2. Matta fracica

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Il mattino dopo andammo in giro per il centro di Roma, ovviamente Ilenia non perdeva tempo a fotografare tutto quello che vedeva, la sua era proprio una passione oltre che il suo lavoro, e siccome faceva molto caldo, decisi di mettermi una canottiera nera, dei jeans corti bianchi ed un cappellino che mi coprisse la testa dal sole.

Non avevo mai avuto occasione di visitare la capitale, nonostante fossi andata lì più volte per lavoro, e non vedevo l'ora di farlo. A pranzo, ovviamente, mangiammo in una trattoria romana dove ordinai un'amatriciana, rigorosamente con la pasta corta.

Nel pomeriggio, Ilenia propose di andare a Villa Torlonia, una vecchia villa privata diventata parco pubblico, dove si potevano portare bambini e cani a giocare.

"Qui posso fare un sacco di foto pazzesche", ci informò, nascondendo il viso dietro la fotocamera ed iniziando a scattare.

Io e Maura, invece, decidemmo di stendere una coperta sull'erba e di prendere un po' di sole, quando all'improvviso sentii una voce quasi familiare.

"Seduto. Terra. Vai Scucchio, prendilo!".

Mi abbassai gli occhiali da sole per vedere meglio e notai che poco lontano da noi c'era il ragazzo della sera prima, Edoardo, che aveva appena lanciato un bastone di legno al suo cane Gohan, che glielo stava riportando. Sorrisi spontaneamente.

"Ma non è il ragazzo di ieri?", chiese Maura, seguendo il mio sguardo ed io annuii.

Decisi di alzarmi per andare da loro, raggiungendoli nel momento in cui Edoardo stava facendo le coccole al suo cane.

"Che bello, come si chiama?", chiesi, facendo finta di non sapere, come se la sera prima non avessi passato un'ora a guardare il suo profilo instagram, e quando lui alzò lo sguardo, mi sorrise, salutandomi. Rimasi incantata a guardarlo.

"Gohan", rispose e mi invitò ad accarezzarlo, cosa che non mi feci ripetere due volte. Amavo i cani, io stessa ne avevo uno. Era molto giocherellone e mi leccò la mano, poi Edoardo mi diede il pezzo di legno con cui giocavano prima e glielo lanciai.

"Comunque ieri sera non mi hai dato occasione per presentarmi visto che sei scappata subito. Edoardo, piacere", disse, allungando la mano destra ed in quel momento notai alcuni tatuaggi che si intravedevano da sotto la maglietta nel braccio sinistro.

"Antonella", ricambiai, stringendogli la mano. "Ma forse lo sai già", aggiunsi ridacchiando.

Gohan ci raggiunse scodinzolando e con il fiatone, girandoci intorno, fiero di aver ritrovato quello che gli avevo lanciato.

"Senti, ma quanto rimanete a Roma tu e le tue amiche?", chiese, notando in lui un leggero velo di imbarazzo.

"Ripartiamo domani in tarda mattinata. Perché? Volevi portarci a cena fuori?", domandai sorridendo, avendo capito benissimo dove volesse andare a parare.

"No, solo te", disse con sicurezza. "Se ti va, ovviamente, non ti voglio costringere".

Nonostante l'apparenza, era proprio carino e gentile e non volevo comportarmi come la sera prima, visto che poi mi ero pentita per come l'avevo mollato, tanto da non riuscire a smettere di pensare a lui. E forse, molto in fondo, volevo conoscerlo.

"Solo se porti anche Gohan", dissi, accettando l'invito, facendo comunque un po' la sostenuta, e lui scoppiò a ridere.

"Lui è sempre con me", mi spiegò. "Passo a prenderti alle 20:00", aggiunse e dopo avergli detto in che albergo alloggiavamo, mi salutò e si allontanò insieme a Gohan.

EDOARDO

Mancava un quarto d'ora all'uscita con Antonella e mi sentivo agitato, sensazione che non provavo da tempo. Non sapevo cosa mettermi, così chiesi consiglio a Leriana, che mi fece indossare una camicia bianca leggera, arrotolando le maniche fino al gomito, dei jeans chiari strappati sul ginocchio e mi misi un cappellino rosa al contrario.

Dentro al cuore all'improvviso // Donnalisi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora