Capitolo 8

10 2 0
                                    

MICHEAL

Beth aveva nuovamente ragione: non berrei più nessuna forma di alcolico per almeno un anno, anche due forse.

La testa mi sta esplodendo dal dolore e le tempie mi pulsano allo stesso ritmo dei miei battiti cardiaci, gli occhi sono ipersensibili alla luce ed il minimo rumore mi provoca delle forti fitte proprio dietro agli occhi, lo stomaco è ancora sotto sopra e la bocca è invasa dal sapore amarognolo ed acido del vomito.

Che schifo.

Faccio per alzarmi dal letto ma sono costretta a fermarmi un attimo e ad appoggiarmi all'asta del baldacchino per non finire col culo per terra mentre vengo travolta da un capogiro che per qualche secondo mi fa vedere tutto nero. Una volta che ho riacquisito la vista e l'equilibrio mi incammino barcollando verso il bagno per lavarmi dalla bocca questo sapore disgustoso.

La porta è chiusa quindi busso e attendo una risposta, fortunatamente non sento nulla e quindi entro, mi lavo i denti energicamente ben due volte e mi do una sistemata veloce, perché vedendo il nido che ha preso forma sulla mia testa sembra che io abbia infilato il dito nella presa della corrente.

Faccio per andare in camera mia per vestirmi ma prima di entrare mi fermo a guardare la porta chiusa della camera affianco alla mia, la camera di Tristan.

Non avevo realizzato che fosse il mio vicino di stanza, questo significa che era lui la persona che ho sentito suonare ieri. È bravo, molto bravo e la melodia che riuscirei a descrivere solamente come deprimente che stava suonando non ha abbandonato la mia testa per tutta la sera. Vorrei vedere l'espressione concentrata sul suo volto mentre suona e il flettere delle sue braccia mentre fa lavorare le dita abili sulle corde tirate della chitarra.

E questo è il momento in cui non permetto al mio cervello di fare pensieri sconci su Tristan e le sue dita.

Solamente io potevo vomitare l'anima davanti al ragazzo più attraente che avessi mai visto in vita mia.

Un'altro ricordo imbarazzante per il futuro si è aggiunto alla lista, che bello!

Mi picchierei da sola.

Fortunatamente ricordo solamente pezzi confusi della serata, ero arrivata veramente al limite, così tanto che ero convinta mi stesse trattando male, nello stesso modo in cui ci si comporta con una mosca che ti ronza fastidiosamente attorno e di cui ti vuoi liberare il più velocemente possibile, ma è improbabile che sia accaduto veramente.

Tristan è sempre stato gentilissimo con tutti e dai modi molto pacati.

Sarà stata tutta la droga mischiata all'alcool a farmi immaginare situazioni che non ci sono mai state.

Non ricorderò praticamente nulla ma una cosa che però mi è rimasta impressa è stato il suo odore, vorrei poterlo imbottigliare e spruzzarmelo addosso.

Cervello, silenzio, non vuoi farti spruzzare nient'altro addosso!

Guardo fuori dalla finestra e una leggera pioggerellina batte contro il vetro picchiettando dei piccoli colpi delicati.

Strano, da queste parti non piove mai...

Il cielo è completamente coperto da una coltre grigia di grosse nuvole che si spostano per via del vento che soffia tra i rami degli alberi del bosco e che li fa danzare sopra le note del suo fischio.

Coping MechanismDove le storie prendono vita. Scoprilo ora