CAPITOLO DUE

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FEDERICA

Le luci solari entrarono attraverso la tapparella leggermente socchiusa, e illuminarono la mia stanza prepotentemente fino a svegliarmi. Borbottai qualcosa di sconnesso, poi mi allungai fino al comodino per afferrare il mio cellulare per guardare l'orario: erano le 14:20 ed io stavo ancora soffrendo il sonno perso la sera prima.

Non ricordavo niente di quanto successo, anche perché oltre ad aver bevuto non feci nient'altro. La musica faceva sinceramente schifo, non c'era gente interessante e il barista non era chissà quanto bravo a fare i drink; sta di fatto, però, che il piano bar era l'unica nota positiva di quella serata.

Aprii whatsapp, cercando immediatamente la chat di Alma tra quelle recenti, ma prima un messaggio da un numero che non conoscevo attirò la mia attenzione. Sbarrai gli occhi quando, dopo aver letto il messaggio, guardai la foto profilo.

Io quello lì lo conoscevo, e pure piuttosto bene, ma non riuscivo ancora a collegare che cosa fosse successo in quella discoteca per ritrovarmi il suo numero tra le chat recenti. Sospirai nervosamente, mangiucchiandomi le unghie.

Non so se è stata una buona idea
scriverti, ma l'ho fatto lo stesso.

Buongiorno. Come stai?

Rilessi questi due messaggi fino a quando le parole non persero il loro senso. Giovanni Di Lorenzo mi aveva scritto. Chissà che cazzo hai combinato ieri Fede, pensai tra me e me.

Inoltrai lo screen ad Alma, pur consapevole del fatto che lei non sapeva minimamente chi potesse essere quel giovane dagli occhi verdi e i capelli ricci. Poi ebbi il coraggio di rispondere e pensai che far finta di aver scordato tutto fosse una buona idea.

Scusa, chi sei?

Digitai il messaggio e lo inviai, ridendo divertita. Ero una stronza? Sì. Ma un fondo di verità c'era, io non avevo ancora capito cos'era accaduto. Com'era possibile che un calciatore del Napoli avesse il mio numero?

Sentii il campanello trillare, così mi trascinai fino alla porta di ingresso con la velocità di una lumaca. «Ma chi è a quest'ora, di domenica poi» sbottai, aprendo la porta senza curarmi che dietro essa potesse esserci un maniaco malintenzionato.

«Ah sei tu. Ciao, entra» la figura di Alma, in piedi davanti la porta di casa mia, mi fece tornare sul pianeta terra. Non mi ero ancora ripresa del tutto da quei messaggi.

«Ti ho portato un po' di paella con pescado, la tua preferita» sorrise contenta, porgendomi una busta con un contenitore che emanava un profumo buonissimo.

Scartai la busta, nel frattempo ne approfittai per aprire l'argomento con quella che reputavo l'unica persona fidata al mondo. «Hai letto gli screen? Ti rendi conto?» mormorai, addentando una cucchiaiata di paella. Un boccone e mi sentii in Spagna.

«Si mi amor, ma io non ho capito chi è. E soprattutto ieri sei stata piuttosto tranquilla» rispose confusa tanto quanto me, prendendo una bottiglia d'acqua dal frigo.

«È un calciatore del Napoli, sposato oltretutto. Non mi chiedere come sia possibile, alla lista mancavano solo i calciatori finora» feci spallucce, ingoiando un altro boccone della pietanza spagnola che Alma aveva preparato.

Non passò molto tempo prima che il mio cellulare suonasse. Era un messaggio del giocatore azzurro. Iniziai a sudare freddo, aprendo l'anteprima.

LIFETIME | GIOVANNI DI LORENZODove le storie prendono vita. Scoprilo ora