12. Omnia vincit amor

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EDOARDO

Mi svegliai presto quel lunedì mattina, siccome non vedevo l'ora di registrare la canzone. Avrei ripreso in mano la mia vita, senza Antonella e con qualche difficoltà, ma dovevo andare avanti, non potevo piangermi addosso per sempre.

Più facile a dirsi che a farsi, però. Come prima cosa avrei dovuto lavare le mie lenzuola, soprattutto per togliere il profumo di Antonella che era rimasto impregnato, rendendomi difficile addormentarmi quelle due notti senza di lei, ma non trovai il coraggio, così rimandai.

Andai poi da Swann a registrare la canzone, ero fiero di quello che avevo creato, non vedendo l'ora di poterla pubblicare, ma mi resi conto di non essere molto in forma, cosa che notò anche lui.

"Non è male, ma ti ho sentito un po' sottotono", disse Swann, mentre lavorava al computer.

"Sì, lo so. Spero di riprendermi nei prossimi giorni", cercai di tranquillizzarlo, ma in realtà lo facevo più per me stesso.

Non mi chiese che problemi avessi, cosa che apprezzai, anche se probabilmente l'aveva già capito. Ci demmo appuntamento per il giorno dopo, promettendogli che mi sarei impegnato, e poi andai a casa a mangiare.

C'era solo Gohan, siccome Leriana e Matteo erano a lavoro, così riscaldai della pasta rimasta dal giorno prima, friggendola, ripensando a quando la preparavo anche per Antonella.

Cercavo in ogni modo possibile di non pensare a lei, ma era sempre così difficile, soprattutto se aprivo instagram e vedevo foto e video nostri pubblicati dalle fanpage. Avevo letto il tweet che aveva fatto qualche giorno prima, apprezzando il fatto che non fosse troppo entrata nei dettagli, facendomi capire che stava a pezzi quanto me. Chissà, però, se si fosse già ripresa e mi aveva dimenticato siccome era stata lei a lasciarmi?

Nel pomeriggio, prima della radio, portai Gohan al parco facendolo giocare un paio d'ore, ma solo quando andai a lavorare riuscii a lasciare tutte le preoccupazioni in un angolo del mio cervello.

Il modo in cui Antonella mi cambiava l'umore mi faceva sempre così paura, sin dall'inizio, e staccarmi da lei così all'improvviso era dura, ma dovevo proprio mettercela tutta per dimenticarla.

Il mio collega mi aiutò ogni volta che notava i momenti in cui non ero pronto a parlare o non sapevo cosa dire, sperai solo che chi ci sentiva non se ne fosse accorto. Odiavo essere imperfetto quando lavoravo.

Avevo provato tutto il giorno a tenere la mente occupata con qualsiasi cosa, ma ogni volta mi ritrovavo a pensare a lei. Sempre ad Antonella. C'erano anche stati dei momenti in cui avrei voluto chiamarla, almeno per risentire la sua voce, ma il mio orgoglio prendeva il sopravvento e lasciavo perdere.

Appena finirono le mie due ore di lavoro, uscii dalla radio, dirigendomi verso la mia macchina. Ma notai immediatamente quella di Leriana, parcheggiata dietro. Che cazzo ci faceva lì?

Quando vidi chi stava scendendo dal lato del passeggero sentii mancarmi l'aria.

ANTONELLA

Dopo aver letto quelle parole che Edoardo mi aveva dedicato, mi asciugai le lacrime e decisi che sarei tornata da lui a riprendermelo.

Antonella: 'Davvero vorrebbe un mio abbraccio?'.

Leriana: 'Sì e sicuramente non solo quello. Sta male Anto, l'ho beccato a piangere anche se ha provato a negare'.

Antonella: 'Ho bisogno del tuo aiuto, potresti essere mia complice per una cosa?'.

Le spiegai quello che volevo fare e lei sembrò felice della mia idea, promettendomi di venire a prendermi in stazione. Lo raccontai anche ai miei genitori e loro furono entusiasti. Tifavano per noi, nonostante non avessero mai conosciuto Edoardo.

Dentro al cuore all'improvviso // Donnalisi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora