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Il bacio che Manuel a fatica ha conquistato è stato interrotto da Martino che ha iniziato a stiracchiarsi accanto a Simone. Il primo è letteralmente volato via dalle gambe del secondo facendolo anche ridere e poi rimproverandolo con uno sguardo.

Ora il bambino è però sveglio e ciò significa che Manuel non può dare libero sfogo alle sue voglie. Voglie che, nonostante la febbre, consistono nel trascinare Simone fin quando i loro corpi non aderiscono perfettamente e baciarlo.

Ci sta pensando proprio mentre lui se ne sta disteso sul divano sotto due spesse coperte e Martino è seduto in braccio a Simone, impegnato a disegnare sul suo blocco di disegni.

Simone sussurra nell'orecchio del fratello credendo che lui dorma e lui pensa solo che di tutta quella premura non è mai stato il destinatario, soprattutto quando vede un'espressione di sorpresa, stupore, farsi largo sul viso del ragazzo che vorrebbe evidentemente parlare a voce alta ma si accontenta di baciare la testa di Martino tra i folti capelli ricci, e lui vorrebbe soltanto sapere a cosa sia dovuto quell'entusiasmo.

«C'è anche Manu?» sente poi Simone bisbigliare, con quel tono che ha capito sia riservato esclusivamente a suo fratello, ed allora decide di intervenire.

Si stropiccia gli occhi, tossisce lievemente e «che state a fa' oh?» borbotta, attirando la loro attenzione.

Martino di tutta risposta urla un «Manu!» in grado di risvegliare tutto il palazzo e scende dalle gambe di Simone per lanciarsi tra le braccia del fratello.

Manuel ride, lo stringe piano, «Marti' ma io sto bene eh, c'ho solo un po' di febbre.» gli ricorda, con il cuore che un po' gli fa male a vedere tutta quella preoccupazione sul viso del bambino.

Simone, dietro di lui, sorride come un ebete innamorato. Poi controlla l'orologio che ha al polso.

«Cosa mangiate di solito voi?» chiede, dato che fuori è buio e suppone che Manuel non abbia la forza necessaria a cucinare.

«No, Simò. Vai a casa.» subito risponde Manuel e lui aggrotta la fronte.

«Non ti devi preoccupare per noi. Già sei venuto fino a qua...» chiarisce allora.

«Manuel ma tu c'eri mezz'ora fa? O hai già dimenticato tutto? O hai la febbre così alta che stai delirando?» ridacchia Simone.

«Simone.» il maggiore cerca di ammonirlo, nonostante senta il cuore crescere per l'amore che sente di star ricevendo.

Simone lo ignora e «va bene la pizza? Vado a prenderla.» domanda.

A rispondere allora è Martino, con un sorriso smagliante e le mani in aria in segno di vittoria. «Sì, con le patatine!» esclama e Simone non riesce a non ridere.

«A te come piace?» chiede, rivolgendosi a Manuel.
«Simò, ma perché non-» quest'ultimo però sbuffa e così Simone semplicemente si volta verso il bambino.

«Martino qual è la pizza preferita di tuo fratello?»

«Con il salame.» immediatamente replica il più piccolo dei tre, felice e soddisfatto.

Manuel non riesce a smettere di pensare al modo in cui Simone chiuda gli occhi quando ride felice. Continua a farlo per tutto il tempo in cui lui e Martino restano a casa da soli ad attendere che il ragazzo ritorni con le pizze. Gli batte il cuore più forte del normale ed ha il forte sospetto che ciò non sia dovuto alla febbre che sembra non volerlo lasciar andare, quanto piuttosto all'idea che qualcuno che non sia sua madre si stia prendendo cura non solo di lui ma anche di suo fratello.

A tirarlo fuori dalla spirale di pensieri è proprio quest'ultimo che si appende al suo pigiama mentre lui sta cercando di recuperare i bicchieri con cui preparare la tavola.

Il tavolino di DinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora