"D'accordo, Bucky, facciamolo. Zemo, se fai un passo falso ti sbatto dentro di nuovo!" disse Falcon, con tono autoritario, puntandogli un dito contro. "E riguardo a te, ragazzina, stessa cosa" aggiunse, spostando l'indice per indicare me.
"Nemmeno mi conosci" gli risposi, avanzando.
Fece per ribattere ma venne preceduto da Zemo, come era successo a me attimi prima.
"Iniziamo con il piede giusto, per favore - iniziò, avanzando e facendo un giro su se stesso, per guardare tutti e tre, per poi soffermarsi su di loro - Vi aiuterò, perché voglio portare a termine la missione, e lei verrà con me"
Poi mi guardò, e mi sorrise incoraggiante, mentre faceva un cenno con la testa verso i due.
Mi passai una mano fra i capelli e dopo qualche secondo feci il primo passo. Camminai verso Sam e quando fui abbastanza vicina, gli tesi la mano, che dopo poco afferrò e strinse.
"Come ha detto lui, sono Naomi, piacere"
"Sam" rispose di rimando, abbozzando un sorriso che ricambiai subito. Iniziare con il piede giusto era un'ottima cosa, se dovevamo collaborare.
Mi lasciò la mano e mi oltrepassò, quindi mi girai e cercai il suo compagno con lo sguardo.
Mi stava già guardando, e quando i miei occhi si incastonarono nei suoi, il respiro mi si bloccò il gola, ma cercai di non darlo a vedere, mantenendo calma e compostezza.
I ricordi di quella giorno di alcuni anni fa, erano vividi nella mia mente e l'idea di avvicinarmi di nuovo a lui era del tutto fuori di testa. Sospirai, e cercai di avvicinarmi, mentre lui faceva la stessa cosa.
Indossava una maglia scura, coperta da una felpa verde e una giacca nera. Le gambe erano avvolte in paio di jeans blu scuro e portava un paio di anfibi neri.
"Ciao, sono Bucky" mi disse serio, porgendomi la mano. Mi stupii che fosse lui a fare il primo passo. In ogni caso, come aveva fatto Sam con me, mi presentai a mia volta.
I suoi occhi chiari erano fissi nei miei, più scuri, e mi sembravano tremendamente stanchi. Sono sicura ci fosse anche un velo di tristezza, all'interno.
Quando Zemo mi aveva raccontato ciò che era stato fatto al Soldato d'Inverno, avevo provato pena per lui. Non deve essere stato facile, ed ero certa che si portasse ancora dietro il peso di ciò che fu costretto a fare.
Quando mi resi conto che gli stavo ancora stringendo la mano, la lasciai immediatamente, come fosse diventata bollente, e scossi la testa per cercare di tornare la realtà. Mi aiutò anche la voce di Sam, così mi girai nella sua direzione; se ne stava dritto in piedi, con le braccia incrociate al petto, e con l'espressione di chi non è molto convinto di cosa sta per dire.
"Okay, Zemo. Cosa facciamo?" chiese, sospirando.
Mi girai verso il diretto interessato, aspettando la sua risposta, che non arrivò. Sorrise furbo, e si voltò per uscire, invitandoci con la mano a seguirlo. Fui la prima a muovermi, seguita dall'ex Soldato d'Inverno e poi da Sam, che mi sembrava ancora parecchio titubante.
Accelerai il passo, fino a toccare la spalla sinistra di Zemo, che si girò.
"Tutto bene?" domandò, mentre, un'altra volta, divideva le frange di plastica per farmi passare.
Non mi preoccupai di tenerle aperte per gli altri due dietro, erano ancora lontani. Annuii velocemente in risposta e ripresi a parlare.
"Ho detto che vengo con te, ma mi mancano troppi dettagli di questa storia. Mi puoi dire altro?"
"Devo fare una telefonata, chiedi a loro" mi rispose, tirando fuori il telefono dalla tasca blu sul fianco destro e velocizzando la sua andatura, appositamente per lasciarmi indietro.
Sbuffai sonoramente, e alzai le mani, per strofinarmele sul viso. Coprirmi gli occhi non fu una grandissima idea: non notai una cassetta di legno che giaceva sul pavimento, così inciampai.
Pronta all'impatto con il pavimento, per frenare la caduta allungai una mano, che però venne afferrata da qualcuno, il quale mi strinse, per sollevarmi, il fianco sinistro.
Mi voltai verso destra, e vidi a pochi centimetri da me, un paio di occhi azzurri.
"Stai bene?" mi chiese una voce dietro di me e annuii velocemente, senza girarmi a guardare Sam.
Mi sforzai di distogliere lo sguardo e di lasciare la sua mano, per spostarmi i capelli dal viso. Che figuraccia. Stiamo andando a combattere dei Super Soldati e io inciampo su una cassetta di legno, grandioso.
Mormorai un flebile grazie e mi allontanai dalla presa ferrea dell'uomo e guardai la colpevole della mia brutta figura, poi le tirai un calcio per spostarla dalla nostra strada.
Sentii Sam ridere, forse si era rilassato un po', mandando via la tensione di pochi momenti prima.
Intanto, Zemo era già uscito, e ci teneva ferma la lastra in metallo che fa fa porta. Com'era premuroso, oggi.
"Vi muovete?" ci ammonì, alzando la voce per farsi sentire.
Come non detto, pensai.
"Bucky, ti giuro, io lo ammazzo" disse Sam, tornando serio.
Dietro di me, sentii l'altro sbuffare, e dare una pacca sulla schiena all'Avenger. Dopo mi superò, e raggiunse Zemo, cosa che facemmo subito anche io e Sam. Una volta fuori, l'uomo in divisa mi guardò.
"Principessa, le chiavi, per favore. Guido io" mi disse, allungando la mano.
Sfilai l'oggetto richiesto dalla tasca dei jeans chiari, e lo lanciai, mirando la sua mano aperta. Atterrarono perfettamente al centro del suo palmo e un sorriso soddisfatto apparve sul suo viso, così gli feci un occhiolino.
"Dove andiamo?" chiese il Soldato, mentre ci avvicinavamo all'auto.
"A casa nostra" gli rispose Zemo.
Aggrottai le sopracciglia, ma non chiesi spiegazioni, sapevo che non mi avrebbe risposto.
Sam, davanti a me, si girò verso il suo compagno, che alzò le spalle.
Arrivammo all'auto, Zemo fece scattare la serratura, e prese subito il posto del guidatore. Falcon aprì la portiera e si sedette accanto a lui. Quindi, mi toccava rimanere dietro con James. Sospirai.
Lo anticipai e, senza aprire la portiera, feci leva sul braccio e saltai dentro, sistemandomi dietro il guidatore.
Zemo sbuffò al mio gesto e nel mentre notai Sam guardarmi e sorridere divertito: forse non gli ero così antipatica come era sembrato prima.
Il posto accanto a me venne occupato, ma non mi girai a guardare da chi, già lo sapevo.
Zemo mise in moto l'auto e partimmo, a velocità media.
Lo vidi tenere il volante solamente con una mano, mentre con l'altra smanettava sul telefono.
Anche Sam prese in mano il suo, dopo averlo sentito vibrare. Non volevo farmi i fatti suoi, ma lessi il nome "Sarah" lampeggiare sullo schermo; distolsi lo sguardo e mi impegnai per non ascoltare la conversazione, girandomi a guardare la strada accanto a noi.
"Zemo ti ha raccontato?" disse, a voce bassa, l'uomo accanto a me.
"Molto poco, in effetti. Mi ha solo detto che è stato ricreato il siero" spiegai, girandomi piano verso di lui.
Annuì e appoggiò le mani, avvolte da un paio di guanti, sulle ginocchia.
Pensai che andasse avanti con il discorso, spiegandomi bene la situazione, ma non lo fece.
Rimasi per un attimo a guardarlo, incerta se chiedergli spiegazioni o lasciar correre.
In effetti, sembrava che nessuno volesse spiegarmi bene quello a cui stavamo andando incontro.
Sapevo del siero e avevo accettato di aiutare Zemo, nonostante la presenza di James, ma cosa mi aspettava?
Pensai che fossi tenuta a saperlo.
"Mi dici qualcosa in più?" gli chiesi, con lo sguardo sulle sue mani.
Ripercorsi la linea delle sue braccia, fino ad arrivare alle spalle, su per il collo e il viso, prima che lui iniziasse a parlare.
"C'è un gruppo terroristico, si chiama Flag Smashers, guidati da una certa Karli Morgenthau. Sappiamo che sono potenziati dal siero, e che puntano alla rivoluzione, per cambiare il mondo" spiegò, non distogliendo nemmeno per un attimo lo sguardo dal mio viso. Mi sentii in soggezione, e distolsi lo sguardo, trovando interessanti le mie mani.
Registrai le informazioni nel mio cervello, dove annotai tutto velocemente.
"Lo reputavano migliore quando la popolazione fu decimata per colpa di Thanos" aggiunse girandosi a guardarmi Sam, che nel frattempo aveva concluso la sua telefonata.
"Sono violenti, dunque" dissi, traendo le mie conclusioni.
"Si, parecchio. Sono contro il Governo, e il GRC" rispose ancora Sam.
Inclinai di lato la testa, con un'espressione interrogativa sul viso.
Zemo lo notò dallo specchietto retrovisore, così mi informò.
"Il Global Repatriation Council, organizzazione che gestisce i fondi destinati a tutte le persone che hanno perso la casa o il lavoro in seguito al ritorno della popolazione scomparsa, e che ha in progetto di votare una mozione per forzare il ritorno in patria di tutte le persone che si sono trasferite. Lo so io, che ero chiuso in prigione, e tu no?"
"No, non ho guardato le notizie ultimamente, Zemo"
Staccai la schiena dal sedile, e mi avvicinai a lui, e gli diedi uno schiaffo scherzoso sulla nuca, che gli scaturì una risata.
Tornai composta e sentii lo sguardo del Soldato bruciare su di me, così mi sforzai per guardarlo a mia volta: aveva un accenno di sorriso sul volto, probabilmente dovuto alla mia scenetta con Zemo. Alzai un angolo della bocca e poi tornai a guardare la strada davanti a me.
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The Border / Bucky Barnes
FanficEra una vita semplice, la sua: visita giornaliera in prigione, alle dieci del mattino, per poi tornare nella villa di Hemult Zemo. Le piaceva la Germania, non era male e lei si era abituata, ma comunque non poteva definire "casa" un paese più di un...