Sam
Chiusi la portiera nello stesso istante in cui Zemo aprí il bagagliaio per tirare fuori le varie borse.
Mi girai verso Bucky e la sua espressione, più seria del solito, mi colpí.
"Tutto okay, Bucky?" gli chiesi, sottovoce.
Mi guardo per un secondo e annuì velocemente, poi prese a camminare dietro a Zemo.
Avevamo lasciato la macchina in un parcheggio coperto dell'aeroporto, e ora ci stavamo dirigendo verso le piste.
Il sole non era forte, si stava bene, e tirava un leggero vento.
Mi ritrovai in mezzo a Bucky e Naomi, con Zemo qualche passo davanti a noi.
"Dormito poco, ieri sera?" chiesi alla ragazza.
"Già. Incubi" rispose lei, alzando le spalle.
"Scappavi da un mostro gigante che cercava di mangiarti?" le domandai, cercando di sdrammatizzare.
"Brutti ricordi, in realtà. Avrei quasi preferito il mostro" disse, sorridendo in modo amaro.
Con la coda dell'occhio, notai Bucky girare la testa verso di lei, ed ero certo del perché. Sapevo bene dei suoi incubi.
Zemo camminava a passo svelto verso un aereo bianco, decorato con due strisce dorate e una blu, quindi immaginai che quello forse il nostro mezzo di trasporto.
Non chiesi altro alla ragazza, perché non volevo infilarmi nei suoi affari, ma anche perché un uomo anziano la chiamò, distraendola dalla nostra conversazione.
Si scambiarono qualche battuta in russo, che ovviamente non capii, ma entrambi sembravano felici di vedersi.
"Lui si è scusato di essere uscito senza dirglielo, ma lo avevo chiamato io con urgenza. Lei ha risposto di non preoccuparsi e che è contenta che stia bene"
Mi girai verso Zemo, che sembrò avermi letto nel pensiero, quindi lo ringraziai e rimasi stupito dal suo gesto.
L'uomo anziano, vestito con un completo nero e dei guanti bianchi, ci invitò con la mano a salire sull'aereo, dopo aver salutato Zemo con due baci sulla guancia. Io e Bucky ci scambiammo uno sguardo e sorridemmo divertiti.
"Prego" disse il Barone, iniziando a salire le scale.
Guardai l'anziano, che doveva essere Oeznik, e anche se non ero certo mi capisse, lo salutai cordialmente.
Con Bucky dietro di me, salimmo i sette gradini, seguiti poi dal maggiordomo di Zemo.
"Bella addormentata, hai intenzione di salire o ti lasciamo qui?" disse Zemo, riferito a Naomi che era rimasta ancora sulla pista, guardandosi intorno.
Si voltò sbuffando e salì a due a due i gradini, raggiungendoci in fretta.
Oeznik schiacciò un pulsante, che fece richiudere lo sportello con le scale, mentre Zemo ci indicava la sua destra, dove si trovavano i sedili.
Era un aereo privato, c'erano solamente sei posti. Al suo interno, era di un colore chiaro, e le rifiniture di legno scuro. I sedili erano in pelle, dello stesso colore delle pareti.
Dieci finestrini, cinque per lato, facevano entrare la luce dentro, illuminando l'intero spazio.
Sulle pareti, erano anche attaccati due televisori, non molto grandi, attualmente spenti.
"Accomodatevi" disse Oeznik con accento marcato.
Dunque, parlava la nostra lingua.
Naomi fu la prima a sedersi, in un sedile nel corridoio sinistro. Zemo la seguì, sedendosi davanti a lei.
I due posti erano divisi da un tavolino di legno, perfettamente pulito e scintillante.
Bucky imitò i due, e si sedette nello stesso posto di Naomi, sul corridoio a destra, così mi sedetti di fronte a lui.
Entrambi i tavolini vennero coperti da un vassoio, portato dal maggiordomo, con alcune cose da stuzzicare.
Oeznik portò anche un bicchiere a Zemo, che conteneva probabilmente del vino bianco.
"Mi scusi, se è caldo. Il frigo è rotto" spiegò il signore.
Mi ritrovai a roteare gli occhi: un criminale del genere non si meritava tutto questo trattamento.
Zemo gli rispose, ma un'altra volta, non ero in grado di comprendere la lingua.
Naomi ridacchiò divertita, mentre prendeva un piccolo panino dal vassoio d'argento.
Anche l'anziano scoppiò a ridere, prima di toccare la mano di Zemo e dirgli che era felice di averlo ancora qui, ovviamente dandogli del lei.
Notai Bucky guardarlo confuso, e lo seguì con lo sguardo fino a che sparì nel dietro la porta, poi si voltò verso di me, che avevo un'espressione più confusa della sua.
Sbuffammo entrambi, prima che Naomi parlasse, dopo aver mangiato il suo panino.
"Zemo, prima Sam mi ha detto che andiamo da Selby. Pensi sappia qualcosa?"
"Si, conoscendola sicuramente ci saprà dare qualche informazione sulla produzione del siero" rispose il diretto interessato, con qualche breve pausa per sorseggiare la sua bevanda.
"Chiaro" annuì Naomi.
Evidentemente a lei quelle informazioni bastavano, o forse, da come parlava Zemo, già conosceva la donna di cui parlavano, ma noi no.
"Ci puoi dire dove siamo diretti?" chiesi, con tono quasi irritato dal suo essere così misterioso.
Afferrò un libro, appoggiato sul tavolino accanto al vassoio, e lo aprì.
Scorsi con la coda dell'occhio un quaderno a righe al suo interno, molto più piccolo.
"Scusate, chi è Nakajima? Sembra importante, in questa cosa che.. beh, non ho ben chiara, però mi affascina"
Naomi si allungò per vedere di cosa stesse parlando Zemo, che aveva tranquillamente ignorato la mia domanda.
Una frazione di secondo dopo, Bucky finì accanto a Zemo, con la mano sinistra stretta intorno al suo collo.
Scattai sull'attenti anche io, mentre sentivo Bucky parlare, con tono duro.
"Toccala ancora e ti uccido"
Nel frattempo, Naomi si era alzata in piedi, e aveva sfilato la pistola dalla sua cintura, puntandola dritta verso il mio amico.
Zemo la guardò e con la mano le fece segno di sedersi. Bucky lasciò il collo del Barone, prendendo il quaderno e sedendosi, nello stesso momento in cui lo fece anche la ragazza.
"Vi sembra normale?" chiese lei, alzando la voce e respirando rumorosamente.
"Tranquilla, - la rassicurò Zemo - qualcuno è solo particolarmente irascibile"
Naomi lo guardò storto, per poi sbuffare.
"Ho capito, comunque, che cos'è quella lista di nomi, James. Persone che il Soldato d'Inverno ha fatto soffrire, cerchi di farti perdonare?"
disse ancora Zemo.
Mi chiesi il perché del suo comportamento, per caso voleva essere ucciso?
Notai però, che quando Zemo menzionò il Soldato d'Inverno, Bucky guardò, per un secondo, la rossa, mentre quest'ultima chiudeva gli occhi.
Lei stringeva il bicchiere nella sua mano quasi volesse farlo scoppiare, mentre le sue nocche diventavano bianche.
"Smettila di provocarlo" disse con voce bassa e ferma, aprendo gli occhi per fissare intensamente Zemo.
Aggrottai le sopracciglia per il suo comportamento, che non capivo.
Bucky, invece, aveva la mascella serrata, così decisi di intervenire cambiando discorso per calmare le acque.
"L'ho già visto quel quaderno, era di Steve. Mi ricordo che gli parlai di Trouble Man e se lo appuntò lì sopra. Lo hai ascoltato, Bucky?"
Lui sembrò quasi dimenticare la rabbia di prima, e mi rispose tranquillamente.
"Mi piace la musica anni '40, Sam"
"Non ti è piaciuto?" chiesi, scioccato.
Era impossibile che a qualcuno non piacesse quell'album.
"È un capolavoro, in effetti" disse Zemo.
A differenza di Bucky e Zemo, Naomi non sembrava aver dimenticato l'episodio.
Si alzò di scatto, facendo quasi cadere il bicchiere di vetro, che il Barone afferrò al volo.
"Tutto bene?" disse lui.
"Davvero, Zemo?" gli rispose lei, girando i tacchi e sparendo dietro una porta, che pensai fosse il bagno.
Lui sospirò, rimettendo il bicchiere sul tavolo.
Chiuse gli occhi e se li strofinò, prima di riprendere a parlare.
"Dicevo, cattura l'esperienza del popolo afro-americano"
"Cos'ha?" chiesi, alludendo a Naomi.
"Non preoccupatevi, quando le passa tornerà - disse, alzando le spalle - Piace a tutti Marvin Gaye, no?"Naomi
Mi sciacquai il viso con l'acqua fredda, mentre cercavo di respirare piano.
Chiusi il getto d'acqua e una volta abbassato il coperchio, mi sedetti sopra al water, portandomi le ginocchia al petto.
Vederlo scattare in quel modo, mi aveva ricordato quell'episodio poco piacevole, che avevo messo da parte per aiutare Zemo.
Non capivo perché dovesse continuamente stuzzicare James, toccandolo nei suoi punti deboli.
Era sbagliato, ed io non avevo mai capito il comportamento di Zemo verso il Soldato d'Inverno.
Presi un respiro, e realizzai che stare chiusa in bagno non mi avrebbe portato da nessuna parte. Mostrarsi debole è un problema, nel nostro mondo, e mia madre me lo diceva sempre. Fai in fretta a diventare carne da macello, quando ti fai vedere in difficoltà.
Mi alzai, sbloccai la serratura, e subito la voce di Zemo si infilò nelle mie orecchie.
"Vogliamo vivere in un mondo come quello di Teschio Rosso? Credo di no, ed è per questo che and..."
Si bloccò quando mi vide, e mi fissò per qualche secondo.
"Ho capito, scusa. Vieni qua" mi disse, sorridendomi. Tornai al mio posto senza dire niente, e lui si allungò per posarmi un bacio sulla fronte.
"Stai bene?" mi chiese anche Sam.
Anche James mi stava fissando e improvvisamente mi sentii quasi in imbarazzo, dopo avergli puntato la pistola contro.
"Si, sto bene" risposi, regalando un sorriso a Sam: mi piaceva molto quell'uomo.
Lui ricambiò il sorriso, ma quando spostò lo sguardo su Zemo, tornò serio.
"Quindi dove andiamo?" chiese Bucky.
"Stavo dicendo, ed è per questo che andiamo a Madripoor" gli rispose Zemo completando la frase.
"Cosa c'è a Madripoor?" chiese Sam.
"Nazione insulare nell'arcipelago indonesiano, nel 1800 era un rifugio per i pirati" lo informò il suo amico.
"Ha mantenuto ottimi sistemi illegali" completai la spiegazione.
James si girò a guardarmi, così, per una frazione di secondo, lo feci anche io.
Tutti e tre, subito dopo prestammo attenzione a Zemo.
"Dove andremo, conoscono me e Naomi, ma voi non potete entrare con le vostre identità. James, diventerai qualcuno che sostieni non esista più"
Il mio sguardo scattò verso l'uomo preso in causa, che guardò con espressione dura e imbronciata Zemo.
"Non ce la fai proprio, vero?" dissi io a Zemo, con la testa leggermente inclinata.
"Sarà necessario, questa volta" disse lui, finendo il suo vino.
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The Border / Bucky Barnes
FanficEra una vita semplice, la sua: visita giornaliera in prigione, alle dieci del mattino, per poi tornare nella villa di Hemult Zemo. Le piaceva la Germania, non era male e lei si era abituata, ma comunque non poteva definire "casa" un paese più di un...