Chapter six

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“You may love me again”

ALICE’S  POV

Presi il lenzuolo verde-acqua, comprato l’estate scorsa in uno dei tanti negozietti artigianali del centro di Amsterdam, tra le mie mani in quel momento bollenti. Erano così calde che sembravano appena uscite da un forno. Sentire la morbidezza di quella seta pregiata mi fece rilassare, ma non così tanto da riuscire a chiudere gli occhi e addormentarmi in un sonno profondo.

La sveglia digitale appoggiata sul mio comodino in legno segnava le due di notte. Sembrava fosse passato un secolo da quando mi coricai sul letto matrimoniale e da quella meravigliosa sensazione che provi quando senti i tuoi muscoli tesi abbandonarsi completamente al materasso. Erano passate due ore d’allora. Allungai la stessa mano, che precedentemente teneva ben stretto il lenzuolo, verso la mia destra. Continuai a farla scorrere lungo il materasso imbottito fino a quando non incontrò il tessuto morbido di una maglietta che copriva un braccio abbastanza muscoloso. Restando completamente immobile potevo sentire il respiro profondo di Harry il cui stomaco era rivolto verso il basso e il viso rivolto verso di me. Più volte in quelle due ore mi girai e mi si spezzò il cuore a guardare i suoi occhi verdi chiusi e sigillati. La voglia di saltargli addosso e di mandare a fanculo tutta la rabbia di poco prima era inevitabile, ormai perdonarlo dopo ogni cosa era inevitabile. Ma questa volta era diverso. Quando sentii la sua pelle morbida rovinata da dei tagli profondi e da dei lividi, fui certa che il mio cuore perse alcuni battiti. La sua schiena era inguardabile, i miei occhi si appannarono per colpa delle lacrime che continuavano a scendere, ero scioccata e spaventata allo stesso tempo. Le mani, appoggiate sulla mia bocca, non smettevano di tremare. Dovetti sedermi e riprendere un po’ di fiato prima di chiedere ad Harry cosa diavolo avesse combinato. Durante la giornata avevo avuto dei dolori lancinanti alla schiena, ma pensavo venissero da me, non da lui. Istintivamente abbassò lo sguardo, la sua fronte cominciò a bagnarsi per colpa del sudore e continuava a balbettare frasi incomprensibili, vedere Harry così nervoso non era cosa da tutti i giorni. Ma alla fine mi disse che non era successo nulla, che non dovevo preoccuparmi di nulla visto che lui stava bene. In quel momento sentii il cuore morirmi senza esitazioni, ero distrutta. Scoppiai a piangere per l’ultima volta, prima di andarmi a rintanare sotto le coperte del letto matrimoniale, senza cenare e senza degnare Harry di uno sguardo. Durante la notte cercò più volte di prendermi la mano o di abbracciarmi, ma io opponevo sempre resistenza.

 La nostra vita, in questi sei anni, era diventata ciò che avevo sempre desiderato. Eravamo una famiglia unita, felice e incredibilmente fortunata. Tra me e Harry non c’erano più differenze, la nostra storia d’amore non era più ostacolata o addirittura rovinata dalle nostre due nature diverse. Non so se era per non rivelare a nostra figlia cosa i suoi due genitori hanno dovuto sopportare prima della sua nascita, ma io e Harry eravamo finalmente normali. Credo di aver conosciuto più Harry in questi sei anni che nei terribili sei mesi passati. In un breve flash mi passò davanti ogni singolo momento in cui mi sono sentita la ragazza più felice del mondo, quindi ogni singolo momento in cui avevo avuto Harry affianco a me. Ripensai perfino a quei mesi nei quali eravamo solo dei diciottenni stupidi, ma innamorati da far schifo, dove gli errori e le bugie erano all’ordine del giorno, ci facevamo del male, ma solo per proteggere la persona che ancora adesso amavamo più di qualsiasi altra cosa al mondo. Ma come ho detto prima, sei anni fa poteva essere tollerato un comportamento del genere, ora avevamo rispettivamente ventiquattro anni.

Broken Wings, the final season [h.s.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora