(Da: "Lasciala andare", di Irene Grandi)
In mezzo alle pagine di questo mio libro ci sei tu
davvero difficile lasciare i ricordi andare giù
quasi sicuramente tu mi dirai di no
ti chiedo solo un istante, ancora un po'...!
Gennaio era diventato febbraio, e, in un attimo, San Valentino era passato. E, con grande stupore di tutti, George e Pansy erano ancora insieme. Certo, non è che il loro modo di festeggiare quell'occasione fosse stato romantico. Per la verità, Pansy aveva posto il veto, dal momento che era allergica a cuoricini e cupidi, ed aveva espressamente vietato al ragazzo di portarla da Madama Piediburro o in altri posti simili. Quanto a George, non si era certo fatto pregare, ed aveva preferito portarla in giro per negozi (prima quelli che piacevano a lei, poi quelli dove andava sempre lui, per non far torto a nessuno). Le aveva sorprendentemente regalato delle rose, e Pansy si era domandata che cosa si fosse bevuto il suo ragazzo. Poi, le rose si erano trasfigurate in uno Spara gavettoni modificato che aveva cominciato a macchiare tutti con palloncini pieni di vernice rosa, e Pansy si era tranquillizzata, vedendo che era perfettamente in sé. E questo era stato tutto il loro festeggiare.
Per altri, però, la festa era stata molto meno spensierata. Era il caso di Cho, che continuava ad avvicinarsi ed allontanarsi nervosamente dalla finestra del suo Dormitorio. Dalla Torre di di Corvonero si poteva vedere buona parte dei cortili del castello, ma non era ancora riuscita ad individuare Harry. Per quale motivo, poi, avrebbe dovuto trovarlo? Ci sarebbe stato ancora un dialogo sereno, tra loro due, dopo quella disastrosa uscita a Hogsmeade? E perché lei si ostinava a cercarlo ancora, almeno con lo sguardo?
La verità è che Cho si sentiva triste, ed anche piuttosto fallita. Le sembrava, in quel momento, di avere soltanto frainteso Harry. Forse vedeva in lui semplicemente un legame, per quanto labile, con Cedric, e con quei ricordi che lei si sforzava, con le unghie e con i denti, di trattenere. Pensava che fosse lo stesso anche per lui.
Ma quando, in quel caffé che a lei era sembrato tanto carino, egli aveva fatto di tutto tranne che tranquillizzarsi e mettere a proprio agio entrambi, lei stessa si era sentita improvvisamente fuori posto. Aveva addirittura cominciato a buttare un occhio sugli altri ragazzi presenti in sala, non perché le interessassero realmente, ma perché sperava di suscitare in lui una reazione, una qualunque. Ma, ancora una volta, si era sbagliata. Nemmeno il nome di Cedric aveva contribuito a farli sentire sulla stessalunghezza d'onda, tutt'altro. E, ciliegina sulla torta, lui se n'era andato per raggiungere la sua amichetta, che vedeva già tutti i giorni! Ma che stesse con lei, allora!
Forse è soltanto troppo presto, si disse. Dopo Cedric, per quanto avesse esitato, aveva cercato un nuovo amore, ed aveva scelto la persona che le era più vicina in quel frangente. E, dopotutto, era anche naturale, dopo un lutto, avvertire di più la vicinanza delle persone che l'hanno subito con noi. Lei si era, forse, fatta trasportare da quei sentimenti, e li aveva sopravvalutati.
Quello che aveva provato per Cedric era stato profondo, e si ricordava bene, quasi attimo per attimo, come si era sentita durante la loro storia. Quanto a Harry, invece? Non era nemmeno così sicura di conoscerlo bene, di poter apprezzare i suoi amici (e che lui avrebbe apprezzato le sue amiche), e facevano una certa fatica anche solo a trovare argomenti di cui poter parlare. A conti fatti, il suo si era rivelato più un sogno, un progetto velleitario, che un reale desiderio di costruzione.
E un'ulteriore conferma di questo le era dato da come si sentiva ora: come ad un bivio. Una persona davvero presa, coinvolta, avrebbe rincorso Harry: lei non lo stava facendo, si stava limitando a guardarlo da lontano, dietro un vetro, come se già facesse parte di una realtà che non la riguardava più. Eppure, almeno per il momento, non ce la faceva ad accettare che anche quella porta si fosse chiusa. Aveva ancora bisogno di un po' di tempo, o almeno, di qualche istante per poter capire.
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Il cielo ha una porta sola
Fanfiction"Al bordo di una piccola piscina, su una sedia a sdraio a righe bianche e blu, una ragazza con un caschetto di capelli bruni, un costume vintage e grandi occhiali da sole leggeva con aria svogliata. Pansy Parkinson sbuffava, scorrendo rapida le noti...