23. Brownies e dog tags (Speciale 13k)

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Naomi's POV
"Buck, sei sicuro di quello che stai facendo? Vuoi una mano?" chiesi al mio ragazzo, alzando leggermente la voce per farmi sentire. Chiusi il cassetto del comò, lasciando dentro l'oggetto che avevo ritrovato. Nessuna risposta, così mi avvicinai alla porta della nostra camera e mi affacciai verso la cucina.
"Bucky?"
Chiusi gli occhi e sospirai, divertita, quando sentii qualcosa di metallico cadere a terra. Il rumore rimbombò in tutta la casa, e pensai che sicuramente lo avessero sentito anche i nostri poveri vicini. A passo felpato, iniziai a dirigermi verso la cucina. L'attenzione di Bucky era tutta per ciò che stava cucinando, o forse cercando di cucinare, ma sono sicura che mi sentì arrivare, anche se non lo fece notare. Si spostò verso il lavandino e aprì l'acqua.
"Chef, mi dispiace molto disturbarla" dissi, scherzando, con le mani dietro la schiena.
Individuai il forno accesso e cercai di sbirciare ma quando si girò a guardarmi, feci finta di niente.
Mi puntò contro l'indice di vibranio. "Ehi, ehi, ehi! Ti avevo detto di stare alla larga da qui"
Ridacchiai e mi avvicinai a lui e, una volta raggiunto, gli cinsi il busto con le braccia. Appoggiai la guancia sulla sua schiena nuda, e lo strinsi forte.
"Mi mancavi..." farfugliai, e gli stampai un bacio al centro delle scapole. Disegnai il contorno dei suoi addominali con la punta delle dita.
"Non ti mancavo, è solo che curiosa di sapere cosa sto preparando" disse, scuotendo il capo.
"Non è assolutamente vero" ribattei io.
Bucky chiuse l'acqua e afferrò uno straccio per asciugarsi le mani e, dopo averlo lasciato accanto al lavandino, si voltò ancora bloccato dalle mie braccia.
"Ciao" sussurrò, quando i nostri occhi si incontrarono.
"Ciao" ricambiai sorridendo. Guardai il suo viso e mi chiesi come fosse possibile che esistesse qualcuno di così perfetto.
Spostai la mano destra sulla sua guancia, mentre con la sinistra gli accarezzavo il braccio. Strinsi leggermente i suoi muscoli e ridacchiai. "Se cucinare ti fa venire caldo, ti prego, cucina più spesso"
"Come se non avessi il permesso di spogliarmi tutte le volte che vuoi" mi stuzzicò, alzando un sopracciglio. Poi mi cinse i fianchi e appoggiò la fronte sulla mia, dopo aver lasciato un bacio sopra, così io chiusi gli occhi beandomi delle sue carezze sulla schiena.
"Mmm.. Bucky?" sussurrai, aprendo gli occhi, cosa che fece anche lui.
"Dimmi"
Lo baciai a stampo due volte e poi sorrisi. "Quindi cosa stai preparando?"
Lui rise e mi scompigliò i capelli. "Sei incredibile"
Un attimo dopo, mi ritrovai in aria, caricata sulla sua spalla sinistra con il suo braccio di vibranio a stringermi le cosce per non farmi cadere. Mi lanciò sul divano e si posizionò fra le mie gambe nude, per poi bloccarmi i polsi sopra la testa. Non mi diede il tempo di dire o fare niente, che con la mano libera iniziò a solleticarmi i fianchi. Avrei potuto scalciare o dimenarmi quanto volevo: non sarei mai riuscita a liberarmi, non potevo competere con la sua forza. La sua risata si unì alla mia e dopo qualche altro secondo di tortura, lasciò stare il mio povero fianco destro, e appoggiò la sua mano sul mio viso. Ci osservammo per qualche secondo, in silenzio. Lo facevamo spesso.
"A che pensi?" mormorai, e non appena lasciò la presa sui miei polsi, appoggiai le mani a coppa alle sue guance. L'accenno di barba mi solleticava le dita.
"Che ancora non ci credo. A quello che è successo ultimamente, a te, a noi. Non posso spiegarti cosa significhi per me, mi stai facendo rinascere. Mi chiedo sempre come abbia fatto a meritarti"
Gli regalai un sorriso colmo di gratitudine. "Penso sempre di essere io la fortunata fra i due, Buck. Poi mi viene un sacco da ridere quando penso a come ero terrorizzata mesi fa, quando dovevo incontrarti con Zemo e Sam, e a come invece ora io sia completamente innamorata di te"
Gli passai una mano fra i capelli, ora più lunghi, e lui chiuse gli occhi, per poi avvicinarsi per baciarmi lentamente. Sentì la sua lingua intrufolarsi nella mia bocca e lo lasciai fare, mentre ricambiavo il bacio e gli cingevo i fianchi con le gambe. Le sue mani si insinuarono sotto il tessuto della mia maglia, e mi accarezzarono il ventre.
Un suono acuto mi fece aprire gli occhi. Il timer del forno. Lo ignorai e strinsi i capelli di Bucky, in un silenzioso invito a continuare quello che stava facendo.
"No, aspetta, no, non succederà come l'ultima volta" disse, alzandosi dal mio corpo e dal divano. "Oggi non si brucerà niente"
Sospirai e mi riabbassai la maglia nera, che non era altro che una delle maglie di Bucky, e cercai di pettinarmi i capelli con le dita, mentre lo guardavo aprire il forno e prendere la teglia all'interno.
"Brownies!" esclamò felice, mostrandomi il suo lavoro.
Mi alzai al divano e gli sorrisi. "Devo ammettere che a prima vista non sembrano così male"
Mi sistemai sulla sedia accanto all'isolotto, mentre Bucky posò tre brownies in un piatto, che poi appoggiò davanti a me. Lui restò in piedi, con le mani appoggiate sul bordo del tavolo, ad aspettare il mio giudizio, che non tardò ad arrivare una volta assaggiato il primo dolce.
"Direi che, togliendo il piano cottura pieno di farina e tutto quel rumore tremendo che ho sentito, hai fatto un ottimo lavoro"
"Me lo merito un bacio?" chiese ed io annuì, sporgendomi per raggiungere le sue labbra, e lui si abbassò per facilitarmi il lavoro.

Un'ora dopo, dopo aver pulito la cucina, eravamo seduti sul divano, a guardare il primo film de Lo Hobbit alla televisione. Il braccio sinistro di Bucky mi circondava le spalle e le mie gambe erano appoggiate sulle sue. Mi girai a guardarlo e improvvisamente mi venne in mente cosa avevo trovato prima nel comò.
"Aspetta, torno subito" gli dissi, e mi alzai correndo verso la nostra camera. Tanto lo avevamo visto un milione di volta, e lo sapevo a memoria. Una volta recuperato l'oggetto, tornai a sedermi e lui mi guardò curioso. Aprì la mano e lasciai che osservasse la collana con le due targhette militari, rovinate dal tempo.
"Le ho trovate oggi, mentre pulivo. Non le metti da un po' e non mi ricordo di averti mai visto senza da quando ci siamo conosciuti..."
Afferrò la collana con la mano destra e le fissò per qualche secondo.
James B Barnes
32557038 Т41 42 0
R. Barnes
3093 STOCKTON RD, SHELBYVILLE IN P
L'avevo letta e riletta così tante volte, quella sera, che la sapevo quasi a memoria.
"Non volevo invadere il tuo spazio o altro, le avevi lasciate nel cassetto delle lenzuola e ho pensato che magari le aves..."
Venni interrotta. "Sai perchè i soldati le usano?"
Scossi la testa, attendendo la spiegazione, che arrivò subito. Parlò fissando la collana.
"Le targhette sono molto più di una semplice identificazione o un ricordo del servizio di un soldato. All'epoca era necessario creare un modo col quale nessun soldato in servizio in nessuna guerra sarebbe mai più sepolto come sconosciuto. Questi pezzi di metallo hanno la responsabilità di aiutare a tornare a casa i soldati caduti se dovesse accadere il peggio mentre sono in servizio"
Si bloccò per un attimo e chiuse le targhette nella mano di vibranio, e con la destra toccò la superficie fredda del suo bicipite sinistro. "E a me il peggio è capitato. Non sono morto e sono arrivato fino a qui. Le usavo ancora per ricordarmi chi sono, chi sono davvero. James Buchanan Barnes, e non il Soldato d'Inverno"
Deglutii e strinsi la mano sulla sua che stringeva la collana. "Bucky..."
Si sforzò di sorridermi, e stavolta parlò guardandomi. "No, aspetta. Fammi finire. Mi servivano per tornare a casa, sai, metaforicamente. Però poi ho incontrato te, e la strada di casa l'ho ritrovata, perché casa sei tu. Tu mi ricordi chi sono, che posso essere migliore, e queste non mi servono più"
Era difficile lasciarmi senza parole e per la prima volta, non sapevo cosa dire. Sentivo gli occhi pizzicare e qualsiasi parola non mi sembrava sufficiente per rispondere.
Voltò completamente il busto verso di me e con entrambe le mani, mi infilò la collana da sopra la testa. Una volta fatto, abbassai subito lo sguardo e la sfiorai con le dita.
"Ti sta bene, sai? Così ti ricordi sempre chi è il tuo fidanzato" ridacchiò, ed io scossi la testa.
"Non me lo dimentico mai, Buck. Ma grazie, mi fanno sentire tua. Anzi, mi ricordano che ti conosco davvero"
Mi strinse in un abbraccio e appoggiò il mento sopra la mia testa, mentre io mi appiattivo contro il suo petto.
"Ora i mostri non ci sono più" lo sentii sussurrare e lo strinsi ancora più forte, respirando il suo profumo.
"No, non ci sono più"

Author's note
Grazie infinite per aver scelto di donarmi un po' del vostro tempo per leggere questa storia. Siamo a 13k visualizzazioni e per ringraziarvi, vi regalo un pezzo di quotidianità di Bucky e Naomi.
Un abbraccio!
Ps: Se c'è qualche Swiftie che ha afferrato la reference nella penultima battuta di Naomi, fatemelo sapere nei commenti
Ps 2: Avete visto Deadpool e Wolverine?

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