Capitolo 6

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TRISTAN

Con la coda dell'occhio noto Micheal e Beth uscire di corsa dalla stanza.

Bene: due persone da sopportare in meno.

Da quando sono arrivato ho avuto per tutto il tempo Cindy incollata addosso e sto cercando di aggrapparmi all'ultimo barlume di pazienza che mi è rimasto per impedirmi di spaccarle i polsi per farla smettere di toccarmi. Odio quando gli altri mi toccano o invadono il mio spazio personale, anche durante il sesso sono sempre io nella posizione di controllo e cerco di evitare il più possibile il contatto fisico superfluo.

Di baci non ne do proprio almeno che non siano strettamente necessari per qualche altro motivo, come quando sono stato obbligato a giocare al gioco della bottiglia all'ultimo anno di università per mantenere la facciata di ventitreenne "normale."

Quale ragazzo di quella età avrebbe rifiutato di giocare a un gioco che gli avrebbe permesso di limonare con più ragazze diverse, una più sexy dell'altra — tranne Becky Lawrence che aveva ancora l'apparecchio —, e che sapeva benissimo che non vedessero l'ora che arrivasse il loro turno di essere baciate?

Appunto, nessuno.

"Non lo dai un bacio alla tua mamma?"

Mi chiede lei tirando in fuori le labbra per invitarmi a baciarla. Insiste sempre perché io la baci in bocca invece che sulla guancia perché a detta sua è colpa mia se nessun uomo la bacia più; quindi almeno suo figlio le deve dimostrare l'amore e la gratitudine che prova nei suoi confronti.

Il problema però è proprio questo: per lei non provo nulla se non disgusto.

Preferirei baciare il sedere del cane dei vicini che le sue labbra screpolate e impastate, ma se non lo farò si arrabbierà e quando succede capita sempre che lei trovi qualche modo per farmi del male.

Meglio approfittare del suo buon umore di oggi ed assecondarla, magari una volta che l'avrò accontentata mi porterà anche lei a prendere il gelato al chioschetto che hanno aperto nel parco qua dietro casa come fa tutti i giorni la madre di Colson una volta tornata dal lavoro.

Mi avvicino riluttante e il fetore di alcool e saliva acida che esce dalle sue labbra schiuse mi riempie le narici facendomi risalire la bile dalla gola, strizzo gli occhi per non vedere e-

Scuoto la testa come per cacciare via i ricordi e la realizzazione che lei non mi abbia mai portato al parco giochi come vedevo fare alle madri degli altri bambini.

Cindy sta ancora parlando da sola guardandomi da sotto le ciglia lunghissime che sbatte un po' troppo spesso.

"Allora, vuoi vedere la mia camera?"

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