(Da: "Raccoglimento", di Baudelaire)
Sii saggio, mio Dolore, e calmati!
Volevi la sera? Eccola, è scesa!
Un'atmosfera oscura avvolge la città
a chi porta la pace, a chi l'affanno.
La primavera era ormai fiorita, persino in Scozia. L'aria della sera non era più così fredda e pungente, e si poteva sostare sui balconcini esterni al Castello anche con un mantello leggero. Per questo motivo Cho se ne stava pigramente appoggiata ai pilastri di marmo e guardava le nuvole rapide che, portate dal vento primaverile, sembravano incorniciare la luna. Sapeva che la cena era finita da troppo poco perché gli altri studenti cominciassero a sparpagliarsi. Con ogni probabilità, una buona parte di loro era ancora seduta a fare il bis di dolci e chiacchierare con gli altri. Ed era proprio quello che serviva a lei. Un po' di silenzio, lontano dalla confusione.
Durante il giorno, tutto quello che provava e sentiva, ogni suo più piccolo pensiero o emozione, qualunque cosa sembrava moltiplicarsi ed esploderle nella testa, tanto che faticava a concentrarsi su quello che faceva, dallo studio al Quidditch.
Ma la sera una strana calma si impadroniva di lei, ed era come se il suo dolore trovasse un po' di quiete. Per tanti studenti la notte era il tempo delle scorribande, del proibito: a lei recava solo un improvviso e graditissimo alleviamento del dolore. Per questo motivo, quell'anno, aveva preso a studiare molto più di sera, ed i suoi voti, che all'inizio dell'anno non erano brillanti come gli anni precedenti, erano lentamente tornati nella media.
Si trovava lì già da un po', con il libro sulle ginocchia ed il mantello blu scuro avvolto sulle spalle, quando sentì il rumore della porta che si apriva. Si augurò che non si trattasse di qualche ragazzino del primo anno desideroso di fare casino, oppure avrebbe dovuto tornare alla sua Casa. Invece, alzando gli occhi, vide che si trattava diun suo compagno di Casa del quinto anno, Michael Corner.
"Ciao, Cho, anche tu qui? Che fai?"
"Pozioni, per la verità. Tu invece?"
"Niente di che. Cercavo un angolino silenzioso" rispose il compagno, allargando le braccia. Aveva un'aria piuttosto abbacchiata e l'espressione tipica di chi ha appena avuto una discussione. Cho la conosceva bene, perché se l'era vista allo specchio molte volte, durante l'ultimo anno.
"Michael... con chi hai litigato?"
"Oh, uff... Ginny, per la verità. Per la decima volta da quando lei e suo fratello hanno vinto la Coppa. Continua a vantarsi di quanto sono stati bravi rispetto a te e agli altri, e prende questa cosa a pretesto ogni due per tre!" sbottò il ragazzo, esasperato.
"Un peperino, la ragazza di casa Weasley..." non poté esimersi lei dal commentare.
"Giuro che io ho provato a portare pazienza, ma ogni tanto ha quel carattere così..."
"...esasperante?!?"
"...Insomma!"
"Sai, voci di corridoio dicono che sua madre sia anche peggio e che lei le assomigli di più ogni giorno che passa!"
"Ah, questo non lo so. Ho paura davvero che smetteremo di vederci. E poi, suo fratello mi farà a polpette."
"Quale dei tanti? Ron?"
"Sì, lui! Passa la metà del tempo a guardarmi in tralice! Anche durante le riunioni dell'ES lo faceva!"
"Consolati, Michael. Se tu dovrai evitare Ron, io ti farò compagnia. Così magari eviterò Harry."
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Il cielo ha una porta sola
Fiksi Penggemar"Al bordo di una piccola piscina, su una sedia a sdraio a righe bianche e blu, una ragazza con un caschetto di capelli bruni, un costume vintage e grandi occhiali da sole leggeva con aria svogliata. Pansy Parkinson sbuffava, scorrendo rapida le noti...