6 THE SCIENTIST

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L'eyeliner è una pratica difficilissima che Stef sa gestire con molta più precisione di me.

È lei la make-up artist del gruppo e mi sta truccando con estremo impegno.

«Dr. Martens nere con glitter o total black?» chiede, nel frattempo, Rebby.

«Ovviamente nere con glitter!» rispondo io strizzando l'occhio.

Le mie amiche si stanno dedicando completamente al mio restyling, dire che sono fortunata è riduttivo.

Sono uniche, lo penso davvero.

Stef mi conosce praticamente da una vita.

Ci siamo incontrate alla giovanissima età di tre anni, durante la scuola materna. Ricordo benissimo che la conobbi nel mio primo tragico giorno di scuola.

Lei, la composta Stefania Rossini: capelli lisci perfettamente in ordine, occhiali colorati e grembiulino dallo stiraggio impeccabile. La vidi arrivare da lontano in quel triste giorno di inizio materna, mentre piangevo disperata come se mi avessero fatto una tonsillectomia senza anestetico.

Stef venne verso di me, guardò Mater, comprese la situazione e mi prese immediatamente per mano.

Io mi fidai subito.

Lei, estremamente disinvolta e così adulta da gestire la situazione di entrambe. Io, che avevo preso l'asilo come un sequestro in piena regola da parte di quelle strane signore col velo in testa.

Un trauma vero.

Nella mia mente, infatti, la temibile Suor Corrada gestiva il core business dell'Anonima Sequestri, Suor Paola faceva la finta maestra e Suor Corinne aveva il ruolo di "traghettatrice di bambini".

Quest'ultima, senza dubbio la più crudele, ci prelevava dalle braccia delle nostre mamme e ci portava dentro al bunker.

A lei non interessava a quanti decibel arrivasse il pianto di ogni piccola anima indifesa, era letteralmente senza pietà.

La gang delle Suore depistava noi bambini con variopinti disegni e stupide canzoncine, ma nulla era in grado di distogliermi dalle strategie di evasione e dall'odio per quelle perfide signore col velo.

Solo Stef riusciva a trasmettermi tranquillità e a rendere le giornate piacevoli. Lei, ogni santa mattina arrivava, mi guardava dritta negli occhi con ferma dolcezza e mi prendeva la mano.

La scuola materna l'ho superata grazie alla sua pazienza e alla sua propensione ad accogliere casi umani.

Stef è di buona famiglia.

La mamma insegna arte contemporanea all'Istituto Europeo di Design e il padre lavora in banca.

Ha un'educazione impeccabile e un senso di responsabilità fin troppo spiccato. I genitori sono molto rigidi con lei, ma sono delle brave persone e mi hanno sempre accolta in famiglia con affetto e benevolenza, nonostante fossi un po' "sopra le righe" per i loro standard.

Forse avevo, sin da piccola, un look poco incline al classic style, ridevo in modo chiassoso e facevo tanti scherzi, ma alla fine strappavo un'emozione anche ai coniugi Rossini, esseri umani poco inclini alla gioia. Talmente poco inclini da creare sbigottimento alla figlia ogniqualvolta riuscissi a farli sorridere.

Quando succedeva, infatti, Stef mi guardava con occhi sgomenti e pieni di ammirazione, facendomi sentire una promettente stella della comicità italiana. E io, incredula per cotanta riconoscenza, arrossivo sempre come un ravanello.

Non so se l'ho già detto, ma Stef è meravigliosa.

Le anime pure le riconosci subito, hanno quel candore che ti colpisce. Io le paragono alle lucciole.

Alice vuole sognareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora