Rosso come il sangue, rosso come l'amore

La partenza

Tutto questo non ha senso. Non può decidere in questo modo! Dovrei andare a parlarci ma vengo fermato dal capo.
≪Più tardi, quando avrai finito di prepararti vieni nel mio ufficio, devo parlarti.≫ ed esce anche lui dalla stanza.
È tutto così confuso.
Nel pomeriggio, dopo essermi preparato per il viaggio, raggiungo l'ufficio del capo. Busso e solo quando ho il permesso di entrare, apro la porta e la richiudo alle mie spalle.
≪Ti sarai chiesto perché ti ho convocato. Riguarda la ragazza di stamattina.≫
La bionda di stamani? Sto iniziando a non capirci nulla.
≪Ti vedo alquanto perplesso, e riesco a capirti. La ragazza si chiama Fiona, non ti dice nulla questo nome?≫
Aspetta... Fiona? Quella Fiona?
≪!. Vorreste dire che è...≫ Non ci posso credere, è davvero lei?
La ragazza che io, Gon, Leorio e Killua abbiamo conosciuto all'esame di Hunter.
Il capo nota che sono felice a questa rivelazione, e annuisce.
Tempo fa, avevo raccontato al Signor Nostrade, come avevo conosciuto i miei amici dicendogli anche di Fiona. Lui mi rivelò che la ragazza, prima di andarsene per l'esame, aveva lavorato per la sua famiglia, in modo impeccabile a detta sua.
Dopo questo, il capo mi dice che partiremo domani, annuisco e con permesso, esco dalla stanza.
Arrivo in camera e mi butto sul letto, ripensando alla conversazione di pochi minuti fa.
Non posso crederci che sia proprio lei.
Con tutte queste emozioni mi addormento.
La mattina seguente vengo svegliato da forti rumori provenienti da fuori camera mia. Mi alzo e metto a fuoco, sentendo anche una voce femminile che mi chiama.
≪Ehi! Sei pronto? Guarda che dobbiamo partire.≫
Cacchio! Me ne ero scordato.
Prendo velocemente gli ultimi vestiti da riporre nella borsa da viaggio e mi pettino i capelli. La ragazza si sta alterando, meglio muoversi. Apro la porta e la trovo appoggiata al muro con braccia conserte.
≪Ha ragione ad arrabbiarsi in quel modo, scusi.≫ meglio rimediare subito al "danno" che ho fatto.
La bionda sorride, forse ha accettato le mie scuse. Mentre elaboro questo pensiero, alza il suo zaino da terra e se lo metto sulle spalle, cominciando ad avviarsi all'uscita della villa. Compio le sue stesse azioni, e dopo aver salutato tutti, usciamo dalla residenza Nostardo e ci incamminiamo verso l'aeroporto.