Chapter twelve

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"I hate gym"



HARRY'S POV



I miei occhi si soffermarono sulla porta chiusa della camera di fronte a me, il piede destro colpiva il pavimento con movimenti veloci e ripetitivi, la mano, stretta al bordo del letto dov'ero seduto, era incredibilmente calda e bagnata dal sudore, i battiti del cuore mi risuonavano perfino nelle orecchie dal tanto che erano rumorosi. Non sono mai stato così nervoso in vita mia, beh a parte quando ho chiesto ad Alice di sposarmi e credo che mio padre se ne accorse. Quando la sua mano riafferrò prontamente la mia per la seconda volta in un ora, se la portò sulla gamba e la strinse forte a sé. Non avevamo un contatto così da quando se ne andò e in un certo senso mi piacque. Avevo vissuto diciott'anni della mia vita senza ricevere affetto da nessuno. Mia madre era perfida e inesistente, Carl non era un uomo da carezze e abbracci, i miei amici essendo maschi dovevano mantenere una certa reputazione all'interno del Paradiso e io, per vergogna e per la stessa ragione, non mi azzardai mai a chiedere nulla da loro. Continuavo ad autoconvincermi che non importava, che non avevo bisogno di tutto quello, che ero forte e che si poteva benissimo vivere ricevendo amore solo attraverso le parole e non i fatti, ma quel mantra che mi ripetevo ogni giorno perse tutto il suo significato quando la mia bellissima Alice entrò nella mia vita. All'inizio no, ma ben presto mi resi conto che non potevo e non volevo vivere senza le sue dolci e amorevoli carezze, i suoi calorosi abbracci che ti avvolgono stretto e i suoi incredibili baci. L'emozioni che provo in quelle occasioni sono tante da riempirmi dentro, la felicità e un forte senso di sicurezza si impossessano di me e con quella mano ancora stretta alla sua, stavo sentendo finalmente tutto questo grazie ad un'altra persona.


Purtroppo non si poteva rimediare a tutti gli errori commessi con così tanta facilità, così lo rifiutai per l'ennesima volta. Si voltò verso di me, i suoi occhi trasparivano il primo vero sentimento da quando era entrato in casa mia: dolore. Le sue iridi cominciarono a bagnarsi sempre di più, permettendo poi ad una lacrima di scivolare lungo la guancia. Le labbra tremarono per frazioni di secondi e osservando con la coda dell'occhio quella scena, mi si spezzò il cuore. Accidenti a me e alla mia bontà.


"Non è tutta colpa di tua madre, lei ti amava" disse giocherellando con il ciondolo del braccialetto che pendeva dal suo polso sinistro.


Afferrai il bicchiere pieno d'acqua appoggiato sul comodino e bevvi un sorso, ma, dopo aver sentito quell'affermazione da mio padre, involontariamente risputai il tutto bagnando così il pavimento.


"Certo, questo spiega il perché abbia passato metà della sua esistenza cercando un modo per uccidere sia me che la mia ragazza" dissi cercando di non ridergli in faccia.


"Tua madre era segnata dal dolore. Pensava di avermi ucciso, pensava di averti tolto un padre, Harry. Non immagini cos'è stato per lei convivere con tutto questo. Mi amava e pensava di avermi perso per sempre" la sua voce si spezzò e le lacrime di poco prima si riversarono tutte trasformando un uomo così forte e potente com'era sempre stato mio padre, in un uomo debole, il quale aveva rovinato una famiglia.


Non ebbi più la forza di guardarlo negli occhi, cercai in tutti i modi di non impietosirmi con quella scena, ma era più difficile di quanto poteva sembrare. Questo era ciò che mi aveva sempre differenziato da mia madre, lei non aveva alcun cuore a cui fare affidamento in casi di disperazione e rabbia. Io, invece, si e non mi sentii mai così felice di questa cosa prima d'ora.

Broken Wings, the final season [h.s.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora