Capitolo 13

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(È da ricontrollare)

La sera successiva io e Hayat andammo dalla madre, ci aveva invitati a cena. Eravamo fermi ad un semaforo, quando una macchina con la musica ad alto volume, si fermò accanto a noi. Hayat sorrise leggermente quando sentimmo la musica : 'aloof fiki hanan ziyada rabna dhay'oo... la we fiki gamal fi roohek li wahdi ana shayfoo....' Era una canzone di un cantante che Hayat ascoltava molto. Girai la testa e vidi un ragazzo, aveva all'incirca la mia età. "Ha le sopracciglia più belle di te, Hayat." Mia moglie cominciò a ridere a crepapelle. "Idiooota" ridacchiò, iniziai a ridere anche io.
La serata era abbastanza tranquilla, c'era anche lo zio di Hayat insieme alla sua famiglia e così non mi annoiai più di tanto. Dopo una bella e lunga chiacchierata con lo zio e il figlio maggiore, salutammo tutti e ce ne andammo per primi.

Durante l'ora di pranzo ricevetti un messaggio: "Bilal, hai tempo oggi?" No, per te mai più, disse la mia voce interiore. Dopo che te ne era andata, abbandonandomi , voleva pretendeva che avessi tempo per lei? Cosa stava cercando di ottenere quella donna?
Mi ripresi dallo shock , sospirai e risposi. Volevo vederla, ma volevo affrontare il passato? In fine, le mie dita digitarono la risposta : "Alle 18."
"Dove?"
"Sai esattamente dove." risposero le mie dita furiose.
Non mi rimase altro che ammazzare il tempo con il lavoro. Cosa mi aspettava? Prima che Hayat mi chiamasse, le mandai un messaggio, dicendole che dopo il lavoro sarei andato in palestra.
Cosa voleva? Perché voleva parlarmi? Di cosa dovevamo parlare? Che ne sarebbe stato di Hayat? Cosa sarebbe successo, se Hayat scoprisse dove ero andato veramente? Nessuno mi potrebbe salvare dalla sua rabbia. Anche se la trovavo carina, quando iniziava ad agitare le mani in aria, era così impotente. Sorrisi leggermente e tornai al lavoro, c'era molto da fare.

Quando arrivai nella familiare, zona sporca, ricordi tornarono nella mia mente. Disperato, cercai di liberare la mia mente. Tutto era ancora come esattamente otto anni fa, solo un po' più arrugginito e vecchio. Mi sedetti e guardai il cielo, per un attimo ero di nuovo il sedicenne di allora. Spensierato, libero e innamorato. Cercai di tornare in me e di calmarmi, ero troppo nervoso. Sentii passi,da lontano. Silenziosa si sedette alla mia sinistra e entrambi guardammo il pavimento. Non l'avevo riconosciuta, talmente era cambiata. Questa zona mi simboleggiava. Anche io ero così sporco, così rotto e con gli anni ero peggiorato, ero diventato ancora più rotto. Lei,invece, aveva lasciato la città ed era cambiata. Respirai profondamente e mi preparai alla discussione. Fissai intensamente le mie mani finchè iniziò a parlare, a voce talmente bassa che per poco non la sentivo : "Questa zona... è sempre uguale." Annuii, perché non sapevo cosa dire.
Fu lei a riprendere a parlare "Bilal, io... mi dispiace." Sbuffai.
"Credimi davvero, tutto. Soprattutto, per non aver creduto in noi. Per essermene andata, senza darci alcuna possibilità. Avevo troppa paura di mio padre, mettiti nei miei panni, non era facile lasciarti andare." Il suo tono di voce aumentò, grugnì: "Ma a quanto pare, per te, non è stato difficile dimenticarmi." La guardai, ero furioso. Così dannatamente arrabbiato. Come osava dire questo? Come?!? "Tu te ne sei andata. Tu hai lasciato me! Non il contrario! Che mi sia sposato, è il minimo che potessi fare. Non ci hai nemmeno dato una possibilità, mentre io mi sarei sacrificato per te. Quindi non venirne con Hayat!" dissi, arrabbiato come non mai.
"E' questo il tuo amore? Mesi dopo ti sei dimenticato di me. Non ho nemmeno saputo che ti sei sposato. Come vuoi sapere, come mi sono sentita, quando ti ho lasciata? Vuoi sapere perché sono tornata? Volevo tornare da te, non ce la facevo più. Anche se cercavo di non pensarti, tu eri sempre nei miei pensieri. Non erano le tue mani che mi tenevano, non erano i tuoi occhi che mi guardavano, non era la tua voce che mi parlava. Nessuno è come te, nessuno!"
Chiusi gli occhi. Lei mi voleva. Era tornata solo per me. Per riavermi.
"Perché stai facendo tutto questo? Perché ora?" Prima che potessi finire, prese le mie mani tremanti tra le sue.
"Bilal, credimi. Volevo tornare, da subito. Tutti questi anni ho immaginato un incontro diverso." si inginocchiò fra le mie gambe.
"Per esempio ho immaginato , che prendi la mia faccia fra le tue grandi mani, che sposti la mia ciocca dietro l'orecchio e che ci perdiamo nei nostri sguardi. Che ti mostrassi quanto mi sei mancato.." Le nostre teste si avvicinarono sempre di più, finché non li separava pochi centimetri.
"Io ti amo ancora da impazzire." Mi amava.
Mi misi a ridere, così forte e sfrenato. Quello era il momento in cui andai fuori di testa.
"Mi ami? Mi ami? Mi ami? Allora perché torni solo otto anni dopo? Otto fottuti anni! Perché non prima? Perché solo ora? Cosa dovrebbe cambiare, secondo te? Vuoi che ti giuri fedeltà e amore eterno? Che ti giuri di non abbandonarti mai? Che poi... sei stata tu ad abbandonare me, non io! " Sbuffai infastidito e respirai profondamente, allontanai le mani dal suo viso e mi alzai.
"E' stata una cattiva idea venire qua. Vederti e parlare con te, è stato peggio." Volevo girarmi e andare via, quando si alzò anche lei e mi tenne per l'avambraccio. Unì le nostre labbra dopo anni di desiderio e delusione, perché ciò si separa, si riunirà sempre.

Lei, il mio destino. (meldib)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora