cap5

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" Quanto mi resta da vivere.? E non mentirmi Nam."

Tae ormai era ai singhiozzi.

Jimin invece non fece uscire una lacrima.

" Non lo so Jimin. Io non posso sapere. Devi vedere specialista e fare controlli, vari esami. "

" Ok. Lo farò. Grazie Nam."

" Ti ho prenotato la visita domani mattina da mio amico. "

" Ok. Ci andrò domani mattina. Adesso scusatemi dove andare. Tae prendi tu nominativo del medico."

" Jimin io vengo con te "

" No Taehyung ho bisogno di stare da solo."

" Ma Jimin.."

" Nessuno Jimin Taehyung. Tornerò a casa stasera non ho intenzione di uccidermi stai tranquillo."

" Va bene come voi tu.  Ci vediamo a casa."

Jimin uscì dalla clinica. Non sapeva dove andare. Prese la macchina e Guido senza una metà.  Porca di quella troia aveva solo 26 anni e una vita da vivere. Il suo lavoro, la sua famiglia, come doveva fare?

Voleva innamorarsi per la prima volta. Dare suo primo Baccio, la sua prima volta con un ragazzo che amava. Creare una famiglia. Magari adottare un gatto o un cane dei bambini.  Vivere la sua vita in pieno. Adesso cosa doveva fare?

Aveva un maledetto tumore alle ossa.

Che sciaffo .

Perché a lui. ?

Era la domanda che a Jimin frullava in testa.

Perché?

Perché destino o Dio aveva scelto lui per questa?

Stava vivendo suo sogno di ballare e adesso cosa  poteva succedere?

Non aveva risposte.

Raggiunse una spiaggia. Si tolse le scarpe e si sedette sula sabbia. Mise la testa fra le gambe cominciando piangere.

Non voleva farlo avanti a Tae e Nam.

Le Carime di Tae per Jimin erano una correlata al cuore.

Doveva dire la verità anche a jin e hoby, alla sua famiglia, sua madre sarebbe morta a crepa cuore e jihung.

Cosa avrebbe fatto suo piccolo fratellino sgangherato?

Pianse ,pianse tutte le lacrime che aveva.

" Scusami l'invadenza ma perché stai seduto da solo a piangere ?"

Jimin alzo la testa. Di fornite lui c'era un ragazzo più grande . Jimin guardo con l'occhi  curiosi pieno di lacrime.

" Ho avuto una notizia molto triste oggi ."

" E non hai nessuno con chi parlare?"

" Si che cielo ma non volevo far vedere ai miei amici la mia disperazione. La mia famiglia e lontano , non vorrei dare un dolore a nessuno."

" E sei venuto qua da solo?"

" Ma tu chi sei? Sei un assassino  stupratore per caso?"

" O Dio no. Posso sedermi acanto a te?"

Jimin non distoleva lo sguardo. Non sembrava un ragazzo cattivo.

Era bellissimo , alto , muscoloso, aveva capelli neri e lungi raccolti in una coda, liocchi di un bambino . In un altra occasione Jimin avrebbe provato a rimorchiarlo.

" Prego la spiaggia non è solo mio."

Ragazzo sedette vicino a Jimin.

" Comunque mi chiamo jung-kook Jeon Jung-kook a, piacere."

" Io sono Jimin park Jimin piacere mio."

" Quando anni hai Jimin?"

" 26 e tu?"

" 31 . Sei di Seul?"

" No sono di Busan ma vivo a Seul da quando ho 18 anni. E tu?"

" Cose domanda risposta su domanda?"

Rise jung-kook.

" Una spece di interrogatorio al contrario direi."

" Comunque no non sono di Seul ma anche io sono di Busan. Ma vivo qua anche io da quando ho 18 anni ormai. "

" Ho capito. Che ci fai in spiaggia? Anche tu hai ricevuto una brutta notizia?"

" Non direi proprio così ma si. Una cosa del genere anche se e una liberazione quello che mi e successo."

Due persone rimasero in spiaggia per ore. Parlare di tutto e di niente.

A Jimin piaceva Jung-kook, piaceva parlare con lui, si sentiva libero e sereno. Chi sa perché jung-kook riusciva a tranquillizzarlo e straparli anche qualche risata.

Si scambiarono numeri di telefono con la promessa di chiamarsi.

Entrato in macina Jimin riceve una chiamata  da Jung-kook.

Sorrise.

" Pronto ? Già ti manco così tanto ?"

" Volevo conferma che numero era giusto. Comunque sì mi manchi già.  Vorrei rivederti  più presto."

" Domani mattina ho un incontro molto importante , magari dopo ti chiamo."

"Mi farebbe piacere jimin-shi."

Jimin chiuse la telefonata si diresse a casa dove aspettava la chiacchierata con svoi amici.

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