14. Svolte

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Zemo
Una Dora Milaje era spuntata da dietro il divano, con la sua tuta rossa e i dettagli in metallo.
Altre due entrarono dalla porta, che John e il suo amico avevano lasciato aperta.
Le otto ore erano scadute, e l'ora di portarmi via era arrivata. Studiai velocemente un modo per scappare: non mi sarei fatto arrestare adesso.
Vidi Naomi guardarmi preoccupata, ed indietreggiare fino a raggiungermi.
Sorrisi, notando come fosse sempre pronta a proteggermi.
Passò accanto a James, che, alla vista delle Dora abbassò lo sguardo ed irrigidì la mascella.
Ayo sbatté la lancia sul pavimento, e disse qualcosa a James, in Wakandiano, ma nessuno di noi capì.
Pronunciò l'ultima parola nella nostra lingua.
"Consegnacelo"
Trovai ironico che, qualche minuto prima, anche John fosse entrato con lo stesso scopo. Proprio lui si voltò verso Ayo e si presentò, allungando una mano, ma non ricevette risposta, così continuò a parlare.
"Abbassiamo le lance e parliamo?" propose.
Lemar si allontanò, mettendosi vicino a Sam. Forse aveva capito che non era il caso di scherzare con le Dora.
"John, finiscila. Meglio mettersi contro Bucky che contro le Dora" disse Sam, avvertendolo.
"Queste non hanno giurisdizione qui!" gli rispose John, guardando prima lui e poi le tre Dora.
"Le Dora Milaje hanno giurisdizione in tutti i luoghi in cui si trovano a passare" disse Ayo, con voce profonda e sicura di se'.
"Okay, scusate. Siamo partiti con il piede sbagliato. Ricominciamo"
Allungò una mano, per posarla sulla spalla di Ayo. Chiusi gli occhi, e pensai a quanto fosse senza buon senso quell'uomo.
Lei si abbassò per non farsi toccare, e lo colpì al viso con la lancia. Gli diede un calcio al centro dello stomaco, gli fece sbattere la schiena contro la lancia conficcata nel muro, e lui finì a terra. Rotolò su un fianco per afferrare lo scudo, mentre un'altra Dora volteggiava in aria per colpirlo. Ayo lanciò la sua lancia alla terza donna, quella che aveva lanciato la sua per prima, per permetterle di attaccare Lemar, mentre lei e l'altra continuavano con John.
Bevvi un altro sorso di liquore, afferrando il polso di Naomi.
"Devo sparire da qui" le dissi.
"Lo so" mi rispose lei, stringendo la mascella senza spostare lo sguardo dalla lotta al centro del nostro salotto.
"Ci sentiamo, d'accordo bambolina?" le chiesi. Si voltò a guardarmi, e mi diede un veloce bacio sulla guancia.
Indietreggiai, fino a sparire dietro la porta del bagno. Nessuno lo notò.

Naomi
Bucky si alzò e si avvicinò a Sam, così feci lo stesso.
Nel frattempo, John era in evidente difficoltà, e riusciva a parare pochissimi colpi di Ayo, che si muoveva abile con la sua lancia.
"Forse dovresti intervenire" disse Sam a Bucky. Lui incrociò le braccia, sporgendosi in avanti.
"Vai alla grande, John!" esclamò.
Io risi e gli diedi una spallata amichevole.
La lancia di Ayo colpì il viso del biondo, che crollò a terra. Nella caduta, sbatté anche la testa sul tavolo.
"Bucky, forse dovresti andare davvero" gli dissi, tornando seria.
Ayo puntò la lancia verso la testa di John, e sembrò pronta a sfondargli il cranio, quando il braccio in vibranio di Bucky la afferrò, tirandola indietro.
"Perché non ne parliamo?" le disse, alzando la voce per farsi sentire fra i rumori di lance e pugni delle altre due Dora e Lemar. Lei tirò indietro la lancia, facendo avvicinare Bucky e provando ad afferrargli il collo.
Lemar, dopo qualche pugno e calcio, venne sbattuto sul divano.
"Sam, forse dovremmo fare qualcosa anche noi" gli dissi.
"Tu dici?" mi rispose.
Sbuffai, e corsi verso la Dora che stava per colpire di nuovo Lemar, che nel frattempo era rotolato sul pavimento. Non che mi interessasse difendere lui e il suo amico biondo, ma volevo fermarli dal distruggere il mio salotto.
Il sangue non sarebbe andato via facilmente da quel divano.
Afferrai con il braccio destro la lancia, per far indietreggiare la donna, mentre Sam si occupava dell'altra.
Mi colpì al fianco con il pugno sinistro, e feci forza sulla lancia per farla avvicinare. Le tirai un calcio nello stomaco e lei fece qualche passo indietro, lasciando la lancia.
Non persi tempo, e la abbandonai sul divano, mentre mi avvicinavo e le colpivo le gambe per farla cadere.
Mi afferrò un polso, trascinandomi a terra con lei. Rotolò verso il divano e riafferrò la lancia, e realizzai che averla abbandonata lì non era stata una saggia scelta. Me la puntò al collo, e provai a colpirla di nuovo, ma riusciva sempre a sfuggirmi. Era veloce e preparata allo scontro. Notai Sam in difficoltà, dietro alla Dora che stavo affrontando io: era spalle al muro, con la lancia che premeva sulla sua gola.
Scattai a sinistra, appoggiai un piede sul divano per farmi la spinta e saltai. Afferrai le spalle della Dora, allontanandola da Sam, mentre entrambe finivamo per terra. Rotolai lontana da lei e mi alzai, ma mi trovai nuovamente quella di prima davanti. L'altra corse verso John, che si stava rialzando da terra dopo gli ultimi colpi. Lemar era rimasto per terra, forse svenuto, o forse troppo spaventato per rialzarsi e combattere. Ayo combatteva contro Bucky, non molto lontano da noi.
La donna fu più veloce di me, e mi colpì alle gambe, facendomi tornare sul pavimento. Sam corse in mio aiuto, parando i suoi colpi, troppo veloci per tentare di attaccare a sua volta.
Mi alzai nuovamente, e mi mossi verso di loro, per colpire la Dora da dietro.
Non feci in tempo, perché qualcosa di estremamente duro e pesante mi colpì in testa.
Mi spinse a terra, e l'oggetto cadde sul pavimento accanto a me. Le voci arrivavano alle mie orecchie ovattate e sbattei più volte gli occhi per riprendermi dalla confusione. Mi sollevai, appoggiandomi sulle ginocchia e su una mano. Mi portai istintivamente l'altra sulla tempia, che bruciava. Sentii un liquido caldo bagnarmi le dita, e strizzai gli occhi dal dolore. Li riaprii subito dopo, per guardare cosa mi avesse colpita. Il braccio nero e dorato di Bucky giaceva sul pavimento, accanto a me.
"Incredibile" sussurrai, scuotendo la testa. Pessima idea: la tempia iniziò a pulsare più forte di prima.
Una mano sulla schiena mi fece voltare e vidi Sam, accanto a me, con espressione preoccupata.
"Dio mio, stai bene?" chiese.
"Si, credo di sì" risposi. Vidi Ayo uscire dal bagno, dicendo alle sue compagne che Zemo era scappato.
Bucky mi raggiunse, con un'espressione che trasudava stupore e dispiacere, mentre Sam andò in bagno, da dove era appena uscita Ayo.
Si abbassò alla mia altezza, inginocchiandosi e allungando la mano destra. La appoggiò sulla mia tempia, respirando pesantemente. Lo vidi deglutire, e la sua espressione mortificata mi fece stringere il cuore.
"Io... mi dispiace" sussurrò.
"Tutto okay, non preoccuparti" gli dissi.
"Ti ho fatto male, mi dispiace, scusami" disse di nuovo, parlando velocemente.
"Ma non sei stato tu" ripetei io, sorridendo per convincerlo. Allungai una mano per raggiungere la protesi sul pavimento, e la afferrai dal polso. La tirai verso di me e con l'aiuto dell'altra mano, la sollevai per porgergliela. La afferrò dal bicipite, e ci alzammo dal pavimento.
Sette lucine viola, intorno al perno per fissare il braccio, si illuminarono, insieme a quelle sul gancio sulla sua spalla. Lo avvicinò e lo incastrò nuovamente facendo produrre un rumore metallico agli ingranaggi.
Mi incantai nel vederlo provare muovere le dita lentamente, riacquistando familiarità con la protesi. Appoggiò lo sguardo su di me e fui troppo lenta per non farmi beccare già a fissarlo, quindi sollevai un angolo della bocca imbarazzata.
"Sapevi che potessero farlo?" chiese Sam, tornando da noi.
"No" rispose Bucky, facendo roteare il braccio in avanti, con il solito rumore metallico.
Lemar si alzò dal pavimento, e raggiunse il suo partner. Li vidi parlare fra loro e li raggiunsi.
"Fuori, fuori da casa mia!" dissi, indicando la porta. Non urlai, ma usai un tono che esprimeva tutto il mio odio per loro. Dopo aver rovinato la missione, erano venuti qui, pretendendo di portare via Zemo, facendo incazzare le Dora e distruggendo il mio salone.
Abbassarono la testa e senza dire niente, uscirono.
Bucky era sulla soglia del bagno insieme a Sam, così li raggiunsi.
"Ti rendi conto?" sentii dire l'ultimo al primo.
"Lo sapevi, vero? Sapevi che sarebbe scappato?" mi chiese Sam, alzando la voce.
"Non voleva scappare, prima di cinque minuti fa. Quando è scoppiato il caos mi ha detto che stava andando via" spiegai.
"E lo hai lasciato andare" disse ancora, alzando le sopracciglia.
"Cosa dovevo fare? Cercare di farlo restare così John e le Dora si sarebbero uccisi per chi doveva arrestarlo?" risposi, alterandomi.
"Scusami, hai ragione. Non volevo attaccarti" disse lui, abbassando il tono. 
Respirai, e annuì. "Tranquillo" dissi, appoggiandogli una mano sul braccio. La afferrò e la strinse, sorridendo leggermente.

The Border / Bucky Barnes Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora