3. First glance

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L'ascensore si chiuse lentamente.

Yoongi si passò una mano tra i capelli, l'aveva guardato e se ne era andata, aveva fatto marcia indietro come se avesse trovato il Diavolo in persona davanti a lei.

Era un comportamento decisamente bizzarro.

Non faceva che ripercorrere mentalmente ogni sillaba della brevissima conversazione tra lui e quella ragazza.

Poche parole prive di significato, ma quella scarica elettrica, quel desiderio inconcepibile di avvicinarsi ancora a lei, lo stava perseguitando.

Inizialmente si era incazzato per il modo in cui si era rivolta a lui, ma col trascorrere del tempo si era reso conto di voler creare più motivi di incontro tra loro.

Sollevò lo sguardo verso il manager.

«Ho deciso che voglio avvalermi del personale interno per il mio mix-tape »

«Come mai? »

«Voglio evitare leak indesiderati.» commentò piatto.

«Hai già in mente qualcuno? Mi hanno parlato bene di Jung Kim dell'ufficio photo e video editing »

«La ragazza che stava per entrare prima, voglio lei. Lavora nel video e photo editing anche lei, lo so per certo »

Osservò la reazione stranita sul volto del suo interlocutore ma non disse nulla; l'atteggiamento di noncuranza nei riguardi del suo ruolo di idol,  della donna aveva smosso dentro di lui, una sete di conquista che credeva ormai estinta.

Sentiva un leggero senso di colpa nei confronti di Jungkook, che aveva esternato la sua cotta per quella ragazza in maniera decisamente esplicita.

Non aveva comunque intenzione di farne un dramma, si sarebbe infilato nelle mutandine di lei senza alcun rimorso.

Era abbastanza convinto che il suo atteggiamento strafottente fosse solo una tattica, non si sarebbe volatilizzata tanto alla svelta altrimenti poco prima.

Doveva esserci altro sotto la sua armatura.

Raramente lo dava a vedere, ma gli piacevano le sfide; l'idea di dover faticare per scoprire cosa nascondessero le persone sotto la loro maschera lo affascinava.

Amava la vulnerabilità, le debolezze.

Le stesse che lui per primo si concedeva sempre più raramente.

Il mattino seguente le avrebbero comunicato quanto lui aveva appena deciso, e lei non avrebbe avuto altra scelta se non quella di accettare un incarico così importante.

Si gongolò all'idea di aver appena messo in piedi quel piano solo per avere una rivincita, una seconda possibilità.

Si sarebbe fatto perdonare da Jungkook in qualche modo, per aver deciso di monopolizzarla senza dargli alcun diritto di prelazione a riguardo.

Il giorno seguente Yoongi era comodamente seduto sulla poltrona del suo studio; da un paio di minuti non faceva che spingersi da un lato all'altro della scrivania in attesa che lei arrivasse.

Aveva messo il suo profumo preferito, indossato un outfit che lo faceva sentire decisamente il villain della situazione e lasciato i capelli sciolti.

Sua madre l'aveva convinto a lasciarli crescere e lui non poteva che essere grato per quel suggerimento; non aveva mai visto tante ragazze ai suoi piedi prima.

Il suono di apertura della porta lo fece voltare.

Un manager entrò seguito dalla ragazza e da quello che lui riconobbe come il capo di lei.

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