Naomi
Quando lo vidi atterrare, con le ginocchia piegate e il pugno sinistro chiuso sul pavimento, ripresi a respirare. Non era molto alto, solo qualche metro, e soprattutto, al fondo c'era solo la tipica sabbia grigia e morbida dei cantieri. Non ebbi il tempo di fare altro, perché un calcio sulla schiena mi fece perdere l'equilibrio e volare giù. Mi trattenni dall'urlare, ma chiusi gli occhi, preparandomi all'impatto con il suolo. Mi sentii afferrare da un paio di braccia, e subito dopo finii a terra, sdraiata sul corpo di Bucky, mentre mi stringeva a sé.
"Tranquilla, ti ho presa" mi rassicurò.
"Stai bene?" gli chiesi, fissandolo i suoi occhi chiari.
"Si, tu invece? Cosa pensavi di fare?" disse con tono serio, ma senza risultare arrabbiato, solo preoccupato.
Mi scostò i capelli dal vivo, ed io rotolai sul fianco, per spostarmi da lui. Guardai verso l'alto.
"Lo so, è che..."
Vidi Karli sollevare una trave di metallo, per poi lasciarla cadere nel vuoto, dritta verso di noi.
Mi ritrovai con la schiena sulla sabbia in un quarto di secondo, sotto il corpo imponente di Bucky, che era sempre più veloce di me. Il braccio destro era accanto alla mia testa, per tenersi in equilibrio, mentre il sinistro era sospeso in aria, per proteggerci dalla trave. Riuscì perfettamente a reggerne il peso, con solo un velo di sforzo sul viso. La spinse via, prima di afferrami le mani per aiutarmi ad alzarmi.
Mi scrollai la sabbia dai jeans, che in gran parte restò appiccicata per colpa del tessuto bagnato, mentre imprecavo contro Karli. Bucky guardava verso l'alto, ma della ragazza non c'era più traccia. Si sentivano ansimi, pugni e metallo che sbatteva. Pensai che John fosse tornato a combattere contro la Morgenthau.
"Ed ora? Siamo inutili da quaggiù" commentai guardando Bucky, che si voltò verso di me.
"Dobbiamo trovare il modo di risalire. Se sali sulla mia schiena penso di riuscire a saltare fino a quella trave, da lì possiamo arrampicarci e tornare su" rispose, studiando l'impalcatura davanti a noi.
Mi tirai su le maniche del giubbotto fino al gomito, e feci un passo verso di lui, per mettere in atto quello che aveva detto: era fattibile e potevamo farcela senza troppi sforzi e in poco tempo.
Si piegò leggermente in avanti ed io posai le mani sulle sue spalle, per fare da leva, ma alcune urla degli ostaggi ci distrassero. Un camion era stato spinto verso la fossa, ed ora penzolava sul bordo.
"Oh mio dio" sussurrai, e lasciai cadere le braccia lungo i fianchi. Stavolta, non potevamo fare niente per salvarli.
Guardavo il furgone con la bocca semiaperta, mentre mi immaginavo il panico delle persone chiuse dentro. Disegnai nella mia mente le loro facce spaventate, qualcuno in lacrime e altri con il fiato corto per la paura.
Bucky si voltò leggermente e cercò il mio fianco con la mano destra, e mi spinse, per farmi indietreggiare fino ad ottenere una sufficiente distanza di sicurezza dal punto in cui sarebbe caduto il camion.
Improvvisamente, il veicolo venne tirato indietro, ed apparentemente messo in salvo. Contemporaneamente, una replica dello scudo di Steve Rogers atterrò poco distante da noi, era ridotto male e piegato in diversi punti.
Realizzai che era John Walker colui che stava salvando quella gente, e ringraziai mentalmente quel briciolo di umanità e sanità mentale che erano rimaste dentro di lui. Quando sembrava ormai fatta, il camion tornò in avanti e riprese la sua posizione in bilico sulle travi e tre persone caddero nel vuoto sbattendo ripetutamente sull'impalcatura. Riconobbi il costume di John, i capelli rossi e ricci di Karli, ed i capelli neri e lunghi dell'uomo contro cui avevamo lottato io e Bucky. John atterrò poco distante dalla trave che ci aveva quasi colpiti, e James gli diede una mano a rialzarsi.
Alzai lo sguardo: attorno a noi, in alto, protetta dai cancelli, una folla di persone si era radunata per assistere alla scena. Le ruote erano incastrate nelle travi, ed era l'unica cosa che tratteneva il camion dal cadere giù definitivamente. Però, in ogni caso, non avrebbe retto molto. Premetti l'auricolare, con la mano tremante.
"Sam, devi venire qui" sussurrai, ma non ottenni risposta, perché il diretto interessato era appena arrivato.
Tirai un sospiro di sollievo quando lo vidi appoggiare le mani sui fanali anteriori del camion e iniziare a spingere verso l'alto, con i motori del suo costume al massimo. Costume diverso dall'ultima volta che lo avevo visto, così realizzai quale fosse il contenuto della valigetta che Bucky aveva portato a Sam. Il rosso ed il nero tipici del costume di Falcon avevano lasciato spazio al bianco e il blu, ed attaccato alla schiena, Sam portava lo scudo di Captain America. Sorrisi orgogliosa ed avanzai verso Bucky, gli appoggiai una mano sulla schiena e si girò, per poi ricambiare il mio sorriso. Il veicolo tornò in una posizione sicura, e Sam si allontanò.
Tornai a guardare a terra, e notai Karli afferrare un bastone di metallo. Non feci in tempo a dire o fare qualcosa, perché Bucky mi spinse dietro di lui con il braccio sinistro, mentre alzò prontamente il destro per afferrare l'arma.
Ringraziai i suoi riflessi. Di nuovo.
"Vuole proprio farci fuori" commentai, piegando la testa da un lato.
Karli fece un passo verso di noi, ma venne bloccata: lo scudo di Captain America si scontrò contro i Flag Smashers, abbattendoli come fossero birilli. Sam atterrò lentamente accanto a noi ed afferrò lo scudo. La leader del gruppo si rialzò e fissò con disprezzo il mio amico.
"Hai creduto alle loro bugie! Proprio tu!" lo accusò.
Sam non si scompose, e le ali si ritirarono dietro di lui.
"Sto facendo una cosa diversa, dovresti provarci anche tu" ribatté e mi fece sorridere.
Karli non ebbe la possibilità di rispondere, perché attorno a noi iniziarono ad esplodere delle bombolette; mi guardai intorno, come tutti gli altri, per cercare di capire da dove provenissero, però il fumo bianco rilasciato si diffuse velocemente ed ostruì in fretta la nostra visione.
"Dammi la mano!" la voce di Bucky mi giunse alle orecchie e allungai la mano nella speranza di incontrare in fretta la sua. Le sue dita afferrarono le mie e mi tirarono verso di lui. Degli spari improvvisi ci costrinsero ad abbassarci, mentre il fumo bianco già si stava affievolendo. Notai Sam guardarsi intorno, premendo un tasto dei suoi occhiali con un dito.
"Riesco a vederli. Di qua" disse, prima di lanciarci uno sguardo e di iniziare a correre. Lo seguimmo immediatamente, portandoci dietro anche John.
Il nuovo Captain America ci condusse nei tunnel sotterranei, e iniziammo a correre per trovare i nostri nemici.
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The Border / Bucky Barnes
FanfictionEra una vita semplice, la sua: visita giornaliera in prigione, alle dieci del mattino, per poi tornare nella villa di Hemult Zemo. Le piaceva la Germania, non era male e lei si era abituata, ma comunque non poteva definire "casa" un paese più di un...