capitolo 14

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Durante il bacio, sbattei le palpebre e aprii gli occhi. Occhi verdi mi guardarono. Innamorati? Arrabbiati?
Afferrai Leila per le spalle e l'allontanai, dietro di lei apparve improvvisamente un viso familiare, occhi castani. Scossi la testa con violenza, davanti ai miei occhi apparve l'immagine di Hayat. Cosa voleva dire? Sentiva qualcosa? Sapeva che ero qui? Con Leila? Perché mi sentivo così beccato.
Ansimai e respirai profondamente. "Cosa stai facendo?" dissi arrabbiato.
"Io.. cioè.. è.." iniziò a balbettare, la guardai pieno di rabbia.
"Non farlo mai più!" dissi a denti stretti. "Vedi," le mostrai la mia fede nuziale, "sono sposato!"
"Bilal, per favore, ascol.."
"Cosa vuoi, dannazione?" gridai, "Sei in ritardo di otto anni. E' cambiato tutto, non tornare mai più. Sono felice con Hayat." Mi voltai e mi avviai verso la macchina.
Partii con pneumatici stridenti e ,prima di arrivare a casa, chiamai Khaled, dovevo andare in palestra! Gli dissi che dovevo parlare di lui e di portare un ricambio anche per me, dovevamo incontrarci davanti alla palestra.
Dieci minuti dopo, Khaled parcheggiò accanto a me. Scese dalla macchina e senza fare domande, mi consegnò un borsone. Entrammo e ci avviammo negli spogliatoi, misi una t-shirt nera e un pantaloncino rosso. Presi l'asciugamano rosso sangue e lo avvolsi al mio collo. Quando uscii dagli spogliatoi,la mia anima gemella, mio fratello, si unì a me.
Amavo il rosso sacco di box, i miei guantoni rossi. Il sudore che scorreva, mi rilassava e mi calmai leggermente.
Sinistra, destra, sinistra, calcio rotante, di nuovo un colpo in avanti, di lato. Il sudore scorreva sul mio viso, respiravo pesantemente. Era proprio questo che mi serviva.
Quando cercai di calmarmi, mi osservò Khaled , finché non decise di allenare la schiena. Inizialmente rimase in silenzio, ma poi iniziò a parlare. "...durante la gravidanza non può venire, ma dopo mi accompagnerà. Si sta già preoccupando del suo fisico. .." parlava senza punto e virgola, sapeva come farmi parlare. Lo faceva ogni volta, sapeva che mi dava fastidio e così scoppiai. "Ho visto Leila oggi." Ottenni tutta la sua attenzione, lasciò scivolare il peso dalla sua mano.
"Perché?"
"Perché..io.. volevo chiudere questa storia. O qualcosa del genere." passai una mano tra i capelli e con un tonfo mi lasciai cadere sulle stoie blu. Iniziai a parlare e mi sentii più libero.
".. spinta e me ne sono andato." finii il mio discorso.
"Codardo." rise.
Gli tirai i miei guantoni e sbuffai acclamato.
"Ehi, i miei capelli. La mia faccia!" Alzai gli occhi. "La mia faccia è il mio capitale." disse e spostò i guanti.
"Perché non hai messo in chiaro che è finita anni fa? Lei se n'è andata, fine della storia."
"Ero troppo sconvolto. Era così vicina. Era tutto così reale, così.. non lo so. E poi, all'improvviso è apparsa Hayat, Dio, è da pazzi." Distrattamente accarezzai le mie labbra.
Khaled mi disse di non vedere più Leila, di non parlarla e di non riunire le nostre famiglie. Alcune cose è meglio tenerle nel buio. Annuì e ci avviammo negli spogliatoi, ringraziai il mio migliore amico per lo shampoo e l'asciugamano.
Dopo una doccia fredda, molto rinfrescante, uscii e rimisi i miei vecchi vestiti. Ridetti il borsone a Khaled e poi ci salutammo, Hayat mi aveva chiamato più volte e aveva anche mandato qualche messaggio. Ignorai tutto e tornai a casa.
Non appena varcai la porta di casa, trovai davanti a me una furiosa bellezza dai capelli castani. Indossava corti pantaloncini rosa, li usava per dormire, e un top nero. Batté i piedi per terra, tenendo il cellulare davanti alla mia faccia.
"Per cosa esiste questa bellissima invenzione?" disse a denti stretti, "Dove sei stato?"
"Te l'ho detto, in palestra."
"E dove è il tuo borsone?"
"Khaled mi ha prestato vestiti, il borsone lo ha lui."
La baciai sulla guancia,in segno di saluto, e confessai: "Ho fame, mi prepari qualcosa?" cercai di essere il più tenero possibile.
I suoi lineamenti si ammorbidirono e subito annuì, ma il suo sguardo era ancora serio.
Dopo aver mangiato, mi sedetti sul divano accanto a Hayat, aveva legato i suoi capelli, erano cresciuti e le arrivavano fino al sedere. Li spostai, per poter sfiorare la sua pelle indisturbato. Sbuffò e si rannicchiò più vicina a me. La donna tra le mie braccia, era mia moglie. L'avevo sposata e la amavo, non volevo nessun altra donna al mio fianco. Anche se ero di cattivo umore, lei era sempre raggiante. Anche se la sgridavo, lei non diceva mai niente. Sciolsi i suoi capelli dall'elastico e glieli accarezzai, poi misi la mia testa su essi. Mia moglie mi abbracciò stretto e per un momento sorrisi.
"Ti amo così tanto, Bilal." sussurrò amorevole.
Presi il suo viso tra le mani. "Tu sei tutto per me."

Lo so, che va controllato, un giorno lo farò, ma non ora..
So che Vi ho fatto aspettare, cavolo, è passato un mese. :/
Spero vi sia piaciuto comunque, un bacio.

Lei, il mio destino. (meldib)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora