Capitolo 12

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Lezione 80
  Ogni tanto è meglio provare a dare la possibilità a chi fa uno sforzo per averti, piuttosto che continuare a rincorrere qualcuno che ti sta scappando.

❧❧❧

Katlyn

«Stupida moto!» sbottai, frustrata, quando per l'ennesima volta girai la chiave e il motore non partì. La mia irritazione crebbe a dismisura, e, in un impeto di rabbia, scaraventai il mazzo di chiavi contro il muro del garage. Il clangore metallico riecheggiò nel silenzio, un suono che sembrava riflettere il caos che regnava nella mia mente.

«Rain, cos'è tutta questa violenza?» la voce beffarda di Ryan risuonò nella stanza. Alzai lo sguardo e lo trovai appoggiato alla porta, con le braccia incrociate e un sorriso che denunciava il suo divertimento per la mia situazione.

Inspirai bruscamente, cercando di mantenere la calma. Perché doveva trovare tutto dannatamente divertente?

«Nulla, Hosten.»

«Ahia, si passa ai cognomi. Sei proprio incazzata, allora.» continuò a parlare, il suo tono scherzoso in contrappunto alla mia frustrazione. Lo ignorai, concentrandomi sulla moto.

Erano quasi le cinque di pomeriggio, e il sole iniziava a calare, tingendo il cielo di un arancio caldo.
Ryan e Dean erano venuti per bere una birra veloce con Chris, festeggiando la vittoria di basket.
In teoria, avrebbero dovuto essere già andati, ma eccolo lì, ancora qui, come un'ombra che non riuscivo a scrollarmi di dosso.

«Non parte la moto?» indagò, avvicinandosi a me con curiosità, i suoi passi leggeri sul pavimento di cemento del garage.

«Si è rotto il motore. Non funziona.» dissi, rendendomi conto di quanto fosse frustrante la situazione. La mia voce era un misto di rassegnazione e rabbia.

«Dove dovevi andare? Ti do un passaggio, se hai bisogno.» propose, alzando le spalle in un gesto di indifferenza, ma il suo sguardo tradiva una sincera volontà di aiutarmi.

Lo guardai negli occhi, indecisa. Non avrei dovuto.
Katlyn, non portarlo lì. Non farlo.

La mia mente era un vortice di pensieri contrastanti, e il desiderio di fuggire da quella situazione pesante stava crescendo.

«Cosa? No, chiedo a Chris.» risposi, cercando di respingere l'idea.

«Non credo sia disponibile.» lo guardai confusa mentre mi dirigevo verso il soggiorno.

Chris era disteso sul divano, affianco a Dean, e otto birre sparse sul tavolo in vetro parlavano chiaro: non era in grado di guidare. La stanza era permeata dall'odore della birra e della pizza fredda, e un senso di rassegnazione mi invase.

Pensai di prendere la macchina, ma non avevo idea di dove mio fratello tenesse le chiavi. Con un sospiro pesante, mi voltai verso Ryan, consapevole che non avrei dovuto farlo, ma la voglia di andare era troppo forte, e in quel momento lui sembrava l'unica opzione disponibile.

«Mi puoi accompagnare in un posto?»

«Ovunque tu voglia, Katlyn.» rispose, il suo tono semplice ma sincero.

Lo seguii verso l'uscita di casa, i miei passi incerti mentre lui camminava con sicurezza, come se non ci fosse nulla di cui preoccuparsi. Uscimmo nel giardino, dove il profumo dell'erba fresca si mescolava all'aria calda del tardo pomeriggio. Montai sul retro della sua moto, sentendo il ruggito del motore sotto di noi, mentre il mio cuore batteva all'impazzata nell'attesa che partisse.

«Dove si va?» chiese lui, i suoi occhi fissi sulla strada che si apriva davanti a noi.

Studiai le sue iridi di ghiaccio a lungo attraverso lo specchietto, cercando di trovare il coraggio di dirgli dove volevo andare. L'avrei davvero portato
lì?

Lesson 496Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora