gruppo delle pyd》dico balbettando.
Lei mi squadra da sopra a sotto e mi assale la paura di aver sbagliato la pronuncia o magari di aver un accento troppo "italianizzato".
《Bene, sei proprio in tempo. Bisogna farlo entro questa settimana, puoi venire anche venerdì. Ma sai quello che comporterà? Sai quanti sacrifici dovrai essere disposta a fare? Sai quante volte dovrai stare qui saltando uscite e compleanni?》
《Sì, certo, ma non c'è problema, la danza è la mia vita》
《Bene. L'esame si svolgerà in due parti: la prima alla sbarra, la seconda con un assolo al centro. Ma la difficoltà sarà che la base la scegliamo noi, e quindi sarà a sorpresa. Non ti preoccupare troppo, se sei brava lo supererai. Ci vediamo venerdì alle 17》
《Arrivederci》

Me ne vado con l'ansia addosso: ho meno di 5 giorni per prepararmi!
Appena vado a casa prendo il borsone di danza e inizio a riscaldarmi con le punte.

Ma improvvisamente mi viene in mente una scena che mi fa distrarre completamente dalla danza. Poche settimane prima che partissi, quando sono svenuta e mi hanno portato in ospedale ricordo che ero in una stanza dai muri azzurrini ed ero molto stordita. Avevo gli occhi chiusi e avevo sentito delle voci confuse, ma avevo capito che stavano parlando di me. Ricordo di aver sentito qualcosa del tipo
《ah, ma lei è la nipote di Nino Stitti? Ah!》
《Puó servirci》
《Ma cosa dite?! Lasciate stare》
Non ci ho pensato molto a questo avvenimento, perchè pensavo di essermelo immaginato e anche perchè comunque non stavo molto bene, e non sono molto sicura di quello che ho sentito. Ma cosa significa? Potrebbe essere un indizio chiave! Ma perchè non ci avevo pensato prima?! Devo entrare in azione.
Lancio tutto all'aria e vado in cucina.
Papá è appena tornato da lavoro e faccio la mia mossa 《papá ma il nonno dove è morto?》
《Come mai questa domanda?》quasi sussurra con un accenno di rabbia.
《Penso che sia mio diritto sapere DOVE è morto MIO nonno, non ti pare?》
《Bhè, se proprio lo vuoi sapere è morto all'ospedale Sant'Agostino, ma non capisco a cosa ti serva saperlo》
Io non gli rispondo.

Sant'Agostino. Lo stesso ospedale in cui mi hanno portato i miei quando sono svenuta.

Vita di una ballerinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora