7. Sesto Giorno

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SESTO GIORNO
Oklahoma City, Oklahoma


Christian si sveglia quando fuori è ancora buio. Riesce solo a concentrarsi sul pulsare assordante della sua testa, è così intenso che non riesce ad aprire gli occhi.

Cerca di capire cosa sia successo mentre prova a distendersi in una posizione più comoda; è ancora completamente vestito, indossa le scarpe ed è disteso su qualcosa di morbido.

Apre le palpebre lentamente soltanto perché sente la necessità di bere un po' d'acqua e prendere un antidolorifico il prima possibile. Alza la testa quel che basta per vedere che è sdraiato in diagonale sul letto ancora fatto dell'hotel.

La sua mente pensa immediatamente a tutti i germi presenti sul copriletto, colpa di Mattia che gli ha messo in testa questa fissa nelle cinque notti precedenti, al momento tuttavia non riesce a preoccuparsene.

Incespica fino al bagno con una mano sulla fronte per evitare che la sua testa esploda e beve dal rubinetto fregandosene dell'acqua che gli scorre sul mento e gli bagna la maglietta. Si asciuga la faccia con l'avambraccio e va alla ricerca di una pastiglia che si trova da qualche parte all'interno della sua borsa.

Anche Mattia è steso sopra al suo letto, indossa solamente i calzini e un paio di boxer, la bocca aperta mentre russa piano. Christian capisce di essere ancora ubriaco quando non si accorge del fatto che il biondo sta russando e quando non si ferma neanche per un secondo ad ammirare le sue gambe infinite e la sua ampia schiena, o non per molto insomma.

Christian prende le pillole senza bere un goccio d'acqua e si spoglia rimanendo soltanto in boxer, prima di gattonare sul letto e seppellire la faccia nel cuscino.

Se non si sveglierà per i prossimi quindici anni, ne sarà contento.

*

"Cazzo! Cazzo, cazzo, cazzo." la voce bassa di Mattia si fa strada nella sua testa e Christian è costretto ad aprire gli occhi a quel rumore.

"Cosa?" chiede con un filo di voce rotta e particolarmente roca, la testa gli fa meno male ma il suo stomaco non è dalla sua parte perché continua ad agitarsi.

Mattia è seduto sul bordo del letto ancora mezzo nudo tenendosi la testa tra le mani, alza quindi lo sguardo su di lui con gli occhi gonfi e rossi. "Sono le 10.30, cazzo."

Christian chiude di nuovo le palpebre, non è dell'umore adatto per affrontare i drammi di Mattia. "É un problema?" chiede solamente.

"Sì." risponde il biondo esasperato e Christian riesce ad immaginare i suoi occhi inceneritori che lo fissano. "Dovevamo partire ed essere in strada alle otto."

Il moro alza gli occhi al cielo prima di ricordarsi che li ha chiusi quindi il l'altro non lo può vedere compiere quel gesto. "Troppo tardi ormai."

Mattia sospira scocciato, come se volesse urlare, poi ad un tratto diventa silenzioso. Christian lo sente attraversare la stanza per poi entrare in bagno e chiudere la porta sbattendola dietro di sé, facendogli riaffiorare un tremendo mal di testa.

Si tira le coperte fin sopra la testa e geme rumorosamente quando sente il ragazzo vomitare dall'altra parte della stanza. Questo non migliora di certo il suo malessere. Richiude gli occhi, promettendosi che non berrà mai più un drink di colore rosa.

Non berrà mai più da una noce di cocco.

Non berrà mai più niente che contenga anche una sola goccia d'alcol, se ciò significa non dover mai più ascoltare i conati di vomito di Mattia.

*

Una volta che Mattia si è ripreso, decide di farsi una doccia seguito subito dopo da Christian, l'acqua calda fa miracoli e riesce a riportarlo in vita. Si sente molto meglio dopo essersi asciugato e dopo aver indossato un paio di pantaloncini di jeans e una maglietta, lasciando i capelli bagnati ad asciugarsi in modo disordinato.

Walk That Mile - Zenzonelli's versionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora