7. Voglio restare con te

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Rimasi da lei per tutto il resto della settimana e anche quella dopo, praticamente avevamo iniziato a convivere, tanto che Antonella mi diede una copia delle chiavi di casa, con anche un portachiavi della sua collezione. Forse stavamo correndo un po' troppo, ci conoscevamo da neanche un mese, ma eravamo felici e stavamo bene insieme, quindi lasciai da parte tutte le mie paranoie.

Avevamo iniziato a conoscerci un po' meglio, tanto da battibeccare per ogni piccola cosa. Le discussioni erano tutte incentrate sul mio disordine, il suo perenne ritardo prima di uscire, il fatto che mettesse sempre troppo parmigiano nella pasta, quale film o serie tv guardare, ci accusavano a vicenda di barare a scacchi, ma tutto si risolveva sempre in cinque minuti grazie a qualche coccola e del buon sesso.

Facevamo l'amore ogni sera, anche più di una volta al giorno, ed io non mi stancavo mai. Lei era il miglior sesso della mia vita.

Stavo così bene con Antonella tanto che diventò la mia musa ispiratrice, visto che ripresi a scrivere canzoni, progettandone una da dedicare interamente a lei, anche se al momento avevo solo il ritornello in testa.

'E non sai dove andiamo, ma non è l'importante se ci sei tu qui con me che mi sai stringere. Tu mi guardi, io ti guardo e... Voglio restare con te...'.

Avrei dovuto contattare il mio producer, Swann, appena sarei riuscito a scrivere qualcosa di più completo.

Dopo quell'articolo di 'Chi', decidemmo di confermare la notizia, così iniziammo a fare storie su instagram insieme, più lei che io, certe cose me le volevo tenere per me, anche se spesso facevo vedere a tutti quanto Antonella fosse bellissima senza filtri. A volte era molto insicura sul suo aspetto fisico, nonostante io le dicessi tutti i giorni quanto fosse bona.

Scoprimmo che nacquero un sacco di pagine con i nostri cognomi uniti, dove mettevano qualsiasi cosa che ci riguardava, e su twitter era uguale, anche se c'erano alcuni fan singoli di entrambi a cui non piaceva l'uno o l'altra. Ma noi ce ne fregavamo.

"Ma quand'è il nostro mesiversario?", mi chiese un giorno Antonella, mentre stavamo facendo la doccia insieme.

"Cazzo ne so amore, io non li ho mai festeggiati in vita mia", le feci notare, mentre le mettevo lo shampoo sui capelli.

"Beh, io sì. Scegliamo il giorno del primo appuntamento o del primo bacio?", domandò ancora.

Cercai di trattenere uno sbuffo o anche quell'argomento sarebbe sfociato in una discussione, così l'aiutai a pensare.

"Ci siamo piaciuti da subito, quindi direi il primo appuntamento. Il due giugno", le ricordai e la vidi sorridere. Era proprio una bimba, alcune piccole cose la rendevano felicissima.

"E allora manca poco", constatò, non sapendo che fosse un avvertimento esplicito.

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"'More, sei pronta?", la chiamai dalla sala, seduto sul divano e con Gohan steso ai miei piedi.

"Un attimo, arrivo", urlò di rimando, arrivando di fretta con una valigia.

Avevamo deciso che fosse ora delle presentazioni ai rispettivi genitori e quel weekend sarebbe toccato a me farla entrare nella mia vita. Saremmo scesi a Roma quel venerdì mattina, io sarei andato in radio al mio solito orario ed avremmo cenato a casa dei miei genitori, per poi ripartire la mattina dopo per l'Umbria, precisamente a Gaglietole, dove avevo la casa di campagna. Avremmo passato due giorni lì insieme a Gohan prima di rientrare a Milano.

Finalmente partimmo, avevamo un viaggio di sei ore e mezza da affrontare, così ascoltammo la musica dal mio spotify, mentre Antonella prese il telefono per fare una storia.

Dentro al cuore all'improvviso // Donnalisi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora